IMPERIALISMO ELETTRONICO - GRASSO, SORO, E COPASIR FINGONO DI SCOPRIRE ORA IL DATAGATE ALL’ITALIANA: “FAREMO RISPETTARE LA LEGGE” - PERCHE’ I GOVERNI DEL MONDO SUBISCONO LO SPIONAGGIO DELLA NSA?

1. DATAGATE: GRASSO, IN ITALIA FAREMO RISPETTARE LEGGE - IL GARANTE DELLA PRIVACY SCRIVE A PREMIER LETTA
ANSA - "Per quanto riguarda l'Italia, non c'è alcuna novità. Sul nostro territorio abbiamo una legge che va rispettata e che continueremo a far rispettare": così il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha commentato gli ultimi sviluppi dello scandalo Datagate. Grasso in settimana incontrerà a Washington sia i vertici dell'Fbi sia il vicepresidente Biden.

''Il problema delle attività di spionaggio della NSA rende indispensabile che il Governo accerti se la raccolta, l'utilizzo e la conservazione di informazioni relative alle comunicazioni telefoniche e telematiche abbia coinvolto anche i cittadini italiani''. Lo scrive in una lettera al premier Letta il garante della Privacy Antonello Soro.

''Appare quanto mai urgente predisporre efficaci strumenti di protezione dei dati personali e dei sistemi utilizzati per finalità di polizia e giustizia, anche nella consapevolezza dell'obiettivo europeo di rinforzare gli strumenti di cooperazione e scambio di dati'' scrive il garante per la privacy.


2. EMAIL, SMS, CONVERSAZIONI: INTERCETTATA ANCHE L'ITALIA. IL COPASIR VUOLE CHIAREZZA
Da Corriere.it - I controlli su telefonate e comunicazioni telematiche riguardano anche l'Italia. Chiamate, email, sms: dietro il paravento della sicurezza nazionale gli Stati Uniti hanno acquisito milioni di dati che riguardano nostri concittadini. La conferma è arrivata circa tre settimane fa, quando una delegazione di parlamentari del comitato di controllo sui servizi segreti è stata in missione negli Usa.

In quei giorni, durante gli incontri con i direttore delle agenzie di intelligence e i presidenti delle commissioni del Congresso, si è avuta la certezza di un monitoraggio ad ampio spettro. E adesso il vertice del Copasir chiede chiarimenti al governo. L'occasione è già fissata per mercoledì pomeriggio quando a Palazzo San Macuto arriverà il sottosegretario delegato Marco Minniti.

Le informazioni acquisite dal Comitato si riferiscono al funzionamento del sistema di sorveglianza Prism, ma più in generale attengono ad un vero e proprio monitoraggio cominciato da anni e tuttora attivo. Una raccolta di dati sensibili che a questo punto anche i nostri Servizi segreti non possono più negare, sia pur ribadendo come si sia di fronte ad acquisizioni che «hanno come unico obiettivo l'attività dell'antiterrorismo». Tanto che una fonte dell'intelligence ribadisce: «Non abbiamo mai avuto alcuna evidenza che questo tipo di controllo abbia potuto riguardare lo spionaggio politico nei confronti di autorità o personalità italiane. Tutte le nostre verifiche su una simile eventualità hanno dato esito negativo».

È una posizione che lascia perplessi i parlamentari del Copasir. Lo dice senza mezzi termini Claudio Fava, di Sel, inserito nella «missione» statunitense, quando ricorda le parole del vicedirettore della National Secutiyi Agency (Nsa) sulla necessità di avere «un quadro completo delle comunicazioni da e per gli Stati Uniti». E aggiunge: «È un sistema di raccolta a strascico in base ad alcuni sensori. I vertici dei Servizi Usa ci hanno spiegato che il loro scrupolo principale è stato quello di rispettare le leggi americane sulla privacy e intervenire a tutela della sicurezza del Paese. Che tutto questo confligga con le leggi nazionali di Paesi alleati è un punto di vista che loro non hanno, ma che noi dovremmo avere».


3. PERCHÉ I GOVERNI DEL MONDO SUBISCONO SENZA FIATARE LO SPIONAGGIO DELLA NSA
Bernardo Valli per "la Repubblica"

La sorveglianza elettronica è la grande arma della nostra epoca. È l'inafferrabile sistema planetario che raggiunge e spia gli angoli più segreti degli avversari e i più riservati degli alleati. Non c'è distinzione tra amici e nemici.

Al tempo stesso ha come obiettivi naturali le nostre vite familiari, sebbene siano estranee alle tenzoni politiche e ai segreti industriali. Per i servizi di intelligence è uno strumento impareggiabile, che rende in parte obsoleti gli eserciti tradizionali, destinati allo sfoltimento. Per i paesi avanzati i conflitti non sono più gli stessi.

Ma la sorveglianza elettronica non riguarda soltanto il militare, si insinua nelle nostre esistenze private, intime, e quindi colpisce i nostri diritti democratici. L'uso dell'orecchio elettronico, il cui valore è immensamente cresciuto in seguito all'11 settembre di New York, è diventato un'insidia perché non ha ancora trovato un equilibrio tra sicurezza, libertà pubblica e privata e diritto all'informazione.

Le innovazioni possono essere creatrici e temibili. In questo caso rappresentano un'efficace arma contro il terrorismo e i traffici illeciti: e al tempo stesso una minaccia alla libera concorrenza economica, oltre che alla privacy di noi liberi cittadini.

Dopo i tedeschi e i brasiliani, che sono stati i primi a reagire alle rivelazioni di Edward Snowden, ex impiegato della Cia e della Nsa (l'Agenzia nazionale di sicurezza americana), adesso i francesi esprimono ufficialmente la loro indignazione e chiedono spiegazioni agli Stati Uniti per l'intrusione nel loro spazio nazionale, al fine di spiare personalità politiche, privati cittadini e anzitutto, sembra, aziende industriali.

Tra alleati non si dovrebbe fare. Ma lo si fa. Parigi non l'ignorava. Sono state le dettagliate rivelazioni del quotidiano Le Monde a costringere il primo ministro a reagire e il ministro degli Esteri a convocare d'urgenza l'ambasciatore americano. La tardiva, improvvisa mobilitazione, chiaramente provocata, imposta, dalle notizie della stampa, mette in rilievo la lunga discrezione di Parigi, di solito suscettibile, orgogliosa, per tutto quel che riguarda la sovranità nazionale. In questo caso non ha avuto fretta.

La perplessità degli uomini di governo occidentali (compresi quelli italiani) di fronte al sistema di spionaggio elettronico cui sono sottoposti, è senz'altro all'origine del loro singolare, insolito comportamento, del loro ritardato riflesso. Si possono elencare tanti stati d'animo. La timidezza di fronte alla super potenza; il complesso di inferiorità davanti alla superiorità tecnologica del grande alleato; la complicità subalterna.

Nel caso inglese è evidente la collaborazione. Nel resto dell'Europa è facile richiamarsi a George Orwell, al suo immaginario Stato d'Oceania,su cui domina l'invisibile Grande Fratello. Il quale ti tiene d'occhio in ogni momento e tu ti sottometti. Ma non è questo il rapporto tra le due sponde dell'Atlantico.

Il passaggio dalla fiction orwelliana alla realtà americana, tanto più se si verifica tra alleati, tra società amiche, non può che creare, comunque, un profondo malessere. Snowden, il rivelatore del sistema di ascolto elettronico, ha parlato del «più vasto programma di sorveglianza arbitraria della storia umana». In giugno, il Guardian ha
rivelato che la Nsa aveva ricevuto (dall'operatore telefonico Verizon) intercettazioni riguardanti parecchi milioni di americani, nel quadro di un'ordinanza giudiziaria segreta.

Più tardi è emerso che (grazie al programma Prism) sempre la Nsa aveva avuto dal 2007 il privilegio di ottenere i dati di nove grandi imprese americane di Internet, tra le quali Google, Facebook e Microsoft. Un altro metodo di intercettazione ha permesso e permette di prelevare dati attraverso i cavi sottomarini, lungo i quali transita il 99 per cento delle comunicazioni mondiali.

Dai documenti verificati dal quotidiano parigino risulta che in un solo periodo di trenta giorni, dal 10 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013, sono state registrate dalla Nsa 70,3 milioni di telefonate di cittadini francesi. La sorveglianza elettronica ha recuperato anche gli sms. I quali sono stati archiviati insieme alle telefonate. Snowden ha spiegato che la Nsa, l'Fbi, la Cia, la Dia (Defense Intelligence Agency) e altri possono servirsi in qualsiasi momento dei dati registrati e archiviati, senza bisogno di particolari autorizzazioni regolamentate.

Le restrizioni possono essere soltanto politiche, vale a dire determinate dalla situazione del momento. Insomma grazie al Foreign Intelligence Surveillance Act i dati raccolti dalla sorveglianza elettronica, attraverso i vari programmi, sono a disposizione della Nsa. L'Europa è nuda sotto gli occhi dell'intelligence americana.

Gli Stati Uniti possono frugare nelle nostre vite anche se hanno scarso interesse, spetta loro decidere; sorvegliano i nostri politici; registrano le decisioni dei nostri governi. Loro sono gli entomologi e noi le formiche. Non conosciamo tuttavia, per ora, i personaggi che li interessano particolarmente nei paesi alleati. Edward Snowden ha rivelato un documento dell'aprile 2013, in cui si spiega in quarantuno pagine come servirsi dei dati ricavati da Microsoft, da Yahoo, da Facebook e da Google. All'inizio dell'anno l'attenzione era puntata su Wanadoo.fr e Alcatel-Lucent.com.

Il primo, Wanadoo, ha quattro milioni e mezzo di clienti. Il secondo, Alcatel-Lucent, impiega settantamila persone. I due gruppi sono importanti operatori nel campo delle comunicazioni. Lo spionaggio elettronico americano nei paesi alleati, come la Francia, sembra riguardare soprattutto quell'area.

Da questo si ricava un'evidenza: tra le due sponde dell'Atlantico la concorrenza economica è forte e (se non tutti) molti colpi bassi rientrano nella prassi. Una pratica inaccettabile perché appare chiaro che le grandi imprese di Internet risultano stretti collaboratori della Nsa. Intelligence e commercio si intrecciano.

Le regole, democratiche e giudiziarie, possono essere infrante non per soli motivi di sicurezza. Invece di convocare e sgridare gli ambasciatori nei momenti di pubblica collera, bisognerebbe rivedere e poi far rispettare i rapporti tra l'Europa e il suo principale alleato con l'orecchio elettronico.

 

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