boschi renzi bolzano sudtirolo alto adige

INCUBO DEMOCRATICO: RENZI ADESSO TEME IL CROLLO AL 20 PER CENTO - IN CASO DI DISFATTA VOCI SU UN RITORNO DI VELTRONI – LE MOSSE DI GENTILONI, ORLANDO E FRANCESCHINI

Carlo Bertini per la Stampa

RENZI BOSCHI ELEZIONI

 

L' assillo di questi giorni, rimbalzato da un telefono all' altro in forma interrogativa, sta diventando una presa d' atto, alla luce del fuoco di fila subito dal Pd nella prima vera settimana di campagna elettorale. «La responsabilità non paga», è l' amara constatazione dell' inner circle renziano in costante contatto col leader. Il quale in pubblico ammette di percepire un sentimento di paura nel partito, tanto da spronare i militanti riuniti ieri alla casa del popolo di Signa a «scuotersi di dosso la rassegnazione e a fare lo sforzo finale per essere il primo partito».

 

RENZI DURSO

Col passare dei giorni la paura nei ranghi cresce e i sondaggi non confortano. Per arginare l' offensiva Renzi non solo oggi sarà a Firenze con Minniti, ma giovedì sarà al sacrario di Sant' Anna di Stazzema con mezzo governo al seguito, per rimarcare la natura antifascista del Pd.

 

Gentiloni sarà impegnato a Berlino c on la Merkel, ma il capo dell' opposizione Andrea Orlando ci sarà e con lui Orfini, Martina, Pinotti, Fedeli, Madia, insieme a Fassino, Marcucci e ai renziani della prima ora. Lo stato maggiore del partito firmerà l' Anagrafe antifascista di Stazzema, nel luogo che commemora i martiri dell' eccidio nazi-fascista. Una mossa per provare a dare un segnale netto prima della manifestazione unitaria con l' Anpi del 24 febbraio.

 

RENZI BOSCHI BONIFAZI

Nella torre di controllo della campagna elettorale si attende con ansia un sondaggio commissionato a una nota società demoscopica sulle sfide nei collegi. Sperando che non vi siano troppe sorprese al ribasso rispetto a previsioni già fosche sul versante delle battaglie uninominali. Dove il Pd sembra reggere solo nelle regioni rosse. «Ancor di più dopo Macerata, c' è una sensazione di difficoltà anche nei collegi, dovuta a fatto che il Pd è schiacciato dalle posizioni e dalla propaganda degli altri partiti», ammette un dirigente toscano vicino al segretario. Il timore di come andrà a finire il 4 marzo è forte. Tanto che l' asticella, fissata finora intorno alla soglia psicologica del 25 per cento, ovvero la percentuale ottenuta da Bersani nel 2013, negli ultimi giorni è scesa di grado. Fino a fissarsi, nei conversari del cerchio stretto del segretario, intorno al 23 per cento, attuale fotografia dei consensi in capo al Pd.

 

Sotto la quale tutto viene messo in conto. «Se ci fermassimo intorno al 20 per cento sarebbe una disfatta e non reggerebbe più nulla», si agitano i renziani, «anche perché vorrebbe dire che il centrodestra avrebbe numeri per fare un governo autonomo». Uno dei dati segnalati dai sismografi interni è che il Pd perde consensi a favore del centrodestra e non dei grillini. Il timore di avvicinarsi alla temibile soglia del 20% la dice lunga.

 

FRANCESCHINI RENZI GENTILONI

È vero che con i voti degli alleati che resteranno sotto il 3 per cento il Pd potrebbe strappare una percentuale più alta, sfiorando il 26-27%. Ma se la Bonino salisse oltre il 3% e Insieme e Civica Popolare restassero sotto l' uno (disperdendo così i voti), il film sarebbe un altro. E tutti sanno che la resa dei conti si farà sul peso del Pd come singolo partito. Le sonde dello stato maggiore renziano però ancora non registrano movimenti sospetti dei vari big, da Orlando a Franceschini.

 

Per ora tutti stanno a vedere cosa succederà, ma certo il clima di diffidenza serpeggia a vari livelli. Le voci velenose già circolano, come quella di un Walter Veltroni in cima alla lista degli ex leader che potrebbero essere richiamati a gran voce a reggere le fondamenta della casa madre in caso di tracollo.

FRANCESCHINI RENZI

 

Per parte sua, Gentiloni sta muovendosi ad arte per scacciare da sè qualunque strana idea: conscio che la sua immagine è il valore aggiunto del Pd, la spende tutta in favore della coalizione, puntando a far crescere le varie liste alleate: ieri era in prima fila e sul palco a sostenere la Lorenzin a Roma ed era a fianco della Bonino per l' apertura della campagna elettorale ai primi del mese. «La coalizione sta recuperando sul centrodestra», dice il premier, senza specificare però che ciò è dovuto alla crescita di mezzo punto della lista Più Europa.

renzi berlusconirenziVeltroni

 

walter veltroni RICHETTI RENZIRENZI

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...