I FINI DI LAVITOLA - OLTRE ALLA COMPRAVENDITA DI SENATORI PER FAR CADERE PRODI (DE GREGORIO, DINI E MASTELLA), ANCHE IL DOSSIER SULLA CASA MONEGASCA DI FINI FU UN’INIZIATIVA DI LAVITOLA PER INGRAZIARSI BANANONI - IL FACCENDIERE VOLEVA ENTRARE IN PARLAMENTO O NEL PDL, MA NON CI RIUSCÌ - “BERLUSCONI, A PANAMA SALÌ SUL PALCO E PROMISE DI REALIZZARE UN OSPEDALE A VERAQUA” - NATURALMENTE POI NON COSTRUÌ PROPRIO NIENTE…

Dario Del Porto e Conchita Sannino per "la Repubblica"

L´"operazione Libertà" per traghettare senatori e far cadere il governo Prodi. Lo scoop dal paradiso fiscale di Santa Lucia sulla casa monegasca del cognato di Fini. Sono le missioni che Valter Lavitola mette a segno per ritagliarsi «spazio politico» accanto al Cavaliere.

Anzi: nel «cerchio magico» di Berlusconi, a dispetto «di Letta e di Ghedini che non mi sopportavano, mi vedevano come l´uomo nero, volevano essere riveriti». Nel suo secondo interrogatorio dal carcere, Valter Lavitola parla a raffica. Interrompe i pm, divaga, incrocia un capitolo con l´altro. E fa battute: «Rapporti con i Servizi? Sì... 007 Operazione Fessacchiotto». Ma sono molti gli snodi che non chiarisce.

OPERAZIONE LIBERTÀ
L´editore dell´Avanti! spiega di aver svolto il ruolo di «consigliere» dell´allora senatore Comincioli (poi deceduto) che, per Lavitola era «buonanima... l´uomo principale che al Senato si occupava di avvicinare i parlamentari del centrosinistra per passare con il centrodestra». Secondo Valter, il senatore De Gregorio (eletto con l´Idv nel 2006 e poi passato con i berlusconiani) «negoziò con il Cavaliere la nomina a presidente della commissione Difesa».

De Gregorio è indagato con Lavitola per la truffa dei fondi per l´editoria: oggi la giunta di Palazzo Madama si pronuncerà sulla richiesta di arresti domiciliari a suo carico. Pm: «Allora come funziona questa Operazione libertà?»

Lavitola: «Io ho avuto un ruolo in questa cosa (...), perché il senatore Comincioli si convincesse lui per primo (...) Poi insieme a Comincioli, abbiamo detto a Berlusconi che c´era la possibilità di raccogliere un consenso in Senato. Berlusconi non ci credeva e però ha lasciato fare; quando si è reso conto che poi in effetti c´è stato anche un naturale movimento, si è convinto».

Nel dettaglio: «Voglio dire: Dini e Mastella erano al centrodestra da sempre, stavano sul confine e si sono trovati messi al margine dal centrosinistra. Poi (...) ognuno di loro ha fatto un movimento, quando si è fatta la fondazione del Pdl (...) di Fini, ci stavano pure, alla pari, De Gregorio, Caldoro, Dini».

Pm: «Lei per questa opera, ha avuto un compenso?»
Lavitola: «Economico no... Ma la promessa di Berlusconi di essere candidato al Parlamento».
Pm: «Perché ha avuto 500mila euro?». Riferimento alla pubblicità che Forza Italia acquista su l´Avanti!
Lavitola: «Avevamo una situazione economica difficile».

LA CASA MONEGASCA
I pm chiedono: «Rispetto alla vicenda Fini, che ruolo ha svolto e che contropartita ha avuto?» Lavitola rivendica di «non avere avuto input» nella ricerca dei documenti sulla riconducibilità al cognato di Gianfranco Fini della casa monegasca. Lavitola dice: «Figuriamoci se il giornale del fratello di Berlusconi dava a me la cosa». Parla di una cena in Costarica, ma «da giornalista tutelo le mie fonti», da cui sarebbe emersa la notizia-scoop.

«Rispetto a questa vicenda - aggiunge Lavitola - ho puntato sempre a mantenere con Berlusconi un rapporto di carattere politico. Più che la ricompensa, l´obiettivo era riuscire a ritagliarmi uno spazio politico all´interno del partito. Ho tentato col Parlamento, non ci sono riuscito; ho tentato con il Governo, non ci sono riuscito; volevo tentare col partito e neanche ci sono riuscito». Ma poteva comunque fare pressing su Berlusconi. E proporre, per esempio, la nomina del generale Emilio Spaziante come numero due della Finanza.

FINMECCANICA
Sull´intreccio di affari a Panama che vedono Lavitola a Panama nel doppio ruolo di consulente di Finmeccanica e uomo vicino al presidente Ricardo Martinelli, Valter svela il retroscena di un ospedale promesso da Berlusconi, atteso in un quartiere povero e mai arrivato. Tutto ciò nel caso che le imprese italiane si fossero aggiudicate una commessa per la metro locale.

«Berlusconi con la sua solita verve andò sul palco, disse che lui regalava l´ospedale pediatrico nella provincia poverissima di Veraqua». Lavitola ribadisce di aver provato a chiedere a Berlusconi, dalla latitanza, «un prestito di 5 milioni».

Ammette di aver inviato da Berlusconi come suo «tramite» Carmelo Pintabona, presidente delle associazioni siciliane in Sud America ed esponente Mpa. «Gli dissi: vedi se riesci a contattare a Berlusconi, digli che sono nella cacca. Ma lui fu fermato sotto Palazzo Grazioli e un funzionario gli disse anche che aiutare un latitante è "favoreggiamento"».

 

 

lavitola-berlusconigianniletta NICOLO GHEDINI SERGIO DE GREGORIOSTEFANO CALDORO E LUIGI DE MAGISTRIS senato07 dini mastellaGIANFRANCO FINI fini_casa_montecarlo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…