"QUADRO GRAVE E DESOLANTE, NON C'È ALTERNATIVA ALLE DIMISSIONI DELL'INTERO CONSIGLIO" - ELLY SCHLEIN CHIEDE L'AZZERAMENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY, A PARTIRE DAL PRESIDENTE, PASQUALE STANZIONE, ELETTO IN QUOTA PARTITO DEMOCRATICO - PD E M5S AZZANNANO: "UN’AUTORITÀ CHE DOVREBBE DIFENDERE I CITTADINI È DIVENTATA UN COVO DI CONFLITTO DI INTERESSE, FAVORITISMI, SPESE FOLLI E LEGAMI POLITICI IMBARAZZANTI” - GUIDO SCORZA, MEMBRO DEL COLLEGIO IN QUOTA M5S: "SONO CERTO CHE ARRIVEREMO A FINE MANDATO..."
SCHLEIN,QUADRO GRAVE,VIA INTERO CONSIGLIO GARANTE PRIVACY
(ANSA) - "Sta emergendo un quadro grave e desolante sulle modalità di gestione dell'Autorità Garante per la Privacy che rende necessario un segnale forte di discontinuità. Penso che non ci sia alternativa alle dimissioni dell'intero consiglio.
Le inchieste" di "Report hanno rivelato un sistema gestionale opaco, caratterizzato da numerosi conflitti di interesse e da una forte permeabilità alla politica. Senza un azzeramento e una ripartenza sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini nell'istituzione che deve tutelarne i diritti e assicurare la necessaria terzietà del collegio, anche rispetto alla politica". Lo dice Elly Schlein.
REPORT: M5S, ORA AZZERARE GARANTE PRIVACY. MELONI TACE ANCORA?
inchiesta di report sul garante della privacy 2
(AGI) - "Dopo l'ulteriore ondata di rivelazioni di Report non ci sono piu' alibi: il Garante della Privacy va azzerato subito. Un'autorita' che dovrebbe difendere i cittadini e' diventata un covo di conflitti d'interesse, favoritismi, spese folli e legami politici imbarazzanti.
Com'e' possibile che Giorgia Meloni non dica nulla su questo vero e proprio scandalo? Forse perche' i legami suoi e di sua sorella con Ghiglia la mettono in estremo imbarazzo? Forse il governo tace perche' e' complice? Fuori subito Ghiglia e tutto il collegio. Serve una nuova autorita', indipendente, trasparente, e che risponda ai cittadini e non a via della scrofa". Cosi' gli esponenti M5s in commissione di Vigilanza Rai.
RUOTOLO, AUTORITÀ PER LA PRIVACY È ANCORA UN ORGANO DI GARANZIA?
(ANSA) - "Ma l'Autorità per la Privacy è ancora un organo di garanzia? Se lo chiede in un'intervista a Repubblica, anche Guido Scorza, uno dei quattro componenti del collegio del Garante della privacy, per il quale si è innescato qualcosa che sta minando alla radice l'indipendenza e l'autorevolezza percepite dell'Autorità.
Le ultime settimane ci consegnano uno scontro senza precedenti tra Report, il settimanale d'inchiesta giornalistica di Rai Tre, e la stessa Autority. Tutto nasce da un fatto preciso: Agostino Ghiglia, membro del Garante, ex esponente di Alleanza Nazionale, che — il giorno prima della multa inflitta a Report — passa per via della Scrofa, sede nazionale di Fratelli d'Italia.
PASQUALE STANZIONE - GARANTE DEI DATI PERSONALI
È evidente che ci troviamo di fronte a un conflitto di interessi macroscopico, a una sovraesposizione inaccettabile per chi dovrebbe garantire imparzialità e indipendenza. Quando un'autorità di garanzia entra in rotta di collisione con un giornalista che fa il suo mestiere, e si schiera, perde la sua credibilità.
Non viene percepita più come super partes. In questi ultimi giorni stiamo assistendo a un botta e risposta inaccettabile tra Autority e giornalista. Per questo la cosa più giusta, a questo punto, sono le dimissioni. Le autorità indipendenti non possono diventare terreno di conquista dei partiti.
inchiesta di report sul garante della privacy 4
E invece è quello che questo governo di destra, e in particolare Fratelli d'Italia, sta facendo: prima con la Rai — trasformata in un megafono del governo invece che in un servizio pubblico per i cittadini — e ora con le autorità di garanzia.
