1- ''JOKER'' HOLMES NON PARLA, LUNEDÌ MATTINA IN TRIBUNALE. LA POLIZIA HA RESO NOTO CHE IL KILLER DI DENVER AVEVA COMPRATO PISTOLE E MUNIZIONI, TUTTE LEGALMENTE, NEI DUE MESI PRECEDENTI LA STRAGE: QUATTRO PISTOLE E UN FUCILE D’ASSALTO IN UN'ARMERIA LOCALE E, ATTRAVERSO INTERNET, UNA CARABINA E “PIÙ DI 6MILA MUNIZIONI” 2- SU UN SITO WEB "ADULT FRIENDFINDER" UNA PAGINA POTREBBE ESSERE DI HOLMES. SCRIVE DI CERCARE "SESSO OCCASIONALE" E POI: "MI VERRAI A TROVARE IN PRIGIONE?" 3- L'APPARTAMENTO DEL FOLLE È COSÌ IMBOTTITO D'ESPLOSIVO CHE LA POLIZIA HA DECISO CHE NON PUÒ DISINNESCARE GLI ORDIGNI: VERRà ESPLOSO CON UN ROBOT 4- IN TUTTI GLI STATI UNITI È STATA RAFFORZATA LA SICUREZZA NEI CINEMA. A WASHINGTON, LE BORSE VERRANNO PERQUISITE DAL PERSONALE DI SICUREZZA. QUALSIASI TIPO DI MASCHERA O DI ARMA GIOCATTOLO È STATA BANDITA DALLE SALE. A NEW YORK, È STATA RAFFORZATA LA PRESENZA DI AGENTI DI POLIZIA NEI PRESSI DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE

VIDEO STRAGE DENVER, LA GENTE IN FUGA DAL CINEMA: http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/164906/


Maurizio Molinari per La Stampa.it

Polizia e agenti speciali provano a entrare nell'appartamento di James Holmes, il killer della strage al cinema di Aurora. Si ritiene che la casa possa chiarire il movente e definire meglio la personalità del ragazzo che, appena catturato, ha avvertito la polizia che nel suo appartamento c'erano esplosivi.

Holmes ora non sta collaborando con le autorità, si trova nel carcere della contea e lunedì mattina comparirà in tribunale.

La polizia sta indagando anche su un profilo su un sito web per adulti "Adult FriendFinder". Su questo portale ci sarebbe una pagina che potrebbe essere stata aperta dal ragazzo. Le immagini del profilo infatti sono somiglianti a quelle del killer di Aurora.

Le indagini proseguono senza sosta per chiarire chi è l'autore di questo spazio online che è stato aperto qualche settimana prima della strage. Sul profilo il ragazzo scrive di cercare "sesso occasionale" e poi le seguenti parole: "Mi verrai a trovare in prigione?".

Intanto la polizia ha reso noto che Holmes aveva comprato pistole e munizioni, tutte legalmente, nei due mesi precedenti la strage. Il giovane aveva acquistato negli ultimi 60 giorni quattro pistole in un'armeria locale e, attraverso Internet, «più di 6mila munizioni»: oltre 3mila proiettili calibro 22 per un fucile d'assalto, altrettanti calibro 40 per le due pistole "Glock" che portava con sé e 300 per una carabina calibro 12. Il giovane aveva comprato su internet anche «una serie di caricatori» per un fucile d'assalto calibro 223, uno dei quali è stato recuperato sulla scena del crimine.

L'appartamento del folle autore della strage di Denver è così imbottito d'esplosivo che la polizia ha deciso che non può disinnescare gli ordigni: gli agenti faranno esplodere i dispositivi con un robot, ma questo non prima delle prossime ore.

Il giovane aveva collegato allo stereo del suo appartamento un timer, programmato per far partire musica techno a tutto volume fino a tarda notte. «L'idea -ha spiegato una fonte della polizia- era di indurre i vicini a lamentarsi e telefonare per il fastidio notturno e, quando fossero arrivati gli agenti, gli ordigni sarebbero esplosi».

L'appartamento si trova al terzo piano di un edificio in mattoni rossi, a circa 6 chilometri dalla multisala dove è avvenuta la strage. La polizia ha detto poche ore dopo la strage che l'appartamento era «una trappola esplosiva»: utilizzando una telecamera collegata a un'asta fatta entrare dalla finestra, gli agenti e i vigili del fuoco hanno capito che il salotto è attraversato da una serie di fili collegati ad una serie di bottiglie di plastica piene contenenti un fluito di cui non si è capita la natura.

«A dire la verità, non sappiamo esattamente di cosa si tratti», ha dovuto ammettere in una conferenza stampa nel corso della giornata, il vice capo del dipartimento vigili del fuoco di Aurora, «ci sono una serie di strani ordigni attaccati alle bottiglie». «Si tratta di ordigni piuttosto sofisticati, potremmo stare qui per giorni», ha aggiunto il capo della polizia, Dan Oates. Prima di qualsiasi esplosione controllata, la polizia chiederà al traffico le strade nelle vicinanze.

Gli agenti hanno già sgomberato il condominio e molti edifici nelle vicinanze.

Dopo la drammatica sparatoria di ieri nel cinema di Denver, costata la vita a 12 persone, in tutti gli Stati Uniti è stata rafforzata la sicurezza nei cinema. Al Regal Gallery Place di Washington, un cartello informa gli spettatori che, a causa dei recenti eventi, le borse verranno perquisite dal personale di sicurezza.

L'emittente News4 ha riferito che la Amc, una delle più grandi catene di sale cinematografiche negli Usa, ha diffuso un comunicato nel quale si annunciano nuove misure e una maggiore collaborazione con le polizie locali per migliorare la sicurezza degli spettatori.

Qualsiasi tipo di maschera o di arma giocattolo, inoltre, è stata bandita dalle sale Amc. I media hanno anche riferito che a New York, dopo l'annuncio di ieri del Dipartimento di polizia della città, è percepibile una rafforzata presenza di agenti di polizia nei pressi delle sale cinematografiche.


2- JAMES, LO STUDENTE TIMIDO E ISOLATO L'ATTACCO ISPIRATO DA UN FUMETTO
NELL'ANNUNCIO PER LA CASA SI DEFINIVA «TRANQUILLO, SENZA PRETESE»
Guido Olimpio per il Corriere della Sera

James Holmes non voleva soltanto uccidere. Voleva anche sembrare un «cattivo». E si è bardato come dovesse andare in guerra. Testimonianze inverificabili sostengono che abbia detto «Sono Joker», il nemico di Batman. E si sarebbe tinto i capelli per somigliargli. Ma non aveva bisogno di travestimenti. Le armi hanno parlato per il «ragazzo tranquillo».

Definizione puntuale quanto falsa che accompagna ogni sparatore di massa. Erano dei «bravi ragazzi» anche quelli che hanno preceduto il killer. Cecchini spietati che hanno fatto il tiro segno contro persone che neppure conoscevano o i vicini di banco.

I primi frammenti della vita di James, 24 anni, non dicono molto. È cresciuto nel sud della California, in un sobborgo di San Diego. La sua è una famiglia «adorabile». Il padre ingegnere ed esperto di computer, la mamma infermiera, una sorella minore. Poi la solita marcia del bravo figliolo, cadenzata dagli impegni scolastici. Il liceo, quindi l'università con una laurea in neuroscienze nel 2010.

Anno non buono per trovare lavoro. Infatti James non lo trova e la madre lo spinge a continuare gli studi con una specializzazione. Ma lontano da casa, in Colorado. E quando arriva sotto le Montagne Rocciose, James cerca un appartamento con un annuncio. Scrive: «Sono un tipo tranquillo, senza pretese». E forse senza tanti amici. I vicini - quelli di San Diego e a Aurora - dicono tutti la stessa cosa.

Un tipo riservato, bada ai fatti suoi in modo rude, al limite della maleducazione. A volte neppure rispondeva al saluto. Un altro: era timido, però se si lasciava andare era «molto simpatico». Anche i professori non si discostano da questo profilo. Non attirava l'attenzione - rammentano - non faceva gruppo con gli altri, «un isolato». In molti hanno cercato, invano, un suo profilo Facebook o Twitter. Forse ha usato degli pseudonimi. È un quadro anonimo, senza sussulti.

E non c'è nulla che spieghi perché James sia andato fuori di testa. Forse a problemi mentali (non svelati) si sono sommati quelli legati allo studio. Aveva fallito dei test, era indietro. Avrebbe potuto recuperare - i compagni dicono: «era in gamba» -, ma in giugno ha lasciato il corso. Probabilmente quando il suo piano d'attacco è entrato nella fase finale. Fabbrica delle bombe che piazza per proteggere la sua «base», l'appartamento a pochi chilometri dal cinema.

Ordigni che devono trasformarsi in trappole. Trenta minuti prima dell'assalto dal suo appartamento esce musica ad alto volume. L'ha attivata un timer. Holmes, ormai lontano, spera che arrivi la polizia a controllare: se entra salta tutto per aria. Scenario che non si avvera perché gli agenti sono ormai in piena emergenza. Insieme agli esplosivi accumula le sue armi. Acquistate, in modo legale, in maggio, giugno e luglio. Poteva farlo. Ha la fedina penale immacolata, non è nelle liste nere dell'Fbi e l'unica segnalazione è qualche multa.

James ha tempo per scegliere, con meticolosità, i suoi attrezzi. Un fucile d'assalto Ar 15 dotato di caricatore a tamburo per avere un alto volume di fuoco. Un fucile a pompa per un tiro potente e devastante. Due pistole Glock. Molte richieste negli Usa e comparse in altre stragi. Poi ordigni fumogeni. Infine il «costume» e l'equipaggiamento. Dall'elmetto alla maschera antigas, dal corpetto antiproiettile alle ginocchiere.

Tutto rigorosamente nero. Per incutere terrore. O magari per una sua interpretazione di Bane il cattivo, come ha suggerito qualcuno. O per ripetere una storia apparsa su un fumetto. Magari sono forzature, ma se ha colpito la «prima» di Batman non è stato per caso. La risposta la può dare solo Holmes. Ma per ora resta in silenzio, ha detto frustrato un investigatore. James è tornato di nuovo «un ragazzo tranquillo». L'unica a dire qualcosa è la madre, Arlene: «Avete preso quello giusto».

 

 

JAMES HOLMESJAMES HOLMES - FOTO DELL ANNUARIO SCOLASTICOSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVERSTRAGE DI DENVER

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