GRILLINI DI GERMANIA - IL PARTITO DEI “PIRATI” DELL’ANTIPOLITICA VOLA AL 13% NEI SONDAGGI E IL 50% DEI GIOVANI PENSA DI VOTARLI - IN 2 ANNI, SONO ENTRATI NEI PARLAMENTI REGIONALI DI BERLINO E DEL SAARLAND, E IL 6 MAGGIO TOCCA AD ALTRI DUE LANDER CHIAVE - AMMETTONO LA LORO IGNORANZA, FANNO GAFFE SU HITLER E ISRAELE, MA CONQUISTANO I TEDESCHI CHE CERCANO DISPERATAMENTE FACCE NUOVE - L’SPD CERCA DI ARGINARLI, MA NON CI RIESCE - LA PLAYMOBIL AI PIRATI: NON USATE I NOSTRI PUPAZZI COME SIMBOLO…

1 - AI TEDESCHI ADESSO PIACCIONO I PIRATI - TRIONFA L'ANTIPOLITICA: IL "PARTITO ARANCIONE" SALE AL 13% MALGRADO LE GAFFE DEI SUOI LEADER

Tonia Mastrobuoni per "la Stampa"

Sembra ormai inarrestabile l'ascesa del Partito dei pirati tedesco. Non solo tallona da vicino i Verdi; in prospettiva potrebbe diventare una minaccia anche per le due grandi corazzate del panorama politico tedesco, la Spd e la Cdu, in vista delle politiche del 2013. Dopo aver conquistato negli ultimi sei mesi l'ingresso nei parlamenti regionali di Berlino e del Saarland, superando la soglia di sbarramento del 5%, i sondaggi concordano. A maggio la Piratenpartei entrerà trionfalmente in due Länder importanti, lo Schleswig Holstein e la regione più popolosa della Germania, il Nordreno Westfalia, che garantisce un quinto del Pil.

Il boom del partito arancione è merito di un'ondata di antipolitica che anche in Germania sta raggiungendo livelli di allarme. Nei sondaggi più recenti - Emnid e Forsa - ha conquistato a livello federale un ragguardevole 12-13%. Soprattutto, quasi un tedesco su tre (30%) ha detto di essere tentato dall'idea di votarli. E tra i giovani tra i 14 e i 29 anni la quota di chi flirta con l'idea di mettere la crocetta sul simbolo con il teschio sfiora il 50%.

Le risposte dell'indagine mettono in evidenza la natura assolutamente protestataria dell'ondata di popolarità che sta favorendo un movimento che alle ultime elezioni politiche nel 2009 aveva preso appena il 2% e che è esploso da un migliaio di iscritti del maggio del 2009 a circa 23mila attuali. L'81% dei tedeschi interpellati da Emnid ritiene che il loro successo si spieghi con il fatto che «sono così diversi dagli altri partiti».

Secondo gli analisti il partito pescherebbe soprattutto nel bacino elettorale dei socialisti e dei verdi. Eppure i «Pirati» sono assurti alle cronache negli ultimi tempi per una serie di gaffe che accreditano la presenza di qualche simpatizzante di estrema destra nelle loro fila. Un candidato di Hannover, Carsten Schulz, è stato cacciato perché ha promosso la libertà di opinione per i negazionisti dell'Olocausto e la diffusione di «Mein Kampf».

E un rappresentante del partito nel Baden Wuerttenberg, Kevin Barth, ha sollevato a febbraio una bufera con un twitter in cui definiva gli ebrei «di per sé antipatici perché fanno una guerra insensata» e la politica israeliana «di cacca». Il problema di un partito così giovane, fondato nell'autunno del 2006 e che per un po' ha vivacchiato sotto la soglia di attenzione dell'opinione pubblica, è evidentemente lo spontaneismo e la tendenza a mostrarsi orgogliosamente ignorante ed estraneo alla «solita» politica.

