hong kong occupy central

UN OMBRELLO IN CULO A PECHINO - CONTINUA LA RIVOLTA DI HONG KONG, OCCUPATA DA MANIFESTANTI CON OMBRELLI COLORATI (PER DIFENDERSI DA SPRAY URTICANTI E LACRIMOGENI) - AVVERTIMENTO CINESE AGLI USA: “NON VI IMMISCHIATE”

 

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1.CINA AVVERTE GLI USA, NON VI IMMISCHIATE A HONG KONG

 (ANSA) - Il ministero degli Esteri cinesi ha avvertito Stati Uniti e altre nazioni di non immischiarsi negli affari di Hong Kong perché le proteste sono una questione interna. Lo riporta il quotidiano South China Morning Post.

 

2.HONG KONG, PROTESTE ESTESE A CAUSEWAY BAY E MONG KOK

(LaPresse/AP) - A Hong Kong continuano le proteste dei manifestanti in favore della democrazia, che hanno esteso i loro raduni a varie parti della città, sfidando gli appelli delle autorità a ritirarsi. I manifestanti hanno occupato strade anche in altre parti di Hong Kong, inclusa l'area commerciale di Causeway Bay e del porto nella zona di Mong Kok sulla penisola Kowloon.

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La polizia ha cercato di negoziare con i manifestanti accampati su una strada vicino alla sede del governo di Hong Kong, dove la sera prima si sono verificati scontri e la polizia aveva usato i gas lacrimogeni contro i manifestanti. Un agente con un megafono ha cercato di convincerli a lasciare la via aperta ai pendolari.

 

Un manifestante, usando il mezzo di comunicazione dei dimostranti, ha risposto che i manifestanti vogliono che il capo del governo di Hong Kong Leung Chun-ying chieda una scelta vera per gli elettori del territorio. "Fate qualcosa di buono per Hong Kong. Vogliamo una vera democrazia!", ha urlato. Il comune ha fatto sapere che le strade nelle zone interessate dalle proteste sono chiuse. Oltre 200 percorsi di bus sono stati cancellati o dirottati, in una città che dipende dal trasporto pubblico. Anche le uscite delle metropolitane sono state chiuse o bloccate vicino alle zone delle proteste.

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Le autorità hanno fatto sapere che alcune scuole nelle aree vicino al principale luogo di protesta rimarranno chiuse. Le dimostrazioni sono cominciate con il boicottaggio delle lezioni la scorsa settimana da parte di studenti che chiedevano a Pechino di concedere vere riforme democratiche. "Sarà una lunga lotta", ha detto questa notte Edward Yau, 19 anni, studente di diritto.

 

3.HONG KONG, POLIZIA ANTISOMMOSSA SI RITIRA DA ZONA SCONTRI

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LaPresse - A Hong Kong la polizia antisommossa si è ritirata dall'area dove ieri aveva utilizzato gas lacrimogeni contro i manifestanti. Il governo ha chiesto ai manifestanti di disperdersi pacificamente, ma i dimostranti sono rimasti accampati su una strada vicino alla sede del governo di Hong Kong. I manifestanti usano ombrelli, tele di plastica e altri mezzi di difesa improvvisati.

 

Alcuni hanno soprannominato le proteste "la rivoluzione degli ombrelli", una definizione che viene usata anche sui social media. Gli ombrelli, utilizzati dai manifestanti per proteggersi dallo spray al peperoncino, sono diventati il simbolo più visibile del movimento. Proprio gli ombrelli sono stati la principale linea difensiva ieri per la folta folla di manifestanti che cercavano di attraversare le barriere della polizia, che tentava di disperdere i manifestanti con spray al peperoncino spruzzato da zainetti.

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Mentre la folla avanzava, gli agenti strappavano gli ombrelli uno ad uno e li buttavano via. Il manifestante Rick Chan ha riassunto i sentimenti di molti oggi, quando ha urlato ai poliziotti che guardavano gli accampamenti: "Abbiamo solo ombrelli". "Sono venuto la scorsa notte, e ho visto la polizia sparare così tanti gas lacrimogeni verso la folla, dove c'erano soprattutto giovani studenti e anche qualche anziano", ha raccontato Chan, lavoratore 32enne del settore finanziario.

 

"Ho avvertito ciò come estremamente non necessario. Potevano vedere che i manifestanti non erano pericolosi. Invece hanno fatto adirare tutti. Penso di stare qui a tempo indeterminato", ha aggiunto. I sostenitori hanno regalato nuovi ombrelli, che sono stati distribuiti a chi ne aveva bisogno nelle stazioni intorno alla zona delle proteste. Gli ombrelli hanno anche una duplice utilità, perché proteggono dal sole.

