I PIDDINI PRO-LETTA APPREZZANO LA LETTERINA DI RE GIORGIO II, INVECE PER CIVATI “VUOLE SOLO SALVARE LA SUA CREATURA”

Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

«Una dichiarazione opportuna» e «rispettosa della divisione dei poteri». Il Partito democratico accoglie così le dichiarazioni di Giorgio Napolitano sullo spinoso caso giudiziario di Silvio Berlusconi. Senza troppo sbilanciarsi, i democratici giudicano comunque con favore l'intervento del Capo dello Stato. In attesa di capire, soprattutto, in che modo reagirà il Cavaliere alla presa di posizione quirinalizia. Ma sul fronte sinistro tocca a Pippo Civati mettere in guardia: «Si tratta di un discorso che serve a salvare il governo Letta».

Il primo a prendere la parola è l'ex leader della Cgil. Quella del Capo dello Stato è per Epifani una «dichiarazione opportuna viste le pressioni che si sono create anche indebitamente». Poi il segretario sottolinea: «È chiara nei suoi termini sia per le preoccupazioni di un'eventuale crisi di governo, sia per il profilo istituzionale con cui affronta temi delicati come quelli che sono in discussione in queste settimane». Secondo il "traghettatore" del Pd, Napolitano ha mantenuto equilibrio e ha scelto parole «rispettose di tutti i ruoli: da quello della divisione dei poteri, alla presa d'atto delle sentenze definitive a quelle che sono prerogative del Presidente della Repubblica».

I democratici insistono soprattutto su un punto: dal Colle è giunto l'invito ad accettare le sentenze e, dunque, anche ciò che ne consegue. Ecco quindi che l'intenzione del Pd resta quella di non compiere passi indietro sull'applicazione della legge Severino che fa del Cavaliere un leader incandidabile. In giunta al Senato, insomma, i dem sono pronti a tenere il punto sulla decadenza di Berlusconi.

Le sfumature, però, non mancano. Nell'ala filogovernativa, ad esempio, non si nasconde l'entusiasmo per le parole di Napolitano. Lo dimostra il ragionamento del lettiano Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio: «Il Capo dello Stato si conferma custode della Costituzione sottolinea - ma non sfugge ai problemi che la politica non ha affrontato e risolto in questi anni: dalle riforme istituzionali agli interventi in economia che questo governo è chiamato a realizzare». E il richiamo alla necessaria stabilità di governo soddisfa anche Francesco Sanna, altro deputato vicino al premier: «Prima di tutto l'Italia, ci dice come sempre il Presidente ».

Uno dei candidati alla segreteria democratica, Gianni Pittella, giudica l'intervento del Quirinale «impeccabile come sempre». «Il presidente - rileva respinge al mittente ogni indebita pressione: di una sentenza definitiva non si può che prendere atto e applicarla». Non tutti però concordano. Ad esempio Civati, che mette in chiaro: «La nota di Napolitano è volta esclusivamente a salvare la sua creatura, le larghe intese. Non dice no a priori al Pdl e salva Letta. Nessuna novità, dunque».

Matteo Renzi, da ieri in vacanza, tace. Prende invece la parola un renziano come Ernesto Carbone: «Il Presidente ha ribadito che la legge è uguale per tutti. E' un principio basilare, che vale per tutti ma per i politici deve valere ancora di più. Contesto invece una duplice ingerenza. Innanzitutto quella di Brunetta e Schifani, che chiedono la grazia. Si tratta invece di una prerogativa di Napolitano. E quella dei grillini, che minacciano l'impeachment».

Come Carbone, anche Boccia giudica inopportuna la presa di posizione del Movimento cinque stelle: «Chi attacca Napolitano sostiene - ha a cuore i propri interessi e non quelli collettivi,
continuando a giocare allo sfascio del Paese come unica strategia politica».
Su Twitter, il senatore Corradino Mineo prova a tirare le somme: «Quel che capisco della nota del Quirinale: "Vorrei ma non posso. Essenziale il ruolo politico di B. ma le sentenze si rispettano. Grazia? Prima chiederla"».

 

 

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