berlinguer. la grande ambizione

“HO IMPARATO A GIOCARE A POKER IN OSTERIA CON GENTE POCO RACCOMANDABILE” – ENRICO BERLINGUER RACCONTATO DAL FILM CON ELIO GERMANO PRESENTATO ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA – CAPPELLINI: “LA PELLICOLA DI SEGRE RENDE GIUSTIZIA A UN LEADER CHE TUTTI, EX COMUNISTI E NO, RICORDANO CON STIMA E AFFETTO, E CHE NON MERITAVA DI ESSERE TRASFORMATO, PROPRIO LUI, IL MENO INDICATO IN ASSOLUTO, IN INVOLONTARIO TESTIMONIAL DELL’ANTIPOLITICA” - VIDEO

 

Stefano Cappellini per repubblica.it - Estratti

 

berlinguer la grande ambizione

Enrico Berlinguer che fa ginnastica. Così inizia Berlinguer, la grande ambizione, il film di Andrea Segre che ha aperto la Festa del Cinema di Roma. È quasi una promessa allo spettatore: entra in questa storia e farai due ore di palestra politica con il miglior personal trainer, scusate le parolacce, e alla fine l’emozione sarà pari al guadagno intellettuale.

 

Il grande merito di questo film sul leader politico più amato dal popolo nella storia repubblicana, al di là della strepitosa prova d’attore di Elio Germano, una roba alla Volonté e non serve dire altro, è la ricostruzione di come si fa – come si dovrebbe fare – la politica. Servizio, missione, ascolto. Visione ma pragmatismo, ideologia senza ideologismi, empatia ma mai accondiscendenza. La strada si indica, non si segue annusando gli umori tra i cespugli. Poveri noi posteri, dunque.

 

berlinguer la grande ambizione

 

(...)

 

Ogni volta Berlinguer paziente spiega: il compromesso serve a fare le riforme di cui c’è bisogno, appunto, serve a puntellare una democrazia assaltata da forze oscure e bombarole, serve a far avanzare il socialismo nella democrazia. Socialdemocrazia, si chiama in una parola e, se con il senno di poi un torto si può addebitare a Berlinguer, è quello di non averla imbracciata prima del crollo del muro di Berlino. Lui che aveva bene chiaro che idea della democrazia avessero i sovietici. «Non voglio uscire dalla Nato», dice in una tribuna politica. Lui che a Sofia nel 1973 non viene ucciso in un incidente d’auto solo per imperizia degli attentatori bulgari.

 

 

Ma Berlinguer credeva sinceramente in un altro comunismo e nella sua testa non c’era contraddizione, vedi il socialismo spiegato alle figlie Bianca e Maria mentre palleggia, anche se di fatto c’era, eccome. Infatti Berlinguer torna a casa da Sofia incerottato e all’amata moglie Letizia spiega che dell’attentato non si deve sapere nulla perché il partito non capirebbe, ed effettivamente l’episodio è rimasto segreto per decenni, confidato solo a pochissimi amici.

germano berlinguer

 

Dopo lo strappo con Breznev un dirigente del partito dice: «Un compagno mi ha chiesto: ma noi siamo amici o nemici della Russia? E io ho detto che siamo amici che cercano di cambiarla». Suggestione che risuona ancora in molti ex comunisti quando si parla di guerra in Ucraina.

 

In quell’ansia di non spaccare mai il Paese, che Berlinguer indica come obiettivo a tutti gli interlocutori, c’è una grammatica. Cucire, cucire, cucire. La difesa delle proprie posizioni non è mai scontro tribale. L’arroccamento è vietato, la domanda è sempre: cosa possiamo ottenere di concreto? Pazienza, ci vuole. I

 

berlinguer. la grande ambizione 9

l dialogo con Aldo Moro è scandito dal reciproco elogio della virtù cardinale. Coerenza, anche. Quando Moro viene rapito dalle Brigate rosse e il Pci sceglie la linea della fermezza, non si tratta con i terroristi, Berlinguer raduna la famiglia e dice: se capitasse a me, voglio che accada lo stesso. Berlinguer tra la gente. Le visite in borgata non sono turismo politico, c’è osmosi tra il capo e la folla. Nelle chiacchierate in famiglia – la storia è un continuo alternarsi di scene pubbliche e private – si racconta la sua formazione per strada, il piacere del contatto con la gente e della contaminazione. «Ho imparato a giocare a poker in osterie con gente poco raccomandabile», racconta il leader.

 

berlinguer. la grande ambizione 7

Bella la scelta di chiudere il racconto con Berlinguer che scrive una lettera alla moglie nel giorno dell’anniversario di nozze per scusarsi delle assenze in famiglia, ma anche per ribadire che non poteva essere altrimenti. La politica non è un hobby o una parentesi, come avrebbero teorizzato anni dopo alcuni fan improvvisati. Il film di Segre rende giustizia a un leader che tutti, ex comunisti e no, ricordano con stima e affetto, che ancora oggi molti giovani e giovanissimi scoprono con piacere, e che non meritava di essere trasformato, proprio lui, il meno indicato in assoluto, in involontario testimonial dell’antipolitica.

berlinguer. la grande ambizione 12berlinguer. la grande ambizione 6berlinguer. la grande ambizione 10berlinguer. la grande ambizione 4berlinguer. la grande ambizione 5

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…