NEL NOME DI NICK - I FEDELISSIMI DI COSENTINO PROMETTONO GUERRA A OLTRANZA A FORZA ITALIA IN CAMPANIA, FINITA NELLE MANI DI FRANCESCA PASCALE E DELLA SUA PROTESI, DE SIANO – ‘’CHI HA PIÙ FORZA QUELLO SPARA’’

1. I FEDELISSIMI DI NICK O' MERICANO: SVUOTEREMO LO STESSO FORZA ITALIA
Amedeo La Mattina per ‘La Stampa'

Nick 'o mericano in carcere e i suoi fedelissimi continuano la lotta in suo nome. Come dice Paola Raia, «l'affetto, l'amicizia e la stima politica per Nicola non muoiono e non moriranno mai»». Ci mancherebbe. Raia è la pasionaria capogruppo alla Regione di Forza Campania (sette consiglieri), di quella scheggia (impazzita?) di Forza Italia nata dopo l'emarginazione della vecchia guardia (Cosentino, appunto, e di personaggi come Amedeo Labocetta, l'ex deputato che impedì alle Fiamme Gialle di sequestrare il computer di Francesco Corallo nell'ambito dell'inchiesta Atlantis: il computer venne poi consegnato ripulito).

Labocetta divenne coordinatore del Pdl a Napoli e solo dopo un po' di tempo messo alla porta senza tante spiegazioni. Così Amedeo ha seguito Nick che pochi giorni fa ha fondato Forza Campania. Anche perché, nel frattempo, Berlusconi aveva nominato Domenico De Siano, voluto dalla sua fidanzata Francesca Pascale, coordinatore regionale di Forza Italia.

Denis Verdini ha cercato di difendere Cosentino e i vecchi amici campani presso il Cavaliere, ma ha perso la battaglia. E cosa fa l'ex assistente personale di Denis, la consigliera regionale Luciana Scalzi? Migra nel gruppo di Forza Campania che proprio l'altro ieri ha stretto un'inedita alleanza con il Pd per eleggere alla presidenza del Corecom la piddina Ilaria Perrelli.

Uno schiaffo pesantissimo a De Siano, ma soprattutto al presidente della Regione Stefano Caldoro: il vero nemico giurato che non li vuole in giunta e nelle decisioni che contano. È Caldoro, oltre a Mara Carfagna, la bestia nera. Al punto che a dicembre i «cosentiniani» non gli votano il bilancio regionale. E per le amministrative e le Europee di maggio promettono guerra.

L'obiettivo principale però sono le regionali del prossimo anno dove Nick, Raia e Scalzi (chez Verdini?) promettono di svuotare Forza Italia. «Scommetto che Forza Campania alle regionali stringerà un'alleanza con l'ex sindaco di Salerno ed ex sottosegretario De Luca che non verrà candidato alla presidenza della Regione dal Pd, vendicandosi», spiega il giornalista Massimo Amato che, insieme ad altri, ha scritto un libro «Il Casalese» in cui Nick e famiglia sono ampiamente protagonisti.

Odio, vendetta, voglia di rivincita, Berlusconi è intervenuto senza riuscire a cavare un ragno dal buco, senza che Verdini gli abbia dato un dito della mano sinistra. Ma quanto conta Forza Campania in questa Regione ora che il leader occulto è in carcere? «Tanto: ognuno dei sette consiglieri ha un bel pacchetto di voti: secondo me il 20% del 35% di Forza Italia», sostiene Amato. «Lo vedremo nelle urne», dice sibillina Paola Raia. «Sicuramente le divisioni fanno malissimo a Forza Italia, che prima era un partito inclusivo, dove c'era dialogo. Ora chi sta antipatico viene buttato fuori. Noi dobbiamo salvare la dignità e risponde alla rabbia che c'è nella società. Ci mancheranno i consigli di Nicola, che ha sempre voluto stare un passo indietro, ma saremo noi ad andare avanti». Al grido Nick 'o mericano libero.

2. ABBIAMO LA POLITICA, I SOLDI E LA FORZA: LA SANTISSIMA TRINITÀ DEL CLAN DI NICK
Dario Del Porto e Conchita Sannino per ‘La Repubblica'

«Chi ha più forza quello spara. Dove ci vuole la politica, c'è mio fratello Nicola. Dove ci vogliono i soldi, ci sto io. E dove ci vuole la forza, c'è pure la forza ». Leggi: la camorra dei casalesi.

Eccola, la filosofia dei Cosentino nelle parole di Giovanni, il senior dei sei fratelli di Casal di Principe. Così il manager avrebbe intimato all'imprenditore Luigi Gallo di starsene buono, suggerendogli di non combattere contro di loro, di non insistere nel suo intento di aprire quel distributore di carburante troppo vicino all'impianto di famiglia di Nick o' ‘mericano.

Al centro dell'indagine della Procura napoletana c'è proprio l'atto d'accusa di Gallo, che si sofferma, nel suo interrogatorio fiume con i pm, sulle pressioni esercitate dai Cosentino e dai loro "amici" nel cuore delle istituzioni per bloccare l'impianto. È l'uomo che alla fine dirà: «Si sono mangiati il sangue di tutti, non hanno avuto pietà di nessuno».