È ora di cambiare registro. Perché senza indipendenza, senza libertà d'informazione, senza organi di garanzia davvero autonomi, la democrazia si svuota". Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.
SCORZA, L'AUTHORITY? CERTO CHE ARRIVEREMO A FINE MANDATO
(ANSA) - "Ho rispetto infinito per chi fa inchieste giornalistiche, per chi fa informazione si tratta di entrare dell'esterno in considerazioni giuridiche complesse persino per chi le vive da dentro, nella dinamica di funzionamento. Mi piace pensare che si possa inciampare nella svista, nell'errore di interpretazione dei fatti e che di questo, almeno per quel che mi riguarda, si sia trattato".
Lo ha detto Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la Privacy, intervistato da Rainews24 a commento dell'inchiesta di Report sull'Autorità. "Sono certo che il tempo e la nostra capacità che non dovrà mancare di aprirci e renderci trasparenti valga a relegare presto quello che è accaduto a un brutto ricordo".
agostino ghiglia inchiesta di report sul garante della privacy 1
Quanto alla possibilità dell'organismo di arrivare a fine mandato, ha precisato: "Posso parlare per me stesso, e sono certo di sì, anzi quello che è accaduto dovrà suggerire a ciascuno di noi uno sforzo ancora ulteriore non tanto per difendere la nostra reputazione personale e l'immagine di indipendenza e autorevolezza percepita, ma soprattutto quella dell'Autorità. Mi auguro di tornare a fare il mio lavoro uscendo da un'Autorità considerata più forte e autorevole di quando sono entrato".
LA CARD DI SANDRO RUOTOLO CONTRO IL GARANTE DELLA PRIVACY
Nell'intervista Scorza ha ripercorso anche alcuni aspetti dell'inchiesta che lo hanno coinvolto direttamente, a partire dalla vicenda degli smart glasses di Meta di quali si era occupato in un podcast: "Sì, ne avevo parlato ma allora l'istruttoria non era ancora aperta. Avevo detto semplicemente che era nato un prodotto nuovo e che bisognava stare attenti, educare le persone all'utilizzo... Una volta fatto il podcast, la mia scelta è stata non partecipare più alla discussione né tanto meno al voto sull'istruttoria".
Quanto all'ipotesi che la mancata multa a Meta possa configurare un danno erariale, "non riesco a immaginare o configurare questa fattispecie", è stata la risposta di Scorza, che ha anche precisato come "non ci siano state tre sanzioni al ribasso, ma - come accade sempre - una prima proposta degli uffici, una seconda e poi una sola decisione del Collegio".
Scorza ha anche ribadito che esclude ipotesi di conflitti di interesse tra la sua posizione e il ruolo di ex socio nello studio legale E-Lex, che assiste alcune aziende sotto la lente del Garante: "Ogni qualvolta è arrivato il momento del voto o della decisione su procedimenti che sapevo essere gestiti dal mio vecchio studio mi sono astenuto. Ci sono state delle ipotesi in cui nulla ho saputo del coinvolgimento nel mio ex studio, perché non risultava dagli atti, e in questi casi ho votato, ma sono un numero inferiore alle dita di una mano.
E in ogni caso i provvedimenti sono stati adottati all'unanimità, quindi il mio voto è stato ininfluente, e in tutti i casi i clienti sono stati sanzionati o destinatari di provvedimenti correttivi".
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Un passaggio dell'intervista è stata sulle spese dell'Autorità, anch'esse finite sotto la lente di Report: "Il compenso di ciascuno di noi è noto, è stabilito per legge ed è pari a 250mila euro, se si considera che siamo in quattro... Quanto alle spese di rappresentanza, già prima della messa in onda il Garante ha chiarito che si tratta di costi relativi a una serie di attività dei 190 dipendenti, funzionari, dirigenti, in massima parte rimborsi dei costi di viaggio quando si va in missione per fare ispezioni".
Sulla multa a Report Scorza è l'unico componente del Collegio che ha votato contro: "La questione in diritto è complicata: si trattava di chiedersi se quell'audio (della telefonata tra Sangiuliano e la moglie, ndr) in quel momento fosse o no di interesse pubblico, indispensabile ai fini di consentire a Report di raccontare quella storia: a differenza di me, i miei colleghi hanno ritenuto che ci sia stata una violazione della disciplina della privacy. Se ponessimo la stessa questione ad altri esperti avremmo risposte diverse".
sigfrido ranucci agostino ghiglia entra nella sede di fratelli d italia 1
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