GRILLINI O QUATTRINI? PER UN PUGNO DI DOLLARI IL M5S PERDE LA FACCIA

Andrea Malaguti per "La Stampa"

O i soldi o la poltrona. Alla fine sarà questo il messaggio infilato in bottiglia. Il papa ligure entra per la prima volta nel Palazzo. Beppe Grillo, signore dell'invettiva, divinità da piazza, fustigatore dei costumi, mette il suo sacro piede nel tempio del Potere, l'indistruttibile enclave dell'odiata casta. Oggi pomeriggio alle tre, 162 parlamentari del Movimento Cinque Stelle lo aspettano inquieti nell'auletta dei gruppi.

Cosa vorrebbe lui? Che lo ammirassero con sottomessa distanza come si fa con un imperatore, che lo abbracciassero come si fa con un antico genitore, e, infine, che gli dicessero umili: «Beppe, sulla diaria abbiamo peccato, anche se il regolamento che abbiamo firmato è ambiguo, ciascuno di noi giustificherà le spese e donerà in beneficenza l'eccedente». Perfetto.

Il problema è: che cosa diranno davvero loro? Alcuni, la maggioranza (meno di novanta) un banale sì. «Certo che restituiamo l'eccedente». Altri si barricheranno dietro un video che gli uomini della comunicazione parlamentare hanno prodotto per evitare lo scontro frontale.

Un filmato strappa lacrime in cui singoli cittadini-deputati fanno presente le proprie difficoltà esistenziali. Cose del tipo: «I miei genitori vivono in una casa popolare e io sono nel loro stato di famiglia. Se il fisco farà riferimento alla mia busta paga rischiano di perdere l'alloggio pubblico. L'eccedenza mi serve». Altri parleranno dei figli, del divorzio, della solitudine. «Cose che questo Palazzo non conosce», spiega un uomo dello staff-comunicazione a Montecitorio.

Infine ci sarà una trentina di persone che reagirà così: «Caro Beppe, tu sei il leader, ma noi abbiamo firmato un accordo in cui non si parla delle eccedenze. I soldi in più, poche migliaia di euro, li teniamo». Un atteggiamento simile a quello avuto ieri dal vicepresidente dell'Assemblea siciliana Antonio Venturino. Che proprio per questo è stato di fatto espulso dal Movimento.

Il papa ligure si può permette una frattura plateale di questo tipo? Difficile. Perciò, per evitare di frustare i propri fedeli senza rimorso come se fossero cani da slitta, ipotizzerà - o farà ipotizzare - una paio di scenari. Il primo: chi non restituirà l'eccedente finirà in una black list che sarà pubblicata sul suo blog. Il popolo della rete a quel punto si potrà sfogare facendo conoscere la propria presumibilmente poco pacata opinione sul tema. Gogna?

Il secondo: lo staff della comunicazione si preoccuperà di far sapere ai più riottosi che la mancata restituzione della parte di diaria non giustificata potrebbe portare - e porterà - alla mancata ricandidatura alla prossima tornata elettorale. Coerenza o ricatto?

Il gruppo sul tema è spaccato. E in queste ore di tensione parecchi deputati Cinque Stelle mostrano insofferenza per quello che considerano il «cerchio magico» del tandem Grillo-Casaleggio.

Un gruppo ristretto di persone che comprenderebbe, oltre ai responsabili della comunicazione, i capogruppo alla Camera e al Senato, Crimi e Lombardi, Laura Castelli, Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Figli più uguali degli altri chiamati a orientare le scelte collettive. E il principio dell'uno vale uno? «Il direttorio? Chi fa questi discorsi probabilmente è invidioso», commenta il pescarese Daniele Del Grosso. Forse. Ma è difficile che il disomogeneo gruppo Cinque Stelle possa continuare a camminare come se fossero perennemente sospesi su una fune da equilibristi.

 

BEPPE GRILLO SU BILD jpegbeppe grillo GRILLO A ROMAGRILLO A ROMAroberto fico Roberta Lombardi e Vito Crimi in conferenza stampa Beppe Grillo con Alessandro Di Battista, candidato alla Camera dei Deputati con il Movimento 5 stelleQUANTO PRENDONO I GRILLINI IN PARLAMENTO BALLARO APRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLO

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?