L’AMERICA DIVORZIA DA OBAMA? - BATTAGLIA ALL’ULTIMO VOTO PER IL SENATO, REPUBBLICANI IN TESTA - IL NUMERO 2 DELLA CASA BIANCA BIDEN: MANTERREMO IL CONTROLLO - IL CONSIGLIERE JOHN PODESTA MOLLA BARACK E TORNA DA HILLARY PER PREPARARE LA CAMPAGNA PRESIDENZIALE 2016

1. AMERICA AL VOTO, OBAMA TEME IL KO

Francesco Semprini per “la Stampa

 

BARACK OBAMA JOE BIDEN E HUNTER BIDENBARACK OBAMA JOE BIDEN E HUNTER BIDEN

Battaglia all’ultimo voto per il controllo del Senato, rinnovo completo della Camera, 36 Stati alle urne per eleggere i governatori, e referendum a 360 gradi. Sono queste le linee guida dell’appuntamento elettorale di oggi negli Stati Uniti, una tornata da 4 miliardi di dollari, che ne fa il Midterm più costoso della storia americana.
 

Senato
I repubblicani puntano a strappare il controllo al partito dell’Asinello conquistando sei seggi in più rispetto a quelli controllati ora, per un totale di 51 su cento. È la madre di tutte le sfide: Obama sferza gli elettori: «Non lasciamo che qualcuno scelga il futuro per noi e che il cinismo e lo status quo vincano sulla speranza». Il numero due della Casa Bianca, Joe Biden, presidente a sua volta del Senato, dice: «Manterremo il controllo». Un modo per esorcizzare i sondaggi che danno il Gop in vantaggio, seppur di misura. 
 

obama e biden si fanno un selfie dal titolo amici obama e biden si fanno un selfie dal titolo amici

Camera
Si va al totale rinnovo del ramo più basso del Congresso, in cui i repubblicani sembrano destinati a mantenere la maggioranza su cui possono contare già oggi con 233 seggi controllati sui 423 totali. 

 

Governatori
Sono 36 gli Stati che devono rieleggere la loro massima carica locale, in 14 il risultato appare assai incerto. Le sfide più competitive, secondo gli osservatori, sono in Wisconsin, dove nelle fila del Gop corre Scotto Walker, attuale governatore e possibile candidato alle presidenziali del 2016. C’è anche la Florida dove il testa a testa è più serrato, con Rick Scott che raccoglie la sfida di Charlie Crist, dissidente Gop approdato sulla sponda democratica. Ed infine il Kansas, feudo repubblicano dove però l’attuale governatore Sam Brownback rischia di farsi sfilare la poltrona dal democratico Paul Davis.
 

hillary e bill clinton in iowa 6hillary e bill clinton in iowa 6

Referendum
Al voto popolare una serie di leggi per i diversi Stati, tra cui spicca la legalizzazione della marijuana o l’introduzione della cannabis per scopi terapeutici. Tra gli altri aborto, aumento del salario minimo e controllo delle armi.

 

Voto miliardario

Secondo le previsioni del «Center for Responsive Politics», sono stati spesi 4 miliardi di dollari per queste elezioni, che ne fanno il Midterm più ricco della storia americana.

 

2. PODESTA PREPARA LE VALIGIE ADDIO ALLA CASA BIANCA LO ASPETTA LA SFIDA DI HILLARY

Paolo Mastrolilli per “