NON AVRAI ALTRO LEADER AL DI FUORI DEL CAV - I CAPOCCIONI PDL: “NESSUNA SENTENZA GLI IMPEDIRÀ DI METTERE IL NOME NEL SIMBOLO”(AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE!)
Francesco Grignetti per "la Stampa"
E ora? Nulla. Si va avanti come e più di prima. Il Pdl riunisce lo stato maggiore a palazzo Grazioli e pensa già al dopo. Il sostegno al governo Letta non mancherà . E quando poi il Cavaliere subirà i rigori della legge, con annessi dolorosissimi quali la decadenza dal seggio di senatore e l'incandidabilità alle prossime elezioni, il partito farà finta di nulla. In concreto: il nome di Berlusconi non uscirà dal simbolo.
«Nessuna sentenza al mondo potrà mai impedire a Berlusconi di essere il leader del centrodestra», scandisce Franco Nitto Palma, ex ministro della Giustizia e attuale presidente della commissione Giustizia del Senato, al termine dalla riunione.
Berlusconi dovrà lasciare il Parlamento, insomma, ma non mollerà la politica. Il videomessaggio di ieri è chiarissimo: comincia una lunghissima campagna elettorale. E il Pdl non rinuncia al suo nume tutelare. Dice un esponente di primo piano del partito: «Berlusconi è abilissimo nel capovolgere a suo favore i momenti di crisi. A fare l'esule in patria modificherà la sua immagine. Non più divisiva come un tempo. D'altra parte i sondaggi gli hanno dato ragione quando ha voluto fortissimamente la nascita di questo governo. Vedrete,la gente tornerà con lui».
La strategia è delineata: quando accadrà , presto o tardi, gli italiani saranno chiamati a votare sulla figura della vittima di un sistema giudiziario e non più su un normale leader politico.
Nitto Palma va oltre: «Il Presidente ha confermato la linea della responsabilità . Quando abbiamo scelto di dare vita a una maggioranza di larghe intese, l'abbiamo fatto per il bene del Paese che ha bisogno di rilancio. Queste ragioni non sono venute meno per una sentenza giudiziaria, pur così delicata, e che ci amareggia immensamente. Questa resta la linea del Presidente. E il partito la condivide». La condividono. Il leader, insomma, resta lui. Altro che procedure, tecnicismi e alchimie. Berlusconi resta il Capo anche da condannato. E non è un caso che un paio di sottosegretari quali Micaela Biancofiore e Gianfranco Micciché abbiano rimesso il mandato «nelle mani di Berlusconi» affinché fosse lui, il Cavaliere, a decidere.
Visto poi che da ieri inizia la campagna elettorale, il Pdl si stringe attorno al leader colpito e riapre le ostilità innanzitutto verso il suo attuale alleato, il Pd.
L'intero vertice Pdl se la prende con Guglielmo Epifani, colpevole di un altolà troppo brusco. «Manterremo i nervi saldi - dice ad esempio Cicchitto - sul confronto in atto col governo, anche se dobbiamo rimandare al mittente alcune espressioni irriguardose di Epifani verso il Pdl». «Epifani - dichiarano congiuntamente anche Schifani e Brunetta - porti rispetto della storia politica del Pdl, dei milioni di italiani che ci hanno votato e del suo leader Silvio Berlusconi, condannato ingiustamente a 4 anni».
Il governo Letta forse supererà la burrasca, ma i rapporti tra i due partiti tendono verso burrasca. E questo non può essere di buon augurio per i prossimi mesi. «Io penso - dice ancora Nitto Palma - che l'ala giustizialista del Pd non reggerà alla tensione. Saranno loro, anche per le fibrillazioni del congresso, che faranno mancare il sostegno al governo».
nitto palma
LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI FRANCESCO NITTO PALMA
SILVIO BERLUSCONI
Micaela Biancofiore
gianfranco micciche