GRILLO SPEGNE LA TV AI SUOI: “PARTECIPARE AI TALK SHOW FA PERDERE VOTI E CREDIBILITÀ” - IL DIKTAT DOPO LA NEFASTA OSPITATA DEL GRILLINO PUTTI A ‘’BALLARÒ’’ (MESSO IN DIFFICOLTÀ SUL PROGRAMMA POLITICO PERSINO DA FASSINO), FRENA LE PULSIONI AUTOCELEBRATIVE DEI PERFETTI SCONOSCIUTI DI “M5S”: “CHI VA IN TELEVISIONE DEVE SAPERE CHE D´ORA IN POI FARÀ UNA SCELTA DI CAMPO” - E POI ANNUNCIA DI AVER SALVATO L’ITALIA DAI FASCISTI …

1- GRILLINI, CI SI NOTA DI PIÙ...
Antonio Dipollina per "la Repubblica"


I Grillini si notano di più se vanno ai talkshow e se ne stanno in disparte o se disertano del tutto? La questione rischia di tenere banco, come si è visto a Ballarò. In collegamento periglioso da Genova c´era il grillino Putti. Negli scambi di battute con gli ospiti in studio si è capito che anche uno non entusiasmante come Fassino poteva demolirlo solo a colpi di esperienza. Forse è questo che ha provocato l´immediata reazione del nume tutelare Beppe: alle 23 aveva già vergato sul blog il divieto ai suoi di andare in tv.

C´è chi sostiene che l´assenza mediatica dei Cinquestelle li nobilita, ma c´è chi sospetta che sia l´unico modo per non rispondere a quelle due-tre domande (soprattutto sul programma politico) che nessuno finora è mai riuscito a porre. La questione è interessante. Anche perché l´alternativa è Porta a Porta: lunedì, al termine della giornata-terremoto, Vespa è entrato e ha annunciato il primo ospite. Ed è apparso Buttiglione. E sembrava una gag di Alto gradimento.

2- GRILLO AI PARTITI: "O ME O I NAZISTI" - MA IL MOVIMENTO SI DIVIDE SUL DIKTAT DEL LEADER: "NON ANDATE IN TV"
Raffaele Niri per "la Repubblica"

La bacchettata arriva - via blog - sulle dita di Paolo Putti, candidato grillino ipervotato nella città di Grillo, proprio mentre lui sta uscendo dalla diretta a Ballarò, dove si è confrontato con Vendola e Fassino. «Se il Movimento 5 Stelle avesse scelto la televisione per affermarsi, oggi sarebbe allo zero qualcosa per cento. Partecipare ai talk show - sentenzia Beppe Grillo - fa perdere voti e credibilità».

Solo che Paolo Putti (educatore di strada, 42 anni, 36.579 voti, pari al 13,9%, raccolti domenica, un passo dal ballottaggio) non legge il blog del Capo, va a dormire e la mattina presto, a Omnibus su La7, rincara: «Grillo non è un leader ma una persona che ha messo a disposizione risorse e intuizioni e che fa da megafono al Movimento nelle città e in rete».

Dal suo blog, il Capo, chiude ogni discussione: «Che senso ha confrontarsi con Veltroni o con Gasparri in prima serata? Più che spiegarlo e ribadirlo non posso farlo. Chi, dei nostri, partecipa ai talk show deve sapere che d´ora in poi farà una scelta di campo». Una scomunica vera e propria. E poi dilaga: «Il Movimento 5 Stelle salverà il culo alla partitocrazia? Dovrebbero domandarselo i coniugi Fassino, Gargamella Bersani, Azzurro Caltagirone e il Coniglione mannaro Alfano: siamo la loro ultima speranza, l´unico salvagente per evitare traumi. La dittatura può presentarsi in varie forme, come quella agghiacciante di Nikos Michaloliakops in Grecia. In Italia è accaduto un piccolo miracolo: il vuoto generato dai partiti è stato occupato da un movimento di popolo, il nostro. O Nikos o Beppe».

Il quale Beppe vede esplodere la prima, grossa frizione, dopo il trionfo elettorale, proprio a Genova, dove vive, nella splendida villa di Sant´Ilario, con vista da Portofino alla Corsica. Ma il rapporto tra Grillo e grillini scricchiola anche altrove, e non da ieri: in Emilia hanno rifatto le regole (nessuna scorciatoia mediatica, si fa parte del Movimento solo dopo aver partecipato a tre assemblee in carne e ossa), a Legnano e a Bologna hanno posizioni opposte sui rom, a Ferrara sono andati per avvocati, a Rimini la riunione autoconvocata di meetup dissidenti era arrivata addirittura ad individuare l´anti-Grillo nella persona di Giuseppe Favia, primo trionfatore bolognese. Che ha detto "no, grazie" ma intanto ha comunicato "a Beppe" che non si candiderà in Parlamento.

Eppure i segni premonitori della crisi genovese c´erano tutti. Paolo Putti non è un grillino della prima ora: si è fatto le ossa nel Movimento Antigronda (che è una strada). Come tutti i candidati grillini è dovuto passare attraverso le forche caudine della Casaleggio Associati, l´agenzia-staff di esperti che consiglia le strategie al comico genovese («tre ore di confronto, a Milano, con persone molto intelligenti che mi hanno riempito di consigli: poi se siano loro a pagare Grillo o Grillo a pagare loro a me, francamente, frega poco» spiega Putti). Putti col Boss ha parlato solo ieri mattina.

In tre giorni Grillo non ha fatto in tempo a chiamarla per complimentarsi? «Francamente sono passato da un´intervista all´altra, avrà trovato occupato. Così, ieri mattina, l´ho chiamato io, per capire se c´era bisogno di me in giro. Mi farà sapere». Che fa, Putti, torna in tivù? «Per carità, Beppe ha ragione: troppa fa male. Sono un ragazzino educato, se mi invitano vado. Vuol dire che adesso non andrò più».

 

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