 

4.OCCUPY CENTRAL CHIEDE DIMISSIONI DI LEUNG CHUN-YING

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(LaPresse/AP) - A Hong Kong il movimento Occupy Central ha emesso un comunicato nel quale chiede al capo del governo della città Leung Chun-ying di dimettersi, aggiungendo che la sua "non risposta alle richieste del popolo ha portato Hong Kong verso una crisi di disordine". Il comunicato aggiunge che la protesta adesso è un "movimento spontaneo" di tutta la popolazione di Hong Kong.

 

 

5.HONG KONG NON CEDE: SIAMO IL NUOVO TIBET

Ilaria Maria Sala per “La stampa

 

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Hong Kong non rispetta gli ordini delle autorità, e continua a lottare per la democrazia e per quel suffragio universale promesso ormai da trent’anni.

La risposta della polizia è stata dura, con innumerevoli lanci di lacrimogeni, spray urticanti al pepe e perfino pallottole di gomma contro la folla, che non si è però lasciata scoraggiare e ha continuato a portare avanti sit-in sempre più numerosi in diversi punti della città.

 

«Hong Kong non sarà mai più la stessa», ha dichiarato Martin Lee, uno dei veterani della lotta per la democrazia di Hong Kong, ex leader del Partito Democratico. Confuso, un po’ sotto choc dopo aver ricevuto in pieno volto i lacrimogeni, si è allontanato controvoglia dalla manifestazione: «Ora la polizia ci impedisce di riavvicinarci. Sto bene, appena sono stato colpito qualcuno dalla folla mi ha versato acqua negli occhi, grazie a loro sono ancora intero. L’utilizzo della forza è totalmente sproporzionato», ha detto, definendo Xi Jinping, il Presidente cinese, «un tiranno». «Gli studenti si stanno comportando benissimo. Sono molto calmi, e molto coraggiosi. E naturalmente hanno del tutto ragione: noi stiamo solo chiedendo quello che ci è stato promesso», dice.

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 Come dimostra la sua presenza qui, la lotta per la democrazia a Hong Kong, non è iniziata da pochi giorni: va avanti da diverse decadi, e oggi per le strade della città si danno sostegno reciproco almeno quattro generazioni di attivisti, uniti per la prima volta intorno a un’unica battaglia: che a Hong Kong sia concesso il suffragio universale senza che Pechino pre-approvi i candidati.

 

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La galassia riformista della città è composita e ha visto ancora una volta tutti scendere in campo: i gruppi religiosi che danno inizio alle giornate con sessioni di preghiera, gli avvocati, che chiedono a tutti di raccogliere le immagini che provano l’uso eccessivo della forza, ma anche ong, tassisti e gente comune, che portano bottiglie d’acqua e cibo ai manifestanti. Intanto, Joshua Wong, il diciassettenne alla testa del movimento studentesco, è stato rilasciato – senza scarpe e occhiali, ma «salvo», come ha dichiarato nel suo primo tweet da libero.

 

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Ching Cheong, giornalista «patriottico» appartenente alla corrente del movimento che vorrebbe vedere tanto Hong Kong che la Cina democratizzarsi, lamenta che le azioni delle forze dell’ordine «stanno alienando i giovani dalla Cina. Pechino è riuscita a gettare fertilizzante sui germogli di un movimento indipendentista che non aveva tanta forza. Adesso, i giovani vogliono autodeterminazione, dicono che non hanno nulla, nulla a che vedere con la Cina. Ma se Pechino non è abbastanza saggia da calmare le cose, e usa solo la forza, allora Hong Kong può diventare un altro Tibet».

 

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L’allarme non fa che salire, mentre le autorità dimostrano di non sapere - o volere - dare inizio al dialogo. In un breve messaggio pre-registrato sul sito web del governo di Hong Kong, il Capo dell’Esecutivo, Cy Leung, ha letto un breve comunicato in cui invitava i cittadini a «sgomberare le strade per garantire a lavoratori e studenti di potersi recare al lavoro e a scuola», per poi dover annunciare, poco dopo, la sospensione delle lezioni in tre dei principali distretti della città. Non una parola sulla crisi politica in atto, mentre Pechino ha sinistramente avvertito che il governo cinese «è fermamente contrario ai movimenti illegali», ribadendo «pieno sostegno al governo del territorio».

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Ma le migliaia di manifestanti, in piazza per ottenere elezioni libere nel 2017 senza nessuna imposizione da parte della Cina, hanno continuato tutta la notte a rioccupare le strade appena sgomberate, allargando la protesta anche ad altre zone

 

«Ora non si tratta più degli adulti», dice Bao Pu, editore a Hong Kong: «Questa è diventata la più grande aula per gli studenti. Qui una nuova generazione sta creando la sua coscienza politica, stanno imparando a sfidare il potere, è l’inizio di una lotta che potrà durare anche per anni».

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Fra il fumo dei lacrimogeni e la determinazione degli studenti, l’improbabile esperimento iniziato nel 1997, quando Londra consegnò Hong Kong a Pechino, senza chiedere ai cittadini nemmeno un’opinione, sta mostrando tutti i suoi dolorosi limiti.

 

 

 

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