Di recente in Schleswig Holstein, dove si vota il 6 maggio, è emerso che il partito ha integralmente copia-incollato il programma elettorale da altri Laender. Commettendo errori grossolani come quello di chiedere l'uscita dal nucleare che lì è già avvenuta dopo Fukushima. Il capo regionale del partito, Hans-Heinrich Piepgas, ha liquidato la gaffe con un'alzata di spalle, invocando il diritto a copiare programmi che funzionano.

Con altrettanta noncuranza il candidato della Piratenpartei in Nordreno-Westfalia, Joachim Paul, ha detto in questi giorni di «non essere un politico» e ha ammesso di non sapere nulla di conti pubblici e di non ritenerlo indispensabile. Insomma, al di là della manciata di obiettivi sbandierati nel programma - su diritti d'autore, trasparenza su internet, diritti civili o antinuclearismo - i suoi membri continuano a sbandierare la propria ignoranza come una risorsa. Ma visti i risultati recenti, forse è tempo anche per i «Pirati» di mettersi un po' sui libri. Almeno, su quelli contabili.


2 - GERMANIA:LEADER SPD,CONTRO PIRATI TORNARE A BATTAGLIE LAVORO
(ANSA) - Se in Italia i partiti temono lo scacco dei grillini, in Germania a scompaginare gli equilibri politici tradizionali sono sempre più chiaramente i Pirati. E oggi, a Bonn, il leader dell'SPD Sigmar Gabriel ha proposto come rimedio alla tentazione dell'antipolitica in Germania un passo indietro alla 'ricetta classica': i socialdemocratici tedeschi devono ritornare al vecchio cavallo di battaglia del lavoro. Una questione che ha definito "esistenziale" per il partito, oggi all'opposizione, che vede crescere al suo fianco pericolosamente i giovanissimi Pirati, dati al 13% dagli ultimi sondaggi.

Il tema fondamentale dei diritti dei lavoratori deve tornare in primo piano, ha detto Gabriel, sottolineando la trasformazione dello scenario politico in cui afferma un gruppo ostentatamente agnostico dal punto di vista ideologico. L'Spd deve insomma restare in contatto col mondo del lavoro e tenere d'occhio i giovani. Gabriel, che è uno dei possibili aspiranti alla cancelleria, ha parlato a un'assemblea di partito nell'ex capitale.

"Per l'Spd al centro deve esserci l'interesse delle lavoratrici e dei lavoratori", ha detto, sollecitando il partito a spostarsi più a 'sinistra', proseguendo nel solco seguito per 150 anni. Il lavoro interinale e quello a tempo devono essere limitati, ha aggiunto: "per un buon lavoro ci vuole un buon compenso". "Ci dobbiamo preoccupare del fatto che un rapporto di lavoro normale sia di nuovo l'immagine distintiva, il motivo della politica socialdemocratica"


3 - GERMANIA: PLAYMOBIL CONTRO PIRATI, NON FACCIAMO POLITICA
(ANSA) - Non sono tutte 'rose e fiori', c'é anche chi dice 'no' ai rampanti 'pirati' tedeschi. Lo ha fatto ad esempio la Playmobil. La casa di giocattoli non gradisce che il partito che in questi mesi sta spiazzando la politica in Germania, conquistando consensi a due cifre e scalzando addirittura i Verdi, sia accostato ai suoi celebri omini.

La stampa ha infatti spesso utilizzato i piccoli 'pirati' della Playmobil per identificare i Pirati della politica. Provocando il risentimento dell'impresa: "Negli ultimi tempi i Pirati sono stati raffigurati in connessione con la Playmobil dalla stampa", ha scritto il gruppo in un'email al partito. "Playmobil però è un gioco politicamente neutrale", si aggiunge.

E non vuole influenzare i bambini. "Per questo non vorremmo che i Pirati usassero intenzionalmente figure della Playmobil per la loro propaganda", continua il messaggio di protesta. Cosa ne pensano i Pirati? Non hanno reagito benissimo. "Quando uno è proprietario di quelle figure ne può fare, secondo me, quello che vuole", ha detto Matthias Schrade. Il Pirata ha però anche sottolineato che l'accostamento coi Playmobil è una trovata dei media: "Come partito da prendere sul serio, neanche a noi fa proprio piacere essere rappresentati con dei giocattoli".

 

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