INCREDIBILE MA FALSO! - È UNA BUFALA LA STORIA DI OBAMA CHE CITA/RINGRAZIA/LODA MONTI, MENTRE IL PREMIER ERA IMPEGNATO AL TELEFONO CON CICCHITTO - UNA NOTIZIONA CHE TUTTI I GIORNALI SI SONO AFFRETTATI A SCRIVERE, MA NEL VIDEO INTEGRALE IL PRESIDENTE USA NON NOMINA MAI MARIO - TUTTA COLPA DI UNA IMBECCATA DELLA SOLERTE UFFICIO STAMPA DI MONTI BETTY “MAFALDA” OLIVI O UNA LETTURA FRETTOLOSA DI UN’AGENZIA?…

Stefano Feltri e Paola Zanca per il "Fatto quotidiano"

Doveva essere il maggiore successo diplomatico della tournée asiatica, sta diventando un pasticcio: la citazione di Mario Monti fatta da Barack Obama nel discorso al meeting per la sicurezza nucleare di Seul. Che non c'è mai stata.

Alle 10.49 di martedì mattina, pomeriggio inoltrato in Corea del Sud, l'agenzia Ansa batte la notizia: "Nucleare: Seul: Obama ‘cita' Monti in discorso finale". La notizia diventa un caso politico in Italia perché, durante la "citazione", Monti era fuori dalla sala al telefono con il capogruppo del Pdl, Maurizio Cicchitto, che aveva urgenza di parlargli, pare della legge sulla corruzione. Sui giornali di ieri i titoli sono di questo tono: "Cicchitto fa perdere a Monti le lodi di Obama", oppure "Obama loda le riforme di Monti" e ancora "a Seul complimenti anche da Obama".

Tutti si concentrano sulla telefonata di Cicchitto, nessuno sulle lodi di Obama. In fondo ci sono anche gli inviati dei grandi quotidiani, a Seul, tutti raccontano la stessa storia, raccontano di come Obama abbia addirittura "letto una parte del discorso" di Monti del giorno prima. Eppure basta tornare all'Ansa da cui tutto è cominciato per capire che le cose erano meno nette: l'agenzia scrive tra virgolette che il presidente Usa ha ‘citato' Monti, almeno questo è quanto "riferiscono fonti della delegazione italiana".

Che di solito è un'espressione per alludere ai portavoce (a Seul con Monti c'è la sua collaboratrice Elisabetta Olivi). La citazione si limiterebbe comunque all'espressione "fare individualmente piccoli, ma concreti passi, che consentono di prevenire eventi che possano apparire remoti". Ma anche qui, a voler essere pignoli, palazzo Chigi ha comunque esagerato: nel testo integrale, in italiano, dell'intervento di Monti pubblicato sul sito del governo quell'espressione non si trova. Il premier si limita a dire che l'impegno di Obama nel promuovere i summit sulla proliferazione è "un passo in avanti concreto" verso un mondo più sicuro.

Per avere la conferma definitiva che non c'è stata alcuna citazione basta andare sul sito della Casa Bianca: c'è la trascrizione delle parole di Obama e anche il video. Non un solo accenno al presidente del Consiglio italiano. Il Fatto Quotidiano ha chiesto un chiarimento a palazzo Chigi, dove a Roma è rimasta in servizio Amelia Torres, la portavoce per la stampa estera: la risposta è un articolo della stampa neozelandese (http://www.odt.co.nz/news/politics/203221/keys-speech-gets-nod-obama), che allude a una citazione congiunta di Monti e del premier della Nuova Zelanda John Key, e un'agenzia (italiana) di Radiocor.

Il corto circuito si sta però completando: già ieri pomeriggio un articolo della testata on line americana Christian Science Monitor riferiva delle lodi di Obama a Monti, ma l'arcano si spiega: è firmato dalla corrispondente dall'Italia Anna Momigliano che si sarà fidata dei quotidiani italiani.

Un eccesso di zelo che rischia di trasformarsi in un danno di immagine , come quando nel 2003 il Tg1 di Clemente Mimun montò gli applausi rivolti al segretario dell'Onu Kofi Annan come se fossero avvenuti al termine del discorso di Silvio Berlusconi che, invece, aveva parlato all'ora di pranzo davanti a una platea quasi vuota.

Risultato finale della presunta citazione: Monti sembra preferire Cicchitto a Obama e vuole attribuirsi lodi che non ha ricevuto. Eppure il rapporto con gli Stati Uniti è davvero uno dei principali successi diplomatici del professore della Bocconi, ricevuto a Washington a febbraio e considerato negli equilibri di potere europei il più fedele interprete della visione globale di Obama, impegnato (con qualche risultato) ad arginare la miope linea di sacrifici e tagli imposta da Angela Merkel.

E anche durante il summit di Seul i due capi di governo si sono incontrati in privato, con Monti a rappresentare di fatto l'intera Unione europea (vista l'assenza di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy), come ha spiegato proprio il premier: "Ho avuto l'opportunità di una conversazione bilaterale con il presidente Obama che mi ha manifestato la sua soddisfazione per gli sviluppi positivi della situazione sia in Italia che nella zona euro" (secondo quanto ha riferito l'Ansa). Non ci sarebbe bisogno, insomma, di esagerare.

 

MARIO MONTI E IL PRIMO MINISTRO SUDCOREANOMARIO MONTI E BARACK OBAMAFOTO DI GRUPPO AL _NUCLEAR SECURITY SUMMIT_ IN COREA DEL SUDBarak ObamaFABRIZIO CICCHITTO Elisabetta Olivi

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...