trump cazzo

AMERICA FATTA A MAGLIE – BASTA UN’ECONOMIA CHE VA COME UN RAZZO PER LA SOPRAVVIVENZA DI UN PRESIDENTE? – WALL STREET BRINDA E TRUMP INCASSA IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM, IL RISULTATO SUL PIL È LA MIGLIORE RISPOSTA ALLE CRITICHE SUI DAZI – TRUMPOLITICS: TAGLI DELLE TASSE, DEREGULATION E AUMENTO DELLA SPESA – MA MUELLER NON MOLLA E VA CERCANDO SU TWITTER LE PROVE DI UN’OSTRUZIONE ALLA GIUSTIZIA…

Maria Giovanna Maglie per “Dagospia”

 

donald trump

Quanto conta un’economia che va come un razzo nell'ipotesi di rielezione di un presidente, di affermazione del suo partito, di aumento della popolarità, persino di ipotesi di sopravvivenza da inquilino della Casa Bianca, se ad attaccarlo sono quasi tutti i poteri costituiti dal momento della sua elezione?

 

La domanda non è peregrina visto che dai tempi di Bill Clinton e della clamorosa sconfitta di Bush Senior, che pure aveva vittoriosamente liberato Il Kuwait, si dice in America e non solo che “it's the economy stupid”.

 

TRUMP ESULTA PER IL PIL SU TWITTER

Se è l'economia a prevalere anche sulla radicalizzazione ideologica degli ultimi 10 anni, allora Wall Street brinda, Trump incassa. La crescita americana ottiene il miglior risultato in quattro anni e il terzo migliore dalla grande crisi che ha colpito gli Stati Uniti oltre un decennio fa. Il Prodotto interno lordo vola infatti del 4,1% nella prima lettura del secondo trimestre accompagnato da una revisione dal 2% al 2,2% per i primi tre mesi dell’anno in corso.

 

WALL STREET 2

Il dato soddisfa le attese degli analisti, che erano un po’ in ansia viste le aspettative e le conseguenze di una delusione.

 

Donald Trump twitta: “Ottimi numeri sul Pil” in conferenza stampa dalla Casa Bianca ricorda quanto bene vadano i consumi, cresciuti del 4%, le esportazioni che senza alcuna timore della minaccia di guerra dei dazi dichiarata a tutto il mondo sono cresciute del 9,3.

 

DONALD TRUMP FIRMA I DAZI CON I LAVORATORI DELL ACCIAIO E DELL ALLUMINIO

Torniamo a “it's the economy stupid”,per dire che sicuramente il risultato consolida la leadership del presidente ed è la migliore risposta alla quantità gigantesca di critiche sui rischi dell’adozione di dazi nei confronti di Cina ed Europa.

 

Oltretutto nel frattempo con l'Europa sembra scoppiata la pace per la gran paura che si è presa la Germania di doverti tenere le sue pregiate automobili, e Donald Trump ne ha ricavato un aumento delle esportazioni di gas liquido e soia.

 

WALL STREET 1

La Cina è un osso duro ma di sicuro il governo comunista di Pechino sa di dover temere il presidente più folle di tutta la storia e di dover prendere sul serio le sue minacce.

 

Un accordo non dovrebbe tardare, almeno secondo gli ottimisti della West Wing, e anche secondo Wall street, che rifiata oggi grazie a Trump dai colpi di Facebook

 

Il risultato del PIL di oggi sembra anche confermare le scelte fatte dalla Federal Reserve sul rialzo dei tassi con altri due ritocchi nel 2018 e almeno tre nel 2019.

hillary clinton 2

 

Siccome parliamo sempre dei suoi scandali e delle sue controversie e sembra che il successo gli caschi addosso solo perché è fortunato, parliamo allora delle ragioni di questo straordinario risultato dell'economia che non potrà che influenzare, nonostante la guerra mondiale scatenata dal partito democratico, le delicate elezioni di midterm l'8 novembre.

 

Putin e Trump

Il successo ottenuto è il risultato di una politica che si poggia su tre pilastri: tagli delle tasse, deregulation, deregolamentazione, aumento della spesa a sostegno della crescita.

 

I critici di una politica così modulata dicono che non può durare, e simili cicli economici positivi di crescita hanno al massimo una estensione di otto, nove anni, e  che l'attuale dura dal 2010.

 

Solo che gli americani non se ne erano accorti di essere fuori dalla crisi, ora invece se ne accorgono eccome, basta pensare che ci sono più posti di lavoro sul mercato che richieste di posti di lavoro.

 

Basta pensare che la crescita in atto e il benessere che ne deriva tiene insieme in una difficilissime delicata armonia  Wall Street, la Corporate America e i cittadini consumatori.

ALAN DERSHOWITZ

 

In buona comunicazione politica si dice che le combinazioni positive di queste tre componenti della società ha come risultato sicuro  la mobilitazione e la risposta  dell'elettorato atteso alle urne il primo martedì di novembre.

 

Dunque la risposta è sì, bastano un risultato del 4,1 come quello di oggi, a conferma di molti altri risultati positivi e di un'onda nuova di affermazione e forza degli Stati Uniti nel mondo, a garantire la sopravvivenza di un presidente. E su questo che conta Donald Trump. dalla sua elezione a sorpresa il 6 novembre del 2016.

 

ROBERT MUELLER

Poi c'è il lato oscuro di questa presidenza, contro il quale si affanna un grande avvocato penalista e democratico come Alan Dershowitz, che ha votato per Hillary Clinton ma non tollera la caccia alle streghe ed ha appena dato alle stampe un libro che si chiama “The case against the impeachment of Trump”, ovvero perché non c'è alcun terreno giuridico e materia legale per chiedere un impeachment  di questo presidente, libro che gli ha già fruttato i ringraziamenti di Trump, e probabilmente il rischio di linciaggio nel paradiso radical chic di Martha's Vineyard, dove ha sempre amato villeggiare.

 

john bolton

Nel libro il famoso avvocato sostiene che non si può trasformare un’acredine in una battaglia politica pur legittima in argomenti e accuse. Sostiene anche che le agenzie federali, FBI in testa, hanno mestato nel torbido appoggiando prima la campagna di Hillary Clinton e coprendone le magagne, poi hanno contribuito a istruire la causa contro Trump, inquinando prove e offrendone di fasulle o impresentabili .

 

Sarebbe una corruzione ai massimi livelli, ed è la stessa cosa che pensano 11 Parlamentari repubblicani che hanno chiesto l'impeachment di Ed Rosenstein, il vice ministro della giustizia, vice  Attorney General , che ne sarebbe il burattinaio.

trump putin helsinki 4

 

L'affare è ancora così complicato, visto che il procuratore speciale Robert Mueller non solo non molla l'inchiesta sul Russia Gate, ma addirittura va cercando nei tweet di Trump le prove di un'ostruzione alla giustizia, che il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha dichiarato che non si realizzerà prima dell'inizio del prossimo anno l'annunciata visita su invito di Vladimir Putin a Washington. Non in questo clima.

 

Perciò si torna alla domanda iniziale. Basta un'economia che va come un razzo a garantire il la vita di un presidente?

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO