rossi greco

GUIDO ROSSI? IO L’HO CONOSCIUTO BENE - DE BORTOLI: “NON ASSECONDAVA I PROPRI CLIENTI, DETTAVA LORO LE CONDIZIONI PER ASSISTERLI. ANCHE PERCHÉ CONFIDAVANO NEI SUOI BUONI RAPPORTI CON I MAGISTRATI. L'AMICIZIA CON FRANCESCO GRECO, ATTUALE PROCURATORE CAPO DI MILANO, NACQUE AI TEMPI DI MANI PULITE. RAFFREDDATA E NON POCO NEGLI ANNI PIÙ RECENTI"

Ferruccio de Bortoli per il ‘Corriere della Sera’

 

guido rossiguido rossi

Mi sorprese molto, l' ultima volta che l' ho incontrato, trovare nel suo studio, che si affaccia su piazza degli Affari, una riproduzione della scultura di Cattelan. Il dito medio alzato che sta proprio lì, pochi metri sotto, irriverente e scomodo, davanti a palazzo Mezzanotte.

Guido Rossi, celebre collezionista di opere d' arte, era divertito da quella che gli sembrava una citazione provocatoria.

 

Coerente con il suo modo di esser contemporaneamente difensore del grande capitale e acceso fustigatore dei suoi costumi.

GUIDO ROSSI TELECOMGUIDO ROSSI TELECOM

Il grande giurista e avvocato d' affari scomparso ieri è stato corteggiato (e strapagato viste le sue leggendarie parcelle) da imprenditori e finanzieri che ricorrevano a lui, pur non amandolo, nei momenti più difficili: Montedison, Ferfin-Ferruzzi, Telecom, Riva tanto per fare solo qualche nome.

 

Non assecondava i propri clienti, dettava loro le condizioni per assisterli. Li sovrastava con la sua profonda cultura e con la sua figura così alta e statuaria. Era una sorta di medicina legale che trangugiavano convinti che solo la sua autorevolezza li avrebbe potuti aiutare se non salvare. E anche perché confidavano nei suoi buoni rapporti con i magistrati. L' amicizia con Francesco Greco, attuale procuratore capo di Milano (che lo ricorda come un raro esempio di intellettuale globale) nacque ai tempi di Mani Pulite. Nel rispetto dei diversi ruoli. Raffreddata e non poco negli anni più recenti.

 

GUIDO ROSSIGUIDO ROSSI

Il diritto societario ha avuto in lui un interprete raffinato e un innovatore geniale. È stato un sacerdote laico delle regole, soprattutto quelle sul funzionamento dei mercati, in un Paese che le teme o più facilmente le aggira. È stato il padre della legislazione antitrust italiana. Ha intravisto, prima di altri, soprattutto economisti, le gigantesche contraddizioni della globalizzazione della finanza (per esempio il grande potere del fondo Blackrock), la perdita di peso specifico degli Stati, la drammatica lentezza con la quale il diritto e la politica inseguono monopoli ed escrescenze del capitale.

IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE

 

Ha accettato molti incarichi, forse troppi, ma li ha anche lasciati a volte in modo brusco. Plateale, come avvenne per l' incarico di presidente della Consob, la Commissione per le società e la Borsa, che con i suoi scritti e le sue posizioni contribuì a svincolare dalla tutela ministeriale del Tesoro.

 

GUIDO ROSSI SOGNA GUIDO ROSSI SOGNA

È stato un provvidenziale commissario della Figc nel momento più buio del calcio italiano. Lui, tifoso dell' Inter, accettò l' incarico per passione (e un po' di vanità) e passò sopra a un piccolo conflitto d' interesse. Moratti si era rivolto a lui - e lo mandò a prendere con un elicottero alla Maddalena in pieno agosto - quando si trattò di siglare il contratto d' ingaggio per Ronaldo. Quell' immagine indimenticabile degli azzurri che alzano il trofeo di campioni del mondo in Germania, lo vede ai margini del gruppo euforico.

FRANCESCO GRECO ROBERTO DAGOSTINO FRANCESCO GRECO ROBERTO DAGOSTINO

 

Elegante, sorridente, un po' fuori luogo, e forse per la prima volta in vita sua, in imbarazzo. Ma possiamo dire oggi che quel successo, almeno nella pronta resurrezione della federazione, era in parte anche suo.

 

guido rossi guido rossi

Guido Rossi non amava i minuetti di convenienza, detestava la genia dei cortigiani che applaudono i vincitori salvo mollarli alle prime difficoltà.

Lui se ne andava nel momento in cui vedeva venir meno la sua unica e indispensabile utilità.

 

Anche per una insopprimibile necessità di essere protagonista. Non solo nel diritto, anche in politica. Le seconde file non gli si confacevano. Quando decise di candidarsi al Senato, nel 1987, nelle file del Partito comunista, pur come indipendente, sfidò il male di pancia del popolo di sinistra chiamato a votare un «miliardario democratico». All' epoca gli elettori di un partito erano più disciplinati. E dissero: «Almeno paga le tasse, tante». Lui si stufò presto.

 

FRANCESCO GRECO MARCO TRAVAGLIO FRANCESCO GRECO MARCO TRAVAGLIO

Ricordo quando mi descrisse la gioia di scrivere per Adelphi «Il ratto delle sabine», uscito nel 2000. E l' accordo che aveva stretto con un editore di qualità come Roberto Calasso che lo aveva spinto a uscire dal recinto professionale della saggistica. Era il suo primo romanzo nel quale raccontava il mito, la nascita del diritto, le prevaricazioni del potere. La sintesi di molte vicende contemporanee. Era felice. «Scrivere è l' avventura più bella e appagante». Più di una causa vinta e ben remunerata.

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…