APPOGGI CRIMINALI
Emblematico l'incontro tra Gallo e Giovanni Cosentino, che il gip Iaselli definisce "la mente" della famiglia. Siamo nel settembre del 2002. «Incontrai due o tre volte Giovanni Cosentino - dice Gallo - Ormai i rapporti tra di noi erano cambiati profondamente. Al primo incontro, credo in un bar di Aversa, lui mi porse la mano ma io chiesi il perché di tanta cattiveria su di me».

Fu allora che Giovanni avrebbe risposto, «testualmente», con l'inquietante riferimento alla «forza» che, secondo il gip, non può che rimandare al clan dei casalesi di cui Nicola, il politico, viene ritenuto dalla Procura «referente politico nazionale».

Gallo, proprio su questo punto, aggiunge: «(Giovanni Cosentino, ndr) non mi specificò esplicitamente a cosa volesse riferirsi con l'ultima parte della battuta ma, se consideriamo che Nicola è esponente politico di Fi, che Giovanni è un capitalista di forza, se pensiamo ai risaputi legami di parentela di un po' tutta la famiglia Cosentino è semplice intravedere, quale riferimento alla forza, la possibilità per Giovanni di contare su personaggi forti dal punto di vista delinquenziale. La stessa tipologia di discorso venne fatta anche nelle altre circostanze in cui incontrai il Cosentino».

"COSE ECLATANTI"
Agli atti ci sono anche alcune intercettazioni. Al telefono con un amico, Gallo si sfoga per le vessazioni subite dai Cosentino: «Si sono mangiati il sangue della gente, non hanno avuto pietà di nessuno! Di nessuno hanno avuto pietà... sono passati sopra a tutto e a tutti! Ma su tutti i settori eh! Così l'edilizia, così la campagna, così con la distribuzione, così, sopra a tutto e tutti!! Ma la cosa più eclatante l'ha fatta il fratello onorevole (Nicola, ndr): é un parlamentare e dovrebbe stare al di sopra delle parti e invece no! Mandava a chiamare uno, mandava a chiamare un altro: vedi come devi fare, vedi questo e compagnia bella, o ti stronco la carriera».

FACEVA POLITICA DAI DOMICILIARI
Il gip, applicando la misura della custodia in carcere, sottolinea che Cosentino continuava ad esercitare l'attività politica persino dagli arresti. Il dato emerge dalle migliaia di contatti rivelati dalle intercettazioni e dai tabulati del periodo compreso fra il giugno 2013 e il gennaio 2014 quando l'ex sottosegretario, uscito dal carcere, era sottoposto agli arresti domiciliari, poi imputato a piede libero: «ben 6.147 telefonate e 4.656 sms», rileva il gip.

Tantissimi i nomi di collaboratori, esponenti politici regionali e nazionali che figurano tra i contatti di Cosentino. E colpisce che l'ex deputato abbia avuto frenetiche conversazioni anche con amministratori e politici coinvolti in un'altra, articolata indagine dell'anticamorra che ha condotto all'arresto del consigliere regionale Angelo Polverino e dell'ex direttore dell'Asl di Caserta, Francesco Bottino, su una serie di appalti nella sanità casertana, e nei cui atti è citato anche Cosentino.

LE ACCUSE AL PREFETTO
Nell'inchiesta figura indagata per concussione ed estorsione (ma non è stato chiesto un provvedimento restrittivo) l'ex prefetto di Caserta ed ex deputato Pdl, Elena Stasi. I fatti si riferiscono al 2002. Tutto nasce da una convocazione in prefettura a Caserta, quando la dottoressa Stasi era viceprefetto, ricevuta dall'allora sindaco di Villa di Briano, Raffaele Zippo. Dopo iniziali resistenze, Zippo racconta agli inquirenti di essere stato ricevuto da un viceprefetto poi divenuta prefetto, («mi pare si trattasse della Stasi o De Stasio») la quale era in compagnia dell'onorevole Cosentino.

Lei rimase in silenzio, ma Cosentino avrebbe avuto toni minacciosi: «Tu devi allontanare il tecnico comunale, Nicola Magliulo, perché è indiziato di reati di concussione (in realtà è il tecnico che aveva concesso l'autorizzazione all'apertura dell'impianto di Gallo, concorrente dei Cosentino, ndr). Questo Magliulo mi sta dando fastidio. Se mi fai questo piacere ti sarò riconoscente, posso anche darti una mano politicamente, se serve qualcosa, vieni qua». Zippo rispose di essere a conoscenza della vicenda. Poi, dopo vari accertamenti, il sindaco decise però di non rimuovere Magliulo: non vi erano i presupposti.

Da quel momento, ricostruisce l'ex sindaco, «Gallo diede inizio ai lavori di realizzazione dell'impianto » e intanto dalle aziende dei Cosentino scattarono ricorsi mentre Regione e Agip Petroli chiedevano chiarimenti sull'azienda di Gallo. Ma il calvario dell'imprenditore non finisce più: gli revocano il permesso, intanto arrivano i fratelli del boss dei casalesi Zagaria e lo sottopongono a una doppia estorsione: imponendogli loro ditte per gli sbancamenti e chiedendo tangenti di milioni di vecchie lire. Dirà Gallo al telefono: «A me mi possono anche uccidere. Ma muori pure tu». E riferendosi a Nicola Cosentino: «E speriamo che la magistratura mo' lo distrugge a lui!».

 

 

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