
“LA GIUNTA DEL COMUNE DI MILANO? PRIMA VA VIA, MEGLIO È” - IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO PER SFIDUCIARE IL SINDACO BEPPE SALA CHE, CON LE PROBABILI DIMISSIONI DELL'ASSESSORE TANCREDI, VEDE A RISCHIO LA MAGGIORANZA CHE LO SOSTIENE A PALAZZO MARINO: I VERDI, MOLTO CRITICI, SAREBBERO PROPENSI A MOLLARLO AL SUO DESTINO - UN DESTINO CHE ERA GIÀ SEGNATO QUANDO IL QUIRINALE BOCCIÒ IL “SALVA-MILANO”, ALTRIMENTI DETTO SALVA-SALA, DANDO VIA LIBERA ALL'INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO – BEPPE SALA SE L’E’ GIA’ CAVATA CON LA PRESCRIZIONE AL PROCESSO D’APPELLO SULL'INCHIESTA EXPO IN CUI ERA ACCUSATO DI FALSO IDEOLOGICO E PER CUI ERA STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO…
IGNAZIO LA RUSSA: «L’INCHIESTA FACCIA IL SUO CORSO MA VIA LA GIUNTA O SARÀ PARALISI»
Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
«Sarebbe troppo comodo per il Pd ora scaricare Beppe Sala. Ma il problema è la sua giunta che rende Milano a rischio paralisi». Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a sorpresa, si schiera a fianco del sindaco dem di Milano.
Perché?
«Non deve essere usato come capro espiatorio. Sarebbe facile per il partito: non è ricandidabile, allora si dà tutta la colpa a lui e finisce lì. E no».
Veramente Schlein gli ha detto «vai avanti».
«Il minimo che potesse fare. Se c’è un giocatore che sbaglia un rigore a volte paga l’allenatore che però lo ha messo in campo. Ecco perché non parlo di lui ma della giunta».
Giorgia Meloni dice che un avviso di garanzia non può portare alle dimissioni.
«Io la penso esattamente come lei. Che ci sia un’inchiesta non ha alcuna influenza.
La giustizia faccia il suo corso, la politica è un’altra cosa […] Io ne do una valutazione politica».
Ugualmente negativa?
«Però per un motivo che prescinde da questi provvedimenti della magistratura, peraltro da vagliare».
Quale valutazione?
«Che prima va via questa giunta e meglio è. C’era una vicenda molto chiara in campo. Tanto che quando è arrivato al Senato un tentativo, anche del centrodestra, di far passare una legge che metteva al riparo dalle azioni dei cittadini danneggiati da questa politica urbanistica, e addirittura allargava a tutta Italia il sistema Milano, io ho detto: “Perché la chiamate Salva Milano? Chiamatela Salva Sala”. Poi mi sono corretto: “Chiamatela: Salva giunta”, perché serviva a mettere una specie di pietra tombale. E da quando l’ho chiamata così l’ho bloccata. Anzi si è bloccata da sola».
Ma non è stata ritirata.
«No. È rimasta lì. Perché il dato fondamentale è che i partiti che appoggiano Sala non erano favorevoli (dai Verdi a metà del Pd), e avevano bisogno dei voti del centrodestra. Ma con il cerino in mano doveva rimanere chi voleva salvare questa giunta incapace. Anzi, se il modello di amministrazione è quello nel quale un cittadino invece di un parcheggio vede costruire di fronte a casa un grattacielo, perché di questo parliamo, non so se sia più incapace o più inadeguata».
Salvini allora sbaglia a chiedere le dimissioni di Sala?
I PROTAGONISTI DELL INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SULL URBANISTICA
«Non è per... Come si dice?».
Garantismo?
«Sì, mi sfugge sempre la parola. Non è per garantismo, ma le dimissioni per le vicende giudiziarie non le ho mai chieste e non le chiederò mai. Però c’è uno scenario da valutare. Mi dicono che ora hanno paura di fare qualunque cosa e Milano rischia la paralisi. Prima va via la giunta e meglio è».
La paura della firma non è generalizzata?
«[…] Ma qual è il programma di questa giunta su sicurezza, sviluppo, urbanistica? Se c’era non è stato attuato. Sono divisi su tutto. […]».
La sinistra fa notare che la Milano di Sala ha avuto un grande sviluppo.
ignazio la russa e beppe sala - commemorazione Sergio Ramelli
«Lo sviluppo urbanistico di Milano è figlio delle scelte della destra. Da Porta Nuova alla zona di San Siro a Citylife. Gli altri hanno fatto solo piste ciclabili, nei posti sbagliati». […]