
“IL CONSENSO DEI CITTADINI VERSO LA MAGISTRATURA STA CALANDO” – CARLO NORDIO, DOPO L’APPROVAZIONE DELLA CAMERA ALLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, GONGOLA, PROVOCA LE TOGHE E VA ALL'ATTACCO IN VISTA DEL REFERENDUM CHE DOVRÀ CONFERMARE O BOCCIARE LA RIFORMA: “MI AUGURO CHE I MAGISTRATI NON PERSONALIZZINO LO SCONTRO SUL SÌ E NO, SU MELONI. PERDEREBBERO AUTOREVOLEZZA, SAREBBE UN DANNO ENORME PER LORO, NEL CASO DI SCONFITTA” – DA GRANDE BEVITORE, SI PREPARA A BRINDARE: “IN CASO DI VITTORIA FINALE APRIRÒ NON UNO CHAMPAGNE, PROMETTO, MA UN BEL VERMENTINO” (LEVATEJE ER FIASCO…)
1 - CARLO NORDIO: “CONSENSO VERSO I MAGISTRATI IN CALO NON SI STRUMENTALIZZI IL REFERENDUM”
Estratto dell’articolo di Irene Famà per “la Stampa”
antonio tajani e carlo nordio alla camera - voto sulla separazione delle carriere - foto lapresse
Il Guardasigilli è soddisfatto. Per lui, quei 243 "sì" alla riforma costituzionale della giustizia rappresentano «il coronamento di un impegno decennale» e ora la strada gli pare tutta in discesa. Forse per etichetta, forse per scaramanzia, a una possibile vittoria al referendum gira intorno. In un primo momento mormora: «La maggioranza schiacciante verrà confermata».
[…] «Da ex magistrato - riflette - vedo con dolore che il consenso dei cittadini verso la magistratura sta calando». Ma quando a decidere sono i cittadini, e devono scegliere chi ascoltare tra le toghe e l'esecutivo, la questione «consenso» diventa significativa.
La votazione alla Camera è stata un successo per il governo e per il Guardasigilli, che nella riforma della giustizia ha investito tanto. Applausi tra i banchi della maggioranza, esultanza a tratti sguaiata. Ci si è dimenticati il contegno che un momento di guerre e fame e morte come questo richiederebbe? «Non siamo fatti con un cervello a compartimenti stagni».
Il ministro Nordio non si scompone: «Ogni giorno muoiono, non solo oggi a Gaza, decine di migliaia di bambini di fame e di malattia. La natura è leopardianamente spietata». Esultanza «legittima», anche se «siamo consapevoli che nel mondo si consumano tragedie immense». Ci sono gli ostaggi israeliani, «non dimentichiamoci che Hamas è il primo responsabile di tutto quello che è successo, e il popolo palestinese e il popolo ucraino, con il quale la nostra solidarietà è totale e incondizionata».
Certo «che viviamo con dolore quello che sta accadendo, ma non credo che la maggioranza degli italiani, pur consapevoli di questo momento difficile, rinunci ai momenti di gioia». E le istituzioni non fanno eccezione.
antonio tajani e carlo nordio alla camera - voto sulla separazione delle carriere - foto lapresse
Ministro, qualcuno ha anche inneggiato a Berlusconi. «E perché non si dovrebbe?». Ieri è stato un giorno decisivo per la riforma. Ora la partita si giocherà al referendum e l'esecutivo, seppur con cautela, pare pronto a brindare. «Sarà sicuramente un vino italiano, magari un Vermentino», scherza il Guardasigilli. Poi torna prudente e racconta di una pubblicità di un Brandy degli Anni 80: «Se la vostra squadra ha perso, consolatevi con lo Stock 84. Se la vostra squadra ha vinto festeggiate con lo Stock 84». Come a dire: la partita è ancora aperta.
Il clima tra governo e toghe è teso come mai prima d'ora, gli attacchi sono continui e sempre più accesi. Ma il ministro Nordio da questa bagarre cerca di tirarsi fuori. «Se si leggono i miei scritti e le mie interviste, si vede che c'è un appello ininterrotto e pacifico affinché i toni restino pacati e perché ci si soffermi sulle questioni tecniche e giuridiche». Stesso appello dei magistrati, ma sino ad ora ogni buona intenzione sembra essere stata disattesa. Il Guardasigilli ha una preoccupazione: «Che il referendum non diventi a favore o contro il governo, il parlamento, la maggioranza».
E la magistratura. «Se discutessimo, come auspico, in modo pacato, razionale e giuridico, l'esito sarà quello che vorranno gli italiani e non avrà effetti, né positivi né negativi, né nei confronti dei vincitori né degli sconfitti». In pratica, se il dibattito sarà garbato, nessuno ne avrà un danno d'immagine e reputazionale.
«Certo, se fosse politicizzato com'è accaduto ai tempi di Renzi e come qualcuno lascia adombrare, le cose cambierebbero. Non me lo auguro, perché significherebbe che anche la magistratura intende politicizzarsi».
Se il confronto sarà educato, «che si vinca o che si perda, la magistratura manterrà intatto il suo prestigio. In caso contrario, se il referendum venisse strumentalizzato dalle toghe, un'eventuale nostra vittoria sarebbe un'umiliazione».
[…]
Le nuove norme parlano di separazione delle carriere, doppio Consiglio superiore della magistratura, un'Alta corte con poter disciplinare. Il ministro della Giustizia sottolinea: «La separazione delle carriere esiste in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, in Australia, in tutti quanti i paesi di democrazia avanzata».
Ed è vero, ci saranno due Csm: uno per la magistratura requirente, uno per quella giudicante. E ci sarà un'Alta corte con compito disciplinare. «Con il sistema attuale, i pubblici ministeri danno un voto ai giudici. Se lo spieghi ad un inglese, ti guarda in maniera strana, interrogativa, al punto che ti chiedi se ti espresso correttamente. Con la riforma questo non capiterà più». […]
2 - NORDIO "GIOIA PER BERLUSCONI VINCEREMO ANCHE NELLE URNE HO GIÀ PREPARATO LA BOTTIGLIA"
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
Shakespeare non lo assiste, stavolta. Non parlategli né del dolore di Gaza, né di fair play, né dei suoi vecchi inviti al confronto pacato. «È perché non avremmo dovuto esultare? Perché non invocare Silvio?». Anzi, Carlo Nordio non esita a confidare che stapperà «una buona bottiglia nel caso della vittoria finale, e parlo del referendum. Quale? Non uno champagne, prometto. Un bel vermentino. Credo avremo una vittoria schiacciante».
Nonostante lo scandalo e le contraddizioni del caso Almasri a costargli la posizione di indagato, con la blindatissima e non meno inquisita capa di gabinetto Giusi Bartolozzi che non lo molla di un metro in Transatlantico, il ministro della Giustizia si gode il momento.
«Adesso andremo spediti, credo, anche in Senato. Poi mi auguro che i magistrati non personalizzino lo scontro sul Sì e No, su Meloni. Perderebbero autorevolezza, sarebbe un danno enorme per loro, nel caso di sconfitta», analizza in un colloquio con Repubblica.
Altro che l'occupazione simbolica dell'aula da parte del centrosinistra, il discorso pubblico da esigere sul Medio Oriente […]
È sicuro che valga anche per le massime istituzioni, e con una riforma che spacca il Paese e rischia di farlo anche tra le stesse istituzioni? «Certo, ci sono attimi che segnano il coronamento di una battaglia. È da qualche decennio che io, che mi considero il portavoce di tutto il governo su questa battaglia, mi impegno per la separazione delle carriere. E non condivido l'idea che una legittima soddisfazione debba essere temperata, o soppressa, per le guerre nel mondo». […]
Ma restiamo al terzo ok alla separazione. La corsa della riforma che oggi fa dire ai suoi ex colleghi dell'Anm «siamo pronti alla battaglia del referendum». Nessun dubbio? Il traguardo lo vede a un passo, urne del referendum permettendo? «Rinnovo il mio appello pacifico e pubblico ai miei ex colleghi, affinché i toni vengano tenuti, come ha detto anche il presidente Parodi dell'Anm, squisitamente tecnici, giuridici».
Lo chiede lui, dal governo che non esita (Musumeci, estate scorsa) a definire i magistrati-killer. «Ma sarebbe davvero sbagliato alzare i toni — predica adesso il Guardasigilli — che non si politicizzi, che non diventi un referendum a favore o contro il governo, o il Parlamento, o la maggioranza. Che si squadernino in modo civile, i pro e i contro».
Ed ecco il pezzo forte, insieme al "suo" Shakespeare. «Io lo so che ci sono buone ragioni per criticare questa riforma, ma una buona ragione deve sempre cedere a una migliore», cita Nordio. E quindi: «Diciamolo a tutti, con chiarezza: la separazione delle carriere esiste in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, in Australia. In tanti paesi di democrazia avanzata».
Laddove, però, in alcuni casi, dipende direttamente o indirettamente d al potere politico, e risponde di storie del diritto diverse, in sistemi diversi. Nordio insiste: «Da noi nessuno si pone il problema che, con il sistema attuale, i pubblici ministeri valutano, nominano, danno il voto ai giudici. Quando lo spieghi ad altri, ti guardano strano.
Con la separazione delle carriere, i due Csm e l'Alta Corte, questo non capiterà più. Per un attimo, il ministro sceglie la parola ecumenica: «L'esito del referendum sarà quello che vorranno gli italiani. Certo, se fosse politicizzato com'è accaduto ai tempi di Renzi e come qualcuno lascia adombrare, le cose cambierebbero». Ma non ci crede che finisca come all'ex premier Pd.
carlo nordio e il caso almasri
«E non me lo auguro; perché significherebbe che anche la magistratura ne uscirebbe malconcia, politicizzata, con un prestigio lesionato». […]
carlo nordio - approvazione del ddl separazione delle carriere dei magistrati - foto lapresse