IN SICILIA IL PDL RIACCENDE LA FIAMMA! - ACCORDO A SORPRESA TRA MICCICHE’ E LOMBARDO, IL CENTRODESTRA CHE SEMBRAVA ALLO SBANDO SI RICOMPATTA E CANDIDA NELLO MUSUMECI - EX MISSINO CATANESE DI VECCHIO STAMPO, ORA CON STORACE, MUSUMECI HA AVUTO ANCHE L’OK DI ALFANO E PUO’ SPARIGLIARE I PIANI DI D’ALEMA E CASINI - IL CANDIDATO GAY DI PD E UDC CROCETTA INFATTI DEVE VEDERSELA ANCHE CON I “SINISTRATISSIMI” DI CLAUDIO FAVA…

Fabio Martini per "La Stampa"

Nell'isola di Pirandello mai fidarsi delle apparenze. Sembrava ormai ineluttabile che la Sicilia, un tempo il granaio di voti del centrodestra, potesse presto buttarsi a sinistra, per effetto delle sanguinolente diatribe tra i ras del Pdl. E invece no, dalla sera alla mattina, si è prodotta la sorpresa destinata a riaprire la partita regionale e - chi lo sa - forse anche i giochi nazionali.

L'altra notte, in casa sua, il governatore uscente Raffaele Lombardo ha chiuso un accordo con Gianfranco Micciché per candidare alla presidenza nelle elezioni regionali del 28 ottobre Nello Musumeci, galantuomo catanese di vecchio stampo, un ex missino destinato a non inquietare il sistema di potere e soprattutto rassicurando un elettorato moderato che non aspettava altro che un candidato votabile.

In poche ore, per effetto del ricompattamento del vecchio centrodestra, Musumeci è diventato il gran favorito nella corsa a palazzo dei Normanni: è l'unico candidato di centrodestra, mentre sull'altro fronte i candidati sono due ed entrambi decisamente spostati a sinistra: Claudio Fava e Rosario Crocetta.

Una mossa che oltrettutto lascia al palo Pd e centristi dell'Udc, che in conseguenza di una serie di contorti tatticismi, qualche giorno fa si erano ritrovati a sostenere assieme la candidatura di Rosario Crocetta, già sindaco comunista antimafia di Gela, omosessuale dichiarato e che nei primi giorni di campagna elettorale si era prodotto nella più originale delle promesse: «Se sarò eletto Presidente, dirò addio al sesso», confidando sul fatto che questo impegno potesse interessare i suoi elettori. Per Bersani e Casini quello che doveva essere il laboratorio della partita nazionale, rischia dunque di trasformarsi in un boomerang? E anche per il Pdl l'effetto-Sicilia potrebbe avere un trascinamento sul voto nazionale?

Certo, la partita siciliana è ancora tutta da giocare e nulla lascia presagire che un eventuale successo di Musumeci possa preparare il terreno ad una vittoriosa rimonta del Pdl nelle elezioni Politiche nella primavera del 2013. Eppure i paralleli tra Roma e Palermo sono tanti. A cominciare dalle "due sinistre": se a Roma è recente la divisione in due spezzoni contrapposti - Pd da una parte, Di PietroGrillo dall'altra - in Sicilia l'antagonismo tra la sinistra populista di Orlando e quella consociativa di una parte del Pd, è storia vecchia, ma destinata ad acuirsi.

In primavera la "fazione" orlandiana sembrava aver stravinto: nelle elezione a sindaco di Palermo, Leoluca Orlando aveva battuto il candidato del Pd Fabrizio Ferrandelli in un ballottaggio tutto a sinistra, evento straordinario se si pensa che nel 1994 il centrodestra aveva vinto in tutti e 61 i collegi dell'isola. Ma poiché alle Primarie Claudio Fava (ex Rete, ora Sel) aveva sostenuto Ferrandelli, raccontano che Orlando se la sia legata al dito. Risultato: Fava ha proposto la sua candidatura a Governatore, Orlando nicchia e dunque non c'è pace neppure nella fazione vincente della sinistra.

Il Pd e l'Udc, col benestare da Roma di Massimo D'Alema e Pier Ferdinando Casini, si erano riproposti di trasformare la Sicilia nel laboratorio per la futura intesa nazionale. Con quale candidato? Qualche giorno fa all'Udc hanno saputo che uno dei papabili, Rosario Crocetta, stava cercando sotto banco l'appoggio di Lombardo e proprio per questo Casini ha giocato d'anticipo, lanciandolo lui il sindaco gay. A patto che Crocetta rinunciasse all'intesa con Lombardo. Tatticismi che si sono sgretolati per effetto di un trama dietro le quinte, avviata quattro mesi fa da Adolfo Urso, già braccio destro di Fini e oggi battitore libero del centrodestra.

Silvio Berlusconi ha capito che doveva tenersi fuori: prima ha dato un forte incoraggiamento a Micciché, ma quando il suo candidato è stato bruciato dagli altri notabili del Pdl, il Cavaliere ha dato il via libera a Musumeci, che in quota alla "Destra", era stato sottosegretario nel suo ultimo governo. A quel punto è arrivato in Sicilia il capo della Destra Storace, è stato chiuso l'accordo con Lombardo e anche l'agrigentino Angelino Alfano, che avrebbe preferito un altro candidato, ha potuto brindare ad un patto che potrebbe riaprire la strada della vittoria al centrodestra siciliano.

 

NELLO MUSUMECI FRANCESCO STORACE Rosario CrocettaANGELINO ALFANO PIERFERDINANDO CASINI E PIERLUIGI BERSANI Claudio Fava

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