LINGOTTO SOTTO UN TETTO (DI BANKITALIA) - VENDERE 20 MILIARDI DI RISERVE AUREE (SU 80 TOTALI) PER EVITARE L'AUMENTO DELL'IVA: L'IDEUZZA DEL GOVERNO CHE SAREBBE ANCHE DIETRO LA VOGLIA DI REPULISTI IN BANKITALIA. I LINGOTTI D'ALTRONDE SONO CUSTODITI DA PALAZZO KOCH - GRILLO SCRIVEVA: ''GLI ALTRI PAESI EUROPEI DURANTI LA CRISI HANNO VENDUTO DAL 20 AL 60% DEL LORO ORO. L'ITALIA NEANCHE UN GRAMMO. PERCHÉ?'' - BORGHI E LA SUA LEGGE 

1. IL GOVERNO PUNTA A METTERE LE MANI SULLE RISERVE AUREE PER EVITARE LA MANOVRA CORRETTIVA

Ilario Lombardo per ''La Stampa''

 

 

lingotti d'oro

C' è un video che gira dal 2014 e che immortala la deputata del M5S Carla Ruocco durante un' audizione in commissione alla Camera mentre chiede a Ignazio Visco: «Dov' è finito l' oro della Banca d' Italia?». Il governatore non sa cosa rispondere e imbarazzato per la domanda ride prima di replicare l' ovvio: «E' in Banca d' Italia», aggiungendo: «La Banca è un' istituzione seria».

 

A Visco quello scambio di battute che gli sarà parso quantomeno strambo è quasi certamente tornato in mente in questi giorni di fronte all' insistente indiscrezione che rimbalza da ambienti finanziari e che spiegherebbe una delle ragioni dell' assalto del governo ai vertici di Via Nazionale. L' idea dei gialloverdi sarebbe quella di usare una parte delle riserve auree per dirottarle sulla spesa, evitando così una manovra correttiva e l' aumento dell' Iva nella legge di Bilancio del prossimo anno, esito che nell' esecutivo cominciano a considerare scontato se la crescita continuerà a essere così rallentata.

 

A rafforzare i timori che siano queste le intenzioni dei grillo-leghisti sono due elementi apparsi negli ultimi mesi, in piena sessione di Bilancio, e tornati prepotentemente all' attenzione in queste ore. Un post nel Blog personale di Beppe Grillo e una legge firmata dall' economista no-euro, presidente della commissione Bilancio della Camera in quota Lega, Claudio Borghi. Entrambi sono finiti sulla scrivania del governatore e del direttore generale di Bankitalia.

Luigi Federico Signorini, Salvatore Rossi, Ignazio Visco, Vincenzo La Via, Fabio Panetta, Valeria Sannucci

Partiamo dal primo. È il 9 settembre 2018, Grillo pubblica un articolo a firma Gabriele Gattozzi, che dal sito personale risulta essere docente all' Università della Terza età di Trento.

 

Con tanto di tabelle, spiega che la Banca d' Italia è la terza detentrice di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense e la Bundesbank tedesca (quarta, se si considera anche il Fondo monetario internazionale). Al netto del trasferimento di 141 tonnellate alla Banca centrale europea, è pari a 2.452 tonnellate (metriche). Prevalentemente sono lingotti (95 mila), il resto monete. Gli altri Paesi europei, dice il post di Grillo, hanno venduto dal 20% al 60% del loro oro. E l' Italia?

 

«Non ha venduto nemmeno un grammo di metallo prezioso. Perché?». Potrebbe farlo, continua l' articolo, «nel corso di un eventuale CBGA giunto alla quinta edizione (è il Central Bank Gold Agreement, che disciplina la vendita dell' oro delle banche centrali, di durata quinquennale, ndr) che potrebbe partire già dal quarto trimestre del 2019 sulla base del prezzo di mercato odierno di 33,34 Euro/grammo». Una scadenza con un tempismo perfetto. Perché darebbe una mano in vista della prossima manovra. «Sarebbe una misura una tantum quinquennale ma che potrebbe permetterci di tirare il fiato e fornire una copertura extra budget - senza sforare gli stringenti parametri comunitari - da destinare a provvedimenti urgenti e non rimandabili.

 

lingotti

Ma soprattutto consentirebbe di porre finalmente un termine a questa fastidiosa litania sul fatto che "non ci sono i soldi». Sono stati calcolati circa 16-20 miliardi di introiti, poco meno di quello che serve per sterilizzare l' Iva. Più che il fiato il governo tirerebbe un sospiro di sollievo. Che l' idea sia condivisa tra i due partiti di maggioranza lo prova che due mesi dopo il post di Grillo, il leghista Borghi ha depositato una proposta di legge sull' oro posto a garanzia dalla Banca quando l' Italia aveva una sua moneta sovrana che lo porrebbe sotto la diretta proprietà dello Stato.

 

Fantafinanziaria? Non proprio, almeno a sentire le fonti politiche e tecniche del Tesoro che intrecciano la vicenda dell' oro al braccio di ferro scatenato dal M5S sulla riconferma di Luigi Federico Signorini a vice-direttore generale, colpevole per i grillini di aver criticato il reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, Quota 100, e di non aver vigilato abbastanza sulle ultime crisi bancarie. Una sostituzione coatta che secondo il ministro dell' Economia Giovanni Tria sarebbe la prova di un' invasione della politica nelle prerogative del governatore e che minerebbe il principio fondante dell' Istituto di vigilanza: l' indipendenza. «Va difesa» ha ribadito ieri Tria in risposta agli attacchi ripetuti di Di Maio e di Matteo Salvini. Il premier Giuseppe Conte, a cui secondo le procedure spetta la delibera sulla base dell' indicazione del numero uno di Palazzo Koch, non ha ancora deciso.

goofy 7 alberto bagnai claudio borghi

 

E mentre il Quirinale tace, ansioso di capire se Conte si farà trascinare dalle convinzioni politiche dei suoi vice, il M5S è in fortissimo pressing sul premier e Di Maio dà per scontata la decisione: «Conte non può opporsi, è espressione del M5S e presidente del Consiglio di un governo politico. Sa bene che Signorini rappresenta la continuità». Cioè i grillini sono certi che Conte è pronto a sfidare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrà firmare il decreto di nomina. Anzi, il premier lo avrebbe già fatto spiegando al Capo dello Stato che la politica vuole questo: la testa di Signorini, un cambio interno per dare un segnale di discontinuità, chiunque sia il sostituto.

 

 

2. BANKITALIA: BORGHI (LEGA), L'ORO DEVE ANDARE ALLO STATO 

(ANSA) -  "Manca una norma che dica chiaramente di chi sono le riserve auree": la questione è posta da Claudio Borghi, deputato della Lega e presidente della commissione Bilancio che, intervistato da La Stampa, invoca un intervento del legislatore per ovviare alla "anomalia". "Nessuno - precisa - vuole toccare le riserve auree, però è aberrante che non abbiamo ancora un'interpretazione autentica. Cosa ci vuole a fare una legge per mettere nero su bianco che la proprietà dell'oro è dello Stato? Ciò non significa che il governo possa venderlo, però questa lacuna va colmata. L'oro appartiene agli italiani. Eppure non esiste legge che lo dichiari esplicitamente".

conte e tria

 

Osserva che "ovunque le riserve auree sono formalmente detenute dallo Stato. La situazione anomala di Banca d'Italia deriva dalla sua storia". "Il quantitativo totale di oro detenuto dall'istituto, dopo il conferimento di 141 tonnellate alla Banca centrale europea è di 2.452 tonnellate (metriche). Sono lingotti (95.493) e monete", dice, "sarebbe il quarto tesoro mondiale se si volesse considerare il Fondo monetario internazionale".

 

Il suo timore è che "Banca d'Italia è soggetto pubblico ma non c'è scritto da nessuna parte che la proprietà dell'oro è dello Stato e non degli azionisti privati". Non è un tentativo di far cassa? "Assolutamente no, anzi noi le riserve auree le vogliamo tutelare e un pensierino andrebbe anche fatto al luogo dove tutto questo oro è depositato perché metà risulta conservato all'estero", conclude.

 

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? INNANZITUTTO L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO BLOCCA DI FATTO OGNI POSSIBILE ASSALTO DELL’ARMATA “CALTA-MELONI” AL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI – CERTO, I MANAGER DECADONO SOLO DOPO UNA SENTENZA DEFINITIVA, MA GIÀ DA ADESSO LOVAGLIO E E COMPAGNIA POTREBBERO ESSERE SOSPESI DAL CDA O DALLA VIGILANZA DI BANKITALIA - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DEI PM DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE FAVORITA DA PALAZZO CHIGI DELLA COMBRICCOLA ROMANA, SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO'') - OGGI IN BORSA MONTE PASCHI SIENA HA CHIUSO PERDENDO IL 2,12%, MEDIOBANCA -0,15% MENTRE, ALLONTANANDOSI CALTARICCONE, GENERALI GUADAGNA LO +0,47%...

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?