renzi referendum

"IPOTESI SURREALE”: IL DUCETTO LIQUIDA COSI’ IN PUBBLICO L’IDEA DI RINVIARE IL REFERENDUM CAUSA TERREMOTO PENSATA DA CASTAGNETTI-QUIRINALE, E RILANCIATA DA ALFANO - E SI FINGE PURE INFASTIDITO - ANGELINO CERCA SPONDE NEL CAV, CHE SI GIRA PERO’ DALL’ALTRA PARTE (SU INDICAZIONE DI BRUNETTA)

Goffredo De Marchis per la Repubblica

renzi boschi referendumrenzi boschi referendum

 

Il «buonsenso» della proposta, racconta Angelino Alfano, è testimoniato dalla sua giornata. «Adesso (è metà pomeriggio ndr) sono impegnato in una riunione operativa per la gestione del dopo terremoto. E il referendum, com’è ovvio, è l’ultimo dei miei pensieri». Così il ministro dell’Interno spiega le sue parole sull’eventuale rinvio del voto sulla riforma costituzionale (4 dicembre) a causa dei problemi nelle zone colpite dal sisma.

 

Nessuno vuole giocare sulla pelle di chi vive la tragedia di lasciare la propria terra. «Naturalmente, ci vorrebbe una richiesta delle opposizioni perché il governo, sul referendum, è proponente e questo esclude che sia anche rinviante », dice ancora Alfano. Ma dietro al “buonsenso” si nascondono anche motivazioni politiche, così come esistono ragioni strategiche nella bocciatura secca e definitiva di Matteo Renzi.

OBAMA E SILVIO BERLUSCONI A L'AQUILAOBAMA E SILVIO BERLUSCONI A L'AQUILA

 

La questione sollevata per primo da Pierluigi Castagnetti, ovvero come calibrare una dura campagna elettorale di fronte a 40 mila sfollati, come garantire il diritto al voto in quelle aree, resta il punto di fondo del dibattito sul rinvio. Ma non è un caso che Alfano si sia rivolto direttamente a Berlusconi, durante l’intervista a Rtl. Cioè, a un ex premier che conosce gli effetti del sisma (L’Aquila). Ma che sul quesito è anche in una posizione di attesa e non sempre è allineato ai falchi di Forza Italia come Brunetta.

 

Parlando da leader dell’Ncd, Alfano ha provato a offrire una sponda al leader di Fi indeciso cercando, attraverso il rinvio, di indicargli una via di fuga che non lo schiacci sulle opposizioni grillina e leghista. Offerta non raccolta però dal Cavaliere e che ha chiuso i giochi sullo slittamento. «Da ministro dell’Interno - dicono infatti fonti del Viminale - Alfano si spenderà per assicurare a tutti il voto, soprattutto alle persone sfollate ».

ALFANO RENZIALFANO RENZI

 

Renzi non ha mai pensato davvero al rinvio. Perché altre calamità naturali non hanno impedito in passato di svolgere regolari elezioni. Il governo farà uno sforzo per consentire il voto di tutti gli italiani. Ci sono già norme di legge per situazioni di emergenza come quella che ha colpito il centro-Italia. Se sarà necessario si adotteranno altri provvedimenti nel mese che manca al 4 dicembre. Ma si ragiona anche sugli effetti politici di uno voto spostato.

 

VALERIO ONIDA VALERIO ONIDA

«L’incertezza politica legata a un allungamento dei tempi - ha spiegato il premier ai suoi collaboratori - non ci serve. Non è affatto vero che un rinvio ci aiuta, anche se i sondaggi danno il No in testa». Del resto, se il referendum è la madre di tutte le battaglie, cedere alla tentazione di uno spostamento avrebbe significato declassare la riforma a un passaggio normale e non epocale della vita politica. Anche per questo l’ipotesi viene definita «surreale» da Renzi e provoca il suo fastidio fin dal momento in cui è stata affacciata.

 

Semmai a Palazzo Chigi hanno gli occhi puntati al ricorso di Valerio Onida per lo spacchettamento del quesito. Il tribunale di Milano deve decidere se rinviare gli atti alla Consulta. Non si sa quando prenderà la decisione. Gli spifferi suggeriscono che il ricorso sarà accolto. Significa che una possibilità tecnica di slittamento potrebbe davvero essere messa in moto, con una serie di effetti indesiderati per il presidente del Consiglio.

 

Il Quirinale sta a guardare e aspetta il corso degli eventi. È vero che Castagnetti è uno dei migliori amici di Sergio Mattarella, ma l’ex leader del Ppi ha precisato di parlare a titolo personale. Potrebbe comunque aver dato voce alla “preoccupazione” del Colle per il clima generale che si respira intorno al referendum. Non un buon clima.

 

Castagnetti e Del Rio Castagnetti e Del Rio

Il presidente della Repubblica ha già cercato di smorzare i toni, durante l’intervento all’assemblea dell’Anci il 12 ottobre. «Qualunque sia l’esito del referendum l’interesse comune è la Costituzione», disse allora. Ma la preoccupazione forte rimane, tanto più ora che la campagna entra nel vivo. E al Quirinale non si esclude un nuovo appello alla moderazione nei prossimi giorni.

 

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