1. I RIBELLI DEL MOVIMENTO: “IL PRESUNTO PEZZO DI MERDA STA A GENOVA, NON A PALERMO” 2. PASSA DA 2500 A 3000 (“VARIABILI”) LA DIARIA CHE TERRANNO I GRILLINI (E “SENZA SCONTRINI”) 3. L’IRA DI GRILLOMAO: “CONTRO DI NOI CI SONO I POTERI FORTI, LA STAMPA, GLI HACKER. CI PRENDONO LE MAIL DEI PARLAMENTARI, SIAMO IN UNA GUERRA SPIETATA. ADESSO PERÒ BASTA, SE VOGLIONO I DOSSIER LI FAREMO ANCHE NOI”. E ATTACCA LA STAMPA, L’EDITORE DI ‘’REPUBBLICA’’ CARLO DE BENEDETTI, I GIORNALISTI CHE PARLANO NEI TALK SHOW “SPARANDO COSE IN DIRETTA SENZA VERIFICARE PRIMA”( QUERELA A SITO WEB) 4. I PASDARAN DELLA DIARIA PROMETTONO BATTAGLIA E GRILLO RISCHIA IL NAUFRAGIO

1. GRILLO SUL CAOS DIARIA: "FUORI CHI TIENE I SOLDI" - E ALZA DA 2500 A 3000 EURO LO STIPENDIO NETTO
Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"

«Chi vuole tenersi i soldi se li terrà. Vuole fare carriera? Si mette fuori da solo». Beppe Grillo tuona sentenze dal palco di Avellino mentre i suoi parlamentari sono chiusi nell'ormai consueta auletta dei gruppi a parlare di diaria sì, diaria no, diaria come. I commessi di Montecitorio fanno la guardia solerti, hanno precise disposizioni: «Non fare avvicinare nessuno». I 5 stelle parlano con un consulente del lavoro che spiega loro come calcolare il netto dei 5mila euro lordi di indennità base.

Fanno simulazioni sul buco previdenziale (con le nuove norme si rischia di perdere i contributi versati se non si conclude la legislatura). Discutono la possibilità di stabilire un accantonamento mensile. Il voto sulla diaria è all'ultimo punto dell'ordine del giorno. Roberta Lombardi passa con un pacco di patatine in mano e dice chiaro, quasi quanto Grillo: «Una volta che la maggioranza avrà deciso che tutto quel che non si rendiconta va restituito, se non lo fai ti sei messo fuori da solo».

Ma come si rendiconta? Saranno messi on line tutti gli scontrini? «Difficile, probabilmente si andrà per macroaree: ognuno scriverà ho speso tot per il cibo, l'alloggio, l'assistente, il telefono».

E chi controlla? «Ci stiamo lavorando. Probabilmente le ricevute saranno depositate nei nostri uffici, e se un militante ha dubbi potrà venire a controllare ». Quanto alla questione tata, «si potrà istituire una voce del tipo "assistenza familiare", tutto sta al buonsenso delle persone perché poi bisognerà spiegarlo ai cittadini che ne chiedono conto».

Si vocifera che invece di una black list, sul blog, ci sarà una white list, l'elenco dei virtuosi, ma la discussione è andata talmente oltre che sarà difficile restare dentro il gruppo se non se ne accetteranno le decisioni. Così, alcuni di quelli che hanno sollevato il problema pensano per adesso di rimettersi alla scelta della maggioranza. Altri ne fanno una questione di principio e cominciano a parlare ad alta voce di un gruppo autonomo di delusi a 5 stelle. Adriano Zaccagnini, che nel week end aveva pubblicato un polemico post su Facebook in cui si ribellava ai diktat del capo con frasi del tipo: «A controllarci non è Houston, a controllarci è la Rete», entra nel mirino dei "talebani".

Qualcuno degli attivisti ne ha chiesto la cacciata. Si potrebbe arrivare a un voto, e stavolta sarà duro giustificarlo, com'è successo per Mastrangeli. Qui non si tratta di un parlamentare che va a farsi intervistare ogni giorno in tv: il dissenso è politico. Se ogni volta verrà risolto con un'espulsione, i dubbi sulla democrazia del Movimento non potranno che aumentare.

Eppure, all'esordio del suo "Tutti a casa tour" Beppe Grillo si è mostrato comprensivo: «Ci fanno la battaglia sulla diaria perché uno o due hanno protestato, ma ci sono ragazzi bravissimi, e invece vanno a cercare i due-trecento euro di chi ha detto non ce la faccio ». «I parlamentari del Movimento Cinque Stelle - dice il capo - si tengono 3mila euro di stipendio netto (finora aveva sempre detto 2500-ndr), e rendicontano le spese. Quello che avanza va in un fondo per il microcredito » (fondo che ancora non c'è, bisogna decidere come istituirlo).

Poi le accuse: «Contro di noi ci sono i poteri forti, la stampa, gli hacker. Ci prendono le mail dei parlamentari, siamo in una guerra spietata. Adesso però basta, se vogliono i dossier li faremo anche noi». Attacca la stampa, l'editore di Repubblica Carlo De Benedetti, i giornalisti che parlano nei talk show «sparando cose in diretta senza verificare prima».

Il comizio finisce, i parlamentari sono ancora dentro a fare i conti. Carla Ruocco va via stremata: «Ho chiesto se Di Battista può votare per me, sono da stamattina in commissione Bilancio ». Una deroga per chi fa parte del Cerchio magico di Grillo? «Ma no, una deroga per le mamme!».


2. M5S: GRILLO ANNUNCIA QUERELA A SITO WEB SU CASO DIARIA
ANSA.it

- Sembrerebbe partita la 'controffensiva' del M5S nei confronti dei media. Il blog di Beppe Grillo pubblica un post ("La calunnia è un venticello") nel quale annuncia una querela nei confronti di un sito web che ha scritto un articolo sul caso diaria.

"I soldi dei finanziamenti ai parlamentari non sono gestiti da Beppe Grillo e non sono usati per finanziare il suo blog", precisa Grillo. "Chi lo afferma - aggiunge - sarà querelato a iniziare dal sito 'Diritto di Critica' che ospita un articolo con questo titolo: 'La comunicazione 5 Stelle? La gestisce Grillo, soldi compresi. Metà dei finanziamenti ai gruppi parlamentari finirebbe nelle mani del comico genovese, che ne utilizzerebbe, direttamente o meno, una parte per finanziare il proprio blog. Scritto da Paolo Ribichini il 13 maggio 2013 in Politica''.

3. MOVIMENTO 5 EURO: PER I PASDARAN DELLA DIARIA ORA BEPPUZZO E' "UN PEZZO DI MERDA"
Brunella Bolloli per "Libero"

«Chi vuole tenersi i soldi se li terrà. Vuole fare carriera? Si mette fuori da solo». La scomunica di Beppe Grillo contro i dissidenti arriva mentre deputati e senatori Cinquestelle sono riuniti a Montecitorio per la vicenda dei soldi. Grillo assicura: «La diaria sarà restituita. Si terranno 2.700 euro netti, e il resto verrà restituito».

Nel Lazio, del resto, i grillini hanno deciso di fare così. Ma un conto è quello che urla l'ex comico al comizio, un altro è ciò che decidono i cittadini eletti, con i soldi sul conto. Infatti, al termine della riunione- fiume a Montecitorio, ieri notte, la soglia sarebbe stata alzata a 3200 euro netti di indennità.

A questi vanno poi aggiunti circa 500 euro per la copertura sanitaria privata: un fondo obbligatorio al quale non possono rinunciare. Sul resto, invece, è ancora alto mare. Che il gruppo sia nel caos, non è un mistero. Le divergenze sono tali da fare pensare che la spaccatura non sia più sanabile.

Le epurazioni del senatore Mastrangeli (reo di essere andato troppo in tv) e del siciliano Antonio Venturino hanno creato malumori. Qualcuno sta pensando di lasciare il M5S per fare nascere gruppi nuovi, sganciati dal controllo di Grillo e Casaleggio e quindi liberi di gestire la diaria senza diktat. Beppe ha ribadito: «Io non prendo un soldo e ai dossier che i giornalisti fanno contro di me e la mia famiglia, risponderemo con controdossier su di loro».

Ancora: «Ci fanno la battaglia sulla diaria perché uno o due ha protestato. Ci sono ragazzi bravissimi, e invece vanno a cercare due-trecento euro di chi ha detto non ce la faccio». Poi la pretesa: «Voglio il Copasir!». Con la Vigilanza Rai è un'altra bandierina che il M5S intende mettere nella mappa dei posti di comando. Dunque, all'assemblea si è cominciato con le indennità.

Con un consulente del lavoro si è discusso di Irpef e di Inps per arrivare a capire qual è il reale stipendio dei parlamentari che hanno scelto di trattenere per sé solo 5mila euro lordi del totale percepita. C'è chi riferisce che alcuni arriverebbero a prendere meno dei 2.500 euro netti previsti. E quindi non hanno alcuna intenzione di rinunciare ai soldi. «Dobbiamo mantenerci a Roma. Quei soldi ci spettano».

Uno scontro che ha ormai innescato una guerra intestina tra fedeli del capo e ribelli. «Il presunto pezzo di m.. sta a Genova, non a Palermo», si è sfogato un dissidente in assemblea. Una riunione preceduta da una lettera inviata dalla capogruppo Lombardi: sulla restituzione della diaria non spesa abbiamo bisogno di capire come agirai tu personalmente» anche per «dare a Beppe quello slancio e quella motivazione del potente megafono durante il nuovo tour elettorale».

È il tentativo di arrivare alla conta e di votare a maggioranza, cercando di evitare blacklist ma promuovendo il metodo delle white-list, la lista dei probi da cui è escluso chi non aderisce. «La black list ve la potete fare anche da soli», ha confidato ai cronisti Stefano Vignaroli. Ma è il metodo della conta che i dissidenti non digeriscono anche perché «era stato Grillo a dire che non c'era bisogno di voto se tutto era nel codice M5S».

E invece quella che vedono passare è la linea di Filippo Pittarello, l'uomo di Casaleggio presente in assemblea «solo per assistere », in verità per imporre una linea. «Se Grillo parla di cresta mi sento offeso, per me è finito. E se fanno la lista dei cattivi sono pronto a entrarci» sfida un deputato. Come lui una dozzina di ribelli.

 

 

LAUTO DI BEPPE GRILLO SI AVVICINA A MONTECITORIO INSEGUITA DAI FOTOGRAFI jpegCASALEGGIO CON ARTOM GRILLO IN CAMPER A ROMA CONTRO IL GOLPE magistrati miliardari francescani magistrati e miliardari BEPPE GRILLO DAL TRENO beppe grillo e roberta lombardi ENRICO LETTA ROBERTA LOMBARDI E VITO CRIMIGRILLO Lombardi e Vito A ROMA ADRIANO ZACCAGNINI jpegMARINO MASTRANGELI grillo casaleggio OGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTAVITO CRIMI CON IL MEGAFONO

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