1. HOLLANDE TRA LE LENZUOLA NON SI VEDE NÉ SI TOCCA. ALLA FRANCIA PIACE LA CENSURA 2. FACEVA UN CERTO EFFETTO, IERI, METTERE A CONFRONTO LA PRIMA PAGINA DEL ‘FINANCIAL TIMES’, LA TESTATA DELLE ÉLITE EUROPEE DIFFICILMENTE SOSPETTABILE DI CEDIMENTI AL PURO GOSSIP, CON UNA GRANDE FOTO DELL’AMANTE DI HOLLANDE, JULIE GAYET, E LA COPERTINA DI ‘LIBÉRATION’, IL QUOTIDIANO DELLA SINISTRA FRANCESE CHE SI È TANTO AGITATO PER IL SEX-GATE DI BILL CLINTON E MONICA LEWINSKI E PER IL BUNGA BUNGA DI BERLUSCONI, CON UN FOTOGRAMMA DALL’ULTIMO CARTONE ANIMATO DI MIYAZAKI 3. ALL’ESTERO, LA NOTIZIA È SOPRATTUTTO CHE HOLLANDE, UOMO CON MOLTE RESPONSABILITÀ TRA LE QUALI QUELLA DELL’ARSENALE ATOMICO, POTREBBE AVERE ELUSO OGNI RAGIONEVOLE MISURA DI SICUREZZA PER ANDARE IN MOTORINO A INCONTRARE L’AMANTE, CON LA GUARDIA DEL CORPO RIDOTTA A PORTARE I CROISSANT; IN FRANCIA, IL PUNTO SEMBRA INVECE ESSERE CHE ‘CLOSER’ HA INFRANTO LA PRIVACY DEL PRESIDENTE

1. LA PRIVACY, INNANZITUTTO» IMBARAZZI FRANCESI SU HOLLANDE
Stefano Montefiori per il Corriere della Sera

Ci sono occasioni in cui la Francia appare un'isola separata dal resto del mondo: durante l'elezione presidenziale, quando tutti consultano i siti svizzeri o belgi per sapere chi dei due candidati è in testa (in Francia i sondaggi sono proibiti); e in questi giorni, quando la relazione (non confermata né smentita) del presidente François Hollande con l'attrice Julie Gayet trova largo spazio nei giornali di tutto il mondo, ma non in quelli francesi.

Faceva un certo effetto, ieri, mettere a confronto per esempio la prima pagina del britannico Financial Times, la testata delle élite europee difficilmente sospettabile di cedimenti al puro gossip, e la copertina di Libération, il quotidiano della sinistra francese: una grande foto di Julie Gayet sull'Ft, e un fotogramma dall'ultimo cartone animato di Miyazaki su Libé . Omaggio al grande regista giapponese più che legittimo ma forse un po' fuori tema, vista la giornata.

Al di là del rilievo, colpisce anche il taglio degli articoli. All'estero, la notizia è soprattutto che il presidente della Repubblica francese, uomo con molte responsabilità tra le quali quella dell'arsenale atomico, potrebbe avere eluso ogni ragionevole misura di sicurezza per andare in motorino a incontrare l'amante, con la guardia del corpo ridotta a portare i croissant; in Francia, il punto sembra invece essere che il settimanale Closer ha infranto la privacy del presidente.

La tradizionale protezione francese della vita privata dei personaggi pubblici sembra anacronistica, specie quando essi stessi, per primi, danno alle loro vicende personali una dimensione politica: il 6 maggio 2012 François Hollande ha salito i gradini dell'Eliseo facendosi accompagnare da Valérie Trierweiler, che solo in virtù della storia d'amore con il presidente - un fatto sicuramente privato - ha diritto all'«Ala Est» del Palazzo, con uffici e consiglieri personali pagati dai contribuenti.

L'11 febbraio François Hollande e Valérie Trierweiler sono attesi a da Barack e Michelle Obama a Washington, per una visita ufficiale. I cittadini potrebbero forse avere il diritto di conoscere la verità sullo stato della relazione tra il loro presidente e la sua compagna, dotata evidentemente di un ruolo pubblico.

Eppure i media francesi sembrano tornare, anche se a proposito di circostanze molto diverse, all'atteggiamento tenuto con Dominique Strauss-Kahn prima che scoppiasse lo scandalo del Sofitel: tutti conoscevano le sue abitudini poco compatibili con l'esercizio del potere, si è scoperto poi, ma nessuno si è sentito in dovere di informarne i francesi. La privacy, o quel che ne resta, innanzitutto.

2. IL LETTO DI HOLLANDE NON SI TOCCA. ALLA FRANCIA PIACE LA CENSURA
CORO UNANIME A DIFESA DELLA PRIVACY DEL CAPO DELL'ELISEO. LA STAMPA CONTRO AL RIVISTA "CLOSER": UNA DERIVA INEDITA
Gaia Cesare per Il Giornale.it

La quiete dopo la tempesta. Mentre Internet e i social network ribollono per lo scoop sulla presunta relazione tra François Hollande, 59 anni, e l'attrice Julie Gayet, 41 - con gli impertinenti del web che ironizzano: «Ségolène, Valérie, Julie. Di questo passo la prossima è Angelina Jolie» - tutto tace in zona Eliseo e dintorni.

Il presidente approfitta del week-end per studiare una strategia che gli consenta di dribblare le domande sullo scandalo alla conferenza stampa di martedì, che nelle intenzioni del capo dello Stato francese dovrebbe segnare il suo rilancio politico. Nessuna traccia nemmeno di Valérie Trierweiler, la compagna ufficiale del capo dello Stato, la cui ultima apparizione al fianco di Hollande risale a martedì scorso.

Non pervenuta nemmeno Julie, per molti ormai solo la maîtresse, l'amante, che pure venerdì tramite il suo avvocato è riuscita a far rimuovere le immagini dello scandalo dal sito del magazine. All'indomani del Gayet-gate - com'è stata ormai ribattezzata la presunta storia clandestina insinuata dalle foto del settimanale Closer, che immortalano il presidente casco in testa, dopo la traversata in scooter, mentre entra nel pied-à-terre dell'attrice per uscirne il giorno dopo - da Parigi è soprattutto silenzio assordante.

A raccontare invece, in maniera parecchio eloquente, anche con molti non detto, il clima che si respira nei palazzi della politica e del potere, e forse anche nella libertina società francese, sono gli organi di stampa. Quasi un coro unanime che si stringe attorno al presidente per stigmatizzare l'attacco alla sua vita privata.

Il più feroce contro lo sgambetto al presidente è Le Parisien, quotidiano nazionale più diffuso a Parigi secondo cui la decisione di pubblicare le «foto rubate del capo dello Stato» «segna una deriva inedita e rimette fortemente in discussione la frontiera fra vita pubblica e privata»: due sfere, spiega, che dovrebbero essere separate «da un cordone sanitario».

Da Le Monde al Figaro a Libération i toni non cambiano ed evidenziano più un'urgenza a difendere il privato dell'Eliseo che a cogliere le contraddizioni o le eventuali ripercussioni pubbliche dello scandalo. Lo spazio dedicato alla reazione del presidente, cioè alla richiesta di rispettare la sua vita privata, è nettamente superiore a quello dato alla notizia, con Le Figaro che titola «Hollande chiede il rispetto della sua vita privata» e lo esorta a fare un discorso pubblico talmente forte da rimuovere le tentazioni di voyerismo, Le Monde che insiste «Monsieur Hollande costretto a difendere la sua vita privata», Libération che si chiede, dopo aver relegato la notizia in un angolo della prima pagina: «Esiste una vita privata durante l'Eliseo?».

Di certo nulla a che vedere con la crudeltà degli inglesi, che dal caso del ministro John Profumo a quello vicepremier di Blair, John Prescott, non perdono occasione per inchiodare i loro politici ai Sexgate. Niente a che fare neanche con gli americani e non solo dopo lo scandalo Clinton-Lewinsky.

Inimmaginabile negli States che il capo dello Stato possa lasciare il palazzo presidenziale in scooter e passare la notte altrove. Dopo l'assassinio di Kennedy, l'associazione della stampa presidenziale ha ottenuto che un pool di giornalisti segua praticamente ovunque il presidente fuori dalla Casa Bianca.

E che dire dell'Italia, dove la stampa non ha risparmiato alcun dettaglio né giudizi - legittimi quanto feroci - sulle serate dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi? In Francia, invece, da destra a sinistra, la stampa si stringe attorno al presidente, come hanno già fatto i politici di ogni colore.

Snobismo? Sintonia con i costumi francesi? Eccesso di connivenza col potere? Pura voglia di difendere il sacrosanto principio della privacy o - come lascia intendere la direttrice di Closer - forse un pizzico di invidia per lo scoop mancato? «Se la storia vi ripugna tanto - chiede piccata Laurence Pieau - non sarebbe stato più semplice non farci la prima pagina?».

 

 

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