presidenzialismo sergio mattarella giorgia meloni demos sondaggio

IL QUIRINALE DEL POPOLO: A DESTRA CRESCE LA VOGLIA DI PRESIDENZIALISMO – SECONDO L’ULTIMA RIVELAZIONE DEMOS, IL 56% DEGLI INTERVISTATI È FAVOREVOLE ALL'ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. UNA PERCENTUALE CHE ARRIVA ALL'82% TRA GLI ELETTORI DELLA LEGA E AL 76% TRA QUELLI DI FDI, MENTRE SI FERMA AL 40% TRA CHI SOSTIENE IL PD – LA POPOLARITÀ DI MATTARELLA RIMANE MOLTO ALTA (AL 66%) E TRASVERSALE…

Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 3

L’Italia si sta “presidenzializzando”. Lo confermano le indagini sul “Rapporto fra gli italiani e lo Stato”, condotte da Demos per Repubblica . Due italiani su tre, infatti, confidano nel presidente Mattarella. Dunque, oltre 20 punti in più rispetto al 2014, quando al Quirinale era insediato il predecessore, Giorgio Napolitano. Tuttavia, lo stesso Napolitano, nel 2011, aveva toccato l’80% di popolarità. Per scendere, negli anni seguenti, in modo sensibile. Intorno al 50%. E, ancor di più, durante il governo Renzi.

 

Una tendenza che rammenta come il ruolo del Presidente, più di ogni altra istituzione, “rappresenti” lo Stato. E, per questo, rifletta l’immagine del sistema politico. Anche in tempi di disincanto democratico. Caratterizzato dall’affermarsi dell’anti-politica. Un sentimento che esprime distacco e ostilità verso la politica e i soggetti che la rappresentano. In particolare, i partiti, insieme ai leader.

 

sondaggio demos su Mattarella e il presidenzialismo - la Repubblica

[…] la figura del Presidente, pur venendo coinvolta da e in questo clima politico, “r-esiste”. Mantiene, cioè, credibilità. E, anche grazie all’autorevolezza personale di Mattarella, continua a costituire un riferimento per i cittadini. E permette alle istituzioni di r-esistere. Perché ne è il principale garante. Oltre e sopra le parti. Anche se le parti politiche lo valutano in modo diverso.

 

Oggi, come emerge dal sondaggio di Demos, è apprezzato e sostenuto dalla quasi totalità degli elettori del Pd e del Terzo Polo (Azione-Italia Viva). Ma dispone di un consenso maggioritario presso la base di tutti i partiti. Prossimo al 60% anche fra chi vota per la Lega e il M5S. In altri termini, supera le divisioni politiche tradizionali e nuove.

 

sondaggio demos sul presidenzialismo - la Repubblica

[…] appare altrettanto ampio il favore verso l’elezione diretta del Presidente. Secondo il modello dei sistemi presidenziali e semi-presidenziali. Che comprende e coinvolge molti importanti Paesi. Come gli Usa e la Francia. Nell’ultimo anno, in Italia, questo sistema di s-elezione e di scelta del Presidente ha mantenuto un consenso molto largo, fra i cittadini. Ma con differenze sensibili ed evidenti, dettate, in particolare, dalla posizione politica. L’elezione diretta, infatti, risulta molto apprezzata dal centro-destra, soprattutto nella base della Lega (82%) e di FdI (76%). È, inoltre, condivisa dai due terzi degli elettori di Forza Italia.

 

Non per caso, in quanto si tratta del partito personale (di Berlusconi), per definizione. Ma il consenso verso l’elezione diretta scende sensibilmente nel centro-sinistra. E diviene minoritario fra chi vota Pd, Terzo Polo. E lo stesso M5S.

 

[…] D’altronde, l’importanza della persona, cioè, del capo, è cresciuta. Anche perché i partiti e lo stesso Parlamento hanno perduto potere. La stessa attività legislativa, negli ultimi anni, è stata svolta spesso dai capi di governo. Come rammenta la sigla Dpcm. Decreto del Presidente del Consiglio. Una sigla divenuta popolare, nel corso dei governi Conte 2 e Draghi.

 

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione

Nell’ultimo periodo, peraltro, la spinta verso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica si è incrociata con una domanda di cambiamento politico, che va oltre gli schieramenti. E si è tradotta, in particolare, nell’affermazione e nell’elezione di due donne, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, a capo, rispettivamente, del governo e del principale partito di opposizione. Ora, per completare questo percorso, manca un solo passaggio. Il più importante. L’ascesa di una donna al Quirinale, dopo un Presidente della Repubblica stimato come Sergio Mattarella. Magari attraverso un’elezione... “diretta”.

ELLY SCHLEIN ELLY SCHLEINGIORGIA MELONI IGNAZIO LA RUSSA SERGIO MATTARELLA

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…