luigi di maio e davide casaleggio

DITE A DI MAIO CHE TRA I GRILLINI PIU’ CONVINTI A FAR SALTARE IL GOVERNO C’E’ DAVIDE CASALEGGIO! - IL PARA-GURU DEL M5S AVREBBE COMUNICATO AI SUOI  REFERENTI ROMANI L'INTENZIONE DI DIVINCOLARSI DA SALVINI PER ANTICIPARE LA LEGA NELLA CORSA ALLE URNE - LA VALUTAZIONE È SEMPLICE: MEGLIO ANDARE AL VOTO SUBITO CHE RISCHIARE DI ANDARCI DOPO CHE LA LEGA AVRÀ DRENATO ALTRI VOTI AL M5S...

Tommaso Labate per “il Corriere della sera”

 

davide casaleggio sum #03

«Quel contratto, per com' era stato immaginato, non basta più. Come non basta l' elenco di cose da fare punto e basta. Adesso serve una specie di cronoprogramma. Le cose da fare, certo; ma anche l' ordine in cui vanno fatte, il modo, la forma. La Tav? Diciamo che anche la Tav dovremo trovare il modo di farla stare dentro questa cornice». Alle 8 di ieri sera, nelle stanze di Palazzo Chigi in uso ai protagonisti del ramo pentastellato, spuntano una serie di fogli con tanto di annotazioni. C'è anche la Tav, il più amaro dei calici che il M5S potrebbe essere costretto a bere pur di tenere viva l'alleanza di governo con Matteo Salvini.

 

davide casaleggio e luigi di maio a sum #03

L'armistizio può avere la durata massima di due o tre giorni. Poi ci sarà il faccia a faccia in cui il patto di governo, cronoprogramma alla mano, sarà nuovamente sottoscritto o stracciato per sempre. Ma nel grande puzzle delle ventiquattr'ore che passano tra la fine della conferenza stampa di Conte (lunedì) e l'inizio del lavoro istruttorio del vertice decisivo con la Lega (ieri) manca un tassello. È un tassello chiave, rimasto coperto dal rumore di fondo del dibattito sulla conferenza stampa di Conte, della successiva rissa sullo sblocca cantieri, dell' armistizio telefonico e poi della salita al Quirinale di Di Maio.

 

ROBERTO FICO - GIULIA SARTI - LUIGI DI MAIO

Lo scontro interno al M5S, per come lo ricostruiscono diverse fonti, va avanti dall'immediato dopo-elezioni. Non c'entrano, stavolta, né sottolineature anti-salviniane dell'ala che fa riferimento al presidente della Camera Roberto Fico né le ambizioni di Alessandro Di Battista.

 

O, se c'entrano, sono solo variabili dipendenti della variabile principale: la «dialettica», la chiamano così, tra l'ala che preme per tenere in vita il governo, che fa riferimento a Di Maio; e l'ala che medita di staccare la spina prima di finire «asfissiati» dai diktat di Salvini, che avrebbe come «tessera numero uno» addirittura Davide Casaleggio.

 

Il primo tempo della partita si gioca nelle ore successive al voto e sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo la richiesta di ridimensionamento che uno dei parlamentari meglio sintonizzati coi radar di Casaleggio, Gianluigi Paragone, rivolge a Di Maio in persona. Il plebiscito sulla piattaforma Rousseau incassato dal vicepremier placa gli animi e rinvia lo scontro a un secondo tempo. Che si gioca nella notte tra lunedì e martedì, qualche ora dopo la conferenza stampa di Conte.

luigi di maio roberto fico napoli

 

Fonti pentastellate attribuiscono all' erede di Gianroberto Casaleggio e ai suoi primi referenti romani l' intenzione di divincolarsi subito da Salvini e la tentazione di anticipare la Lega nella corsa verso le urne. La valutazione è semplice: meglio andare al voto subito a testa alta oppure rischiare di andarci «dopo che la Lega avrà ulteriormente assorbito altri nostri voti?». Ieri mattina, non a caso, l' ordine di scuderia sembra quello di attaccare a testa bassa il ministro dell' Interno, bruciando le tappe della crisi.

 

danilo toninelli armando siri

Danilo Toninelli si presenta ai microfoni di Radio 24 bollando come «stupidaggine» la sospensione del codice degli appalti pretesa dal Carroccio. «Mi sono stancato della retorica di Salvini», ripete il titolare dei Trasporti. La cordata di Di Maio schiera i suoi pezzi migliori per intavolare una trattativa con il leader della Lega. A ora di pranzo arriva la telefonata, prima di cena l' ipotesi del cronoprogramma. L'uscita di Toninelli viene derubricata nella formula «ha parlato a titolo personale». Ma c'è una partita nella partita, ed è interna ai M5S. Non s' è chiusa col secondo tempo. E andrà ai supplementari.

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…