INAUGURAZIONE DE CHE? - TUTTI ALLA STAZIONE TIBURTINA A TAGLIARE IL NASTRO DI MORETTI, COI FAMILIARI DELLE VITTIME DI VIAREGGIO A DEBITA DISTANZA - 170 MLN SPESI, MA ANCORA NON C’È QUASI NIENTE: NÉ UN RISTORANTE, NÉ UNA LIBRERIA. 6 BINARI ATTIVI SU 24, TRENITALIA NON È PRONTA - MA È PRONTO E CROCCANTE IL CONFLITTO DI INTERESSI DI PASSERA E DEL SUO NUOVO VICE CIACCIA, VISTO CHE BANCA INTESA CHE DIRIGEVANO (E DI CUI ANCORA DETENGONO STOCK OPTION?) HA INVESTITO MILIONI NELLA RIVALE NTV DI MONTEZEMOLO…

Daniele Martini per il "Fatto quotidiano"

Con una cerimonia in grande stile, alla presenza di Silvio Berlusconi, un anno fa aprirono l'atrio. Ieri, della stazione Tiburtina di Roma per l'Alta velocità, difesa per ore da centinaia di poliziotti e carabinieri schierati per paura di contestazioni, hanno inaugurato con solennità un altro pezzo. In gergo lo chiamano "la Piastra" ed è una gigantesca scatolona di vetro e acciaio su più livelli, sopraelevata di 9 metri rispetto al fascio dei binari, bella a vedersi, ma vuota.

La stazione intera dedicata a Cavour non è affatto finita e avendo voglia i dirigenti delle Ferrovie nei prossimi mesi e anni possono sbizzarrirsi in altri cento tagli del nastro, in ossequio alla moda assai in voga in era berlusconiana ed evidentemente non abbandonata, delle inaugurazioni in progress, a rate, di grandi opere incompiute.
Alla cerimonia c'era mezza nomenklatura nazionale, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, più un mix di rappresentanti del governo passato e attuale, con prevalenza di ex, da Gianni Letta a Giorgia Meloni.

Per l'attuale esecutivo svettava su tutti, con i suoi quasi due metri di altezza, il ministro per lo Sviluppo e le Infrastrutture, Corrado Passera. Tra gli altri c'erano Rocco Buttiglione, Pier Ferdinando Casini , Emma Bonino, Renzo Lusetti, la presidente del Lazio Renata Polverini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti.

A fare gli onori di casa Mauro Moretti, l'amministratore delle Fs, che nel suo discorsetto ha annunciato un'altra inaugurazione a breve, appunto, il 21 aprile 2012, Natale di Roma, quando secondo i piani dovrebbe essere finita la tangenziale sotto la stazione che dovrebbe sostituire la sopraelevata attuale, una delle brutture urbanistiche capitoline degli anni Settanta del secolo passato che i residenti della zona vorrebbero rasa al suolo.

Fuori, tenuti con i blindati a debita distanza dalle autorità, qualche no Tav e i familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio che avrebbero voluto consegnare a Napolitano una petizione. Più un gruppo di rappresentanti degli 800 addetti ai treni notturni con la Francia e per il sud licenziati per far posto ad altri lavoratori, probabilmente francesi. Appostati sul cavalcavia della Tiburtina hanno aspettato che sfilassero le auto blu per sfogare la loro comprensibile rabbia al grido "buffoni, buffoni".

Controllati a vista da guardie giurate anche giornalisti, cameramen e fotografi, reclusi in un recinto distante decine di metri dal luogo dell'evento, invitati a seguire le varie fasi dell'inaugurazione solo sui monitor e addirittura costretti per "motivi di sicurezza" a non abbandonare le loro postazioni "fino a nuovo ordine " e a cerimonia già conclusa. L'opera inaugurata costa 170 milioni di euro, in parte finanziati con la vendita delle aree edificabili circostanti, ed è grandiosa, ma per ora vuota e senz'anima. La gara per la gestione e la valorizzazione di quegli spazi (10 mila metri quadrati circa) è ancora al "caro amico".

Ci vorranno mesi, se non addirittura anni perché quelle strutture enormi progettate dall'architetto Paolo Desideri in vista di un flusso giornaliero di 300 mila persone tra viaggiatori e pedoni in transito tra i quartieri Pietralata e Nomentano si riempiano di bar, librerie, ristoranti, edicole e negozi che poi sono la parte più ambita del business delle stazioni.

Rete ferroviaria italiana (Rfi), società Fs che ha costruito l'opera e ne è la proprietaria sta ancora elaborando il capitolato d'appalto e forse nei prossimi giorni sarà in grado di inviare le lettere di partecipazione alle ditte interessate tra cui Grandi Stazioni e Centostazioni, le società che si occupano degli scali partecipate al 60 per cento dalle Ferrovie e al 40 dai privati. Le aziende dovranno poi elaborare le offerte e infine si passerà alla valutazione vera e propria, non prima del prossimo autunno.

Per ora l'enorme tubo sarà in piccola parte riempito con strutture minime come biglietterie e macchinette per i ticket e con i pochi esercizi già presenti nella stazione Tiburtina più, forse, qualche punto di ristoro affidato a Cremonini, la ditta delle carni. Anche dal punto di vista strettamente ferroviario la stazione non è ancora pienamente in funzione. L'incendio estivo del vecchio scalo ha inferto una ferita non ancora del tutto rimarginata.

La distruzione della cabina degli scambi ferroviari (la centrale Acei) ha lasciato uno strascico che complica la circolazione. Di fatto sono utilizzabili 6 binari su 24 più 2 per Tivoli mentre i treni veloci in partenza e in arrivo restano solo 4. Diventeranno forse 18 quando l'11 dicembre entrerà in funzione il nuovo orario invernale. Per l'occasione, magari ci potrebbe stare un'altra bella cerimonia.

 

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