giovanni toti 22

“DEVE RESTARE AI DOMICILIARI. NON HA CAPITO APPIENO LE ACCUSE” – I MAGISTRATI DI GENOVA TENGONO IL PUNTO CONTRO TOTI NON SOLO PER SPINGERLO ALLE DIMISSIONI MA ANCHE COME MESSAGGIO POLITICO CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO – MA LE NUOVE NORME, CHE DANNO UN GIRO DI VITE ALLA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI, PIACCIONO ANCHE A SINISTRA - LA CANCELLAZIONE DELL’ABUSO DELL’UFFICIO METTE D’ACCORDO TUTTI I SINDACI - IL FLOP DEI PROCESSI PER ABUSO: L'85% FINISCE CON L'ARCHIVIAZIONE, POCHISSIME LE CONDANNE...

Dagonota

giovanni toti 1

 

I magistrati di Genova tengono il punto contro Toti non solo per spingere alle dimissioni il governatore ma anche come prova di forza e messaggio politico contro la riforma della giustizia di Nordio.

 

Le nuove norme che danno un giro di vite alla pubblicazione delle intercettazioni piacciono anche a sinistra e la cancellazione dell’abuso dell’ufficio mette d’accordo tutti i sindaci (indipendentemente dalla loro appartenenza politica) che si vedono imbrigliati dal timore di finire sotto inchiesta.

 

giustizia

Come scrive il "Sole 24 Ore": "nel 2021 su 5.418 procedimenti definiti dall’ufficio Gip/Gup, le archiviazioni sono state 4.613 (di cui 148 per prescrizione), oltre l’85 per cento. Una quota superiore al dato medio dei procedimenti penali, fermo al 62% (comunque elevato). Si tratta in gran parte di richieste di archiviazione presentate dalle Procure al termine delle indagini preliminari, che normalmente sono accolte dal Gip.

 

Poche, all’opposto, le condanne: nove appena le sentenze pronunciate nel 2021 dalla sezione Gip/Gup; e il numero resta esiguo anche considerando le 35 sentenze di patteggiamento".

 

 

GIOVANNI TOTI VOTA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024

 

I GIUDICI: TOTI RESTI AI DOMICILIARI, «NON HA CAPITO APPIENO LE ACCUSE»

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Finché, a causa della sua «personalissima convinzione» di non commettere reati, Toti non capirà che non può accettare soldi o regali se è governatore della Liguria, deve restare ai domiciliari perché c’è il «pericolo che commetta altri fatti di analoga indole», scrive il Tribunale del riesame di Genova confermando gli arresti ai quali si trova nella casa di Ameglia (La Spezia) dal 7 maggio nell’inchiesta che lo accusa di aver preso tangenti dall’imprenditore portuale Aldo Spinelli.

 

GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI

«È un processo alle intenzioni. Se ne deduce che solo un’eventuale dimissione possa fare venire meno questo rischio», commenta il suo legale, l’avvocato Stefano Savi.

 

All’accusa di aver avuto da Spinelli finanziamenti per 74 mila euro in cambio di favori, nel lungo interrogatorio del 23 maggio e in una memoria Toti ha risposto che, anche se è convinto di aver ricevuto i soldi rispettando la legge sul finanziamento dei partiti e senza un accordo corruttivo, in futuro si asterrà dal farlo.

 

(...)

2 - IL GOVERNATORE AVVILITO, ORA C’È SOLO LA CASSAZIONE E IL CENTRODESTRA PENSA AL VOTO: CHI GLI DIRÀ CHE È FINITA?

giorgia meloni carlo nordio

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Le Colonne d’Ercole di Giovann i Toti sono situate al cosiddetto palazzaccio di piazza Cavour, Roma. «Il limite che ci siamo dati è quello della Cassazione», dice alla fine di una lunga mattinata un fedelissimo del presidente sospeso della Liguria. «Oltre, non possiamo andare, perché non teniamo più». Le chat e i telefonini ribollono, bisogna darsi da fare, non dare l’impressione di aver subito la botta, che invece c’è stata, perché negli ultimi giorni un filo di ottimismo aveva fatto capolino.

GIOVANNI TOTI - VIGNETTA DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI

 

E dunque, stilare al più presto dichiarazioni congiunte, unità, i lavori della giunta procedono, tutto va avanti come sempre, come se ci fosse Lui, chiedere solidarietà agli alleati, che puntualmente rispondono, a cominciare da Matteo Salvini, che in verità non si è mai fatto pregare. «Questa è ideologia, questo è un danno al Paese. Spero non ci sia nostalgia di un tintinnio di manette», dice il segretario della Lega, ancora prima di ricevere una richiesta di aiuto. La ristretta cerchia totiana si mobilita, progetta contromosse.

 

C’è l’idea di una manifestazione di solidarietà, poi derubricata in convegno, da tenersi all’hotel Bristol che fu il quartier generale e la residenza dell’allora europarlamentare di Forza Italia ai tempi della sua prima rocambolesca vittoria alle elezioni regionali. Già, ma quando? A luglio no, fa troppo caldo e non verrebbe nessuno.

 

GIOVANNI TOTI - GIORGIA MELONI

Agosto, non parliamone. A settembre sarà già aria di Cassazione, ma siamo sicuri che l’iniziativa non possa essere letta come una forma di pressione sui giudici della Suprema Corte?

 

Allora, da capo. L’avvocato Stefano Savi propone di chiedere un incontro del recluso con i giornalisti, che sarebbe un inedito assoluto per una persona agli arresti domiciliari. Qualcuno fa presente che il 15 settembre lo stesso Salvini sarà in città. Allora, perché non organizzare una sua visita al presidente in esilio ad Ameglia inserendo il suo nome nella lista delle persone per le quali si chiederà alla procura l’autorizzazione al colloquio?

 

E poi, quanti incontri? I più arrabbiati propongono di spedire ai magistrati un elenco di sessanta nomi, all’incirca uno per ogni giorno che separa il presidente dal giudizio della Cassazione. La proposta viene giudicata come eccessivamente provocatoria nei confronti dei pubblici ministeri, considerati permalosi all’unanimità.

 

 

(...)

giovanni toti 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)