cassese

"L'ADESIONE DELL'UCRAINA ALL'UE? IO ASPETTEREI..." - LA GUERRA IN PUNTO DI DIRITTO SPIEGATA DA SABINO CASSESE: “PER L’ITALIA E’ LEGITTIMO INVIARE ARMI A KIEV. L'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DISPONE IL RIPUDIO DELLA GUERRA COME STRUMENTO DI OFFESA NON COME MEZZO DI DIFESA - PURTROPPO, AVENDO LA RUSSIA ESERCITATO IL DIRITTO DI VETO A PROPRIO FAVORE NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA, L'ONU È BLOCCATA - NEL DIRITTO INTERNAZIONALE È DIFFUSA L'IDEA CHE..."

sabino cassese a l'aria che tira

Carlo Bertini per "la Stampa"

 

Il mio giudizio sul governo è positivo, Draghi ha fatto quello che hanno fatto gli altri, non ci sono differenze, si è allineato alla posizione dei partner europei». Sabino Cassese, ex giudice della Corte Costituzionale, promuove il premier per come si è mosso in questa delicatissima fase. E fa notare che «le eventuali esitazioni iniziali sulle sanzioni erano più che giustificate dalla prudenza e dalla situazione, che non era come quella attuale».

 

vladimir putin.

Alla luce degli eventi, quanti principi del diritto internazionale ha violato Putin?

«Ogni forma di aggressione è vietata dal diritto alle Nazioni Unite. Non dimentichiamo che l'Ucraina entra il 24 ottobre del 1945, insieme con l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, nell'organizzazione delle Nazioni unite e che la carta dell'Onu stabilisce che gli Stati sono tutti egualmente sovrani, che le controversie debbono essere risolte in modo pacifico, che bisogna astenersi dall'uso della forza, che non si può interferire nella competenza interna di un altro Stato e che i popoli hanno diritto all'autodeterminazione. Tutti questi principi sono stati violati dalla Russia».

 

L'Ucraina chiede aiuto contro l'invasore. Ci sono margini per legittimare qualche paese a schierarsi militarmente con Zelesky?

le vie del gas russo

«Nel Consiglio di sicurezza dell'Onu il 26 febbraio scorso la Russia ha posto il veto ad una risoluzione per fermare le truppe. La risoluzione ha avuto 11 voti a favore su 15, con l'astensione di Cina, India ed Emirati Arabi. Il Segretario generale dell'Onu ha promesso aiuti alimentari e nominato un coordinatore della crisi.

 

La Nato ha condannato l'invasione russa, dichiarato solidarietà e appoggio politico e pratico al governo ucraino e la disponibilità di forze difensive con interventi preventivi proporzionati e che non consentano "escalation". Anche l'Unione europea ha dichiarato solidarietà e appoggio al popolo ucraino promettendo aiuti politici, finanziari e umanitari, adottando sanzioni e minacciando ulteriori misure.

 

rifugiati ucraini 9

Nel diritto internazionale è diffusa l'idea che la comunità internazionale debba intervenire in caso di aggressione, se vi è un'emergenza umanitaria che costituisca minaccia per la pace, per fermare le atrocità, con un intervento proporzionato. Peraltro, vi sono voci che dubitano della legittimazione di contromisure umanitarie che siano attuate con l'uso della forza. Ma questo per ora non è promesso da nessun Paese».

 

Quindi il potere dell'Onu è nullo in questa fase?

rifugiati ucraini 7

«Purtroppo, avendo la Russia esercitato il diritto di veto a proprio favore - fatto che è stato molto criticato all'interno del Consiglio di sicurezza - l'Onu è bloccata. Gli argomenti contro interventi di difesa attiva sono due: mezzi illeciti possono indebolire anche finalità lecite; se si interviene una volta non si spiega perché non intervenire in ogni caso di aggressione armata. Finora, tutti i Paesi che hanno dichiarato la propria solidarietà non hanno promesso interventi armati, ma armi. Quindi, consentendo l'autodifesa della popolazione ucraina».

 

Zelensky chiede di entrare nell'Ue. Sarebbe possibile una decisione accelerata? E cosa comporterebbe?

immagini dei mezzi russi dal satellite

«Una decisione di adesione all'Unione europea comporterebbe per l'Ucraina uno scudo nei confronti della Russia, ma la sconsiglierei in questo momento perché attiverebbe un conflitto tra Russia e Ue. E ora bisogna far tacere le armi, non attizzare conflitti».

 

In Italia, Salvini è contrario all'invio di armi. La nostra Costituzione cosa ci consente in casi come questo?

«L'articolo 11 della Costituzione dispone che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Quindi il rifiuto della guerra si riferisce alle attività belliche come strumento di offesa, non come mezzo di difesa. Un'altra distinzione da fare riguarda il tipo di intervento. Finora non mi risulta che siano state prese decisioni sull'invio di contingenti militari. Nel caso, ad esempio, del Kosovo, l'Italia inviò militari nell'ambito di un intervento Nato. Per ora l'Italia promette assistenza perché gli ucraini stessi possano difendersi».

soldati ucraini

 

L'invio di materiale bellico attraverso Stati confinanti non comporta comunque un coinvolgimento nel conflitto?

«Fornire armi comporta dare strumenti alla popolazione ucraina per difendere la loro vita: si può pensare che non sia legittimo l'uso della forza in difesa dei diritti dell'uomo e della sua sopravvivenza?».

 

Questa guerra impone una valutazione prospettica degli eventi. Renzi ad esempio sostiene che Putin voglia sovvertire i concetti di democrazia, diritti umani, sovranità popolare. La democrazia è a rischio in questa fase storica?

«La democrazia è certamente a rischio, sia perché l'autocrazia tende ad aggredire le democrazie pacifiche, sia perché anche nelle democrazie vi sono pulsioni autoritarie. Nella Russia di oggi prevalgono i tratti della storia più remota, quelli autocratici della Russia zarista, che si formarono con Pietro il Grande dalla fine del'600. La servitù della gleba fu soppressa soltanto nella seconda metà dell'Ottocento.

 

bandiere russe a lugansk

Rimangono fondamentali le osservazioni di un grande studioso come Harold Berman che, interpretando nel 1963 il diritto sovietico, notava che gli elementi zaristi prevalevano su quelli sovietici. Oggi il potere è concentrato nelle mani di una sola persona, mentre l'ordinamento sovietico partiva del concetto di socializzazione del potere: soviet vuol dire consiglio e l'idea marxista leninista originaria comportava una sorta di auto amministrazione della società».

convoglio russo distrutto dalle forze ucraine 2convoglio russo distrutto dalle forze ucraine 6esercito repubblica popolare lugansk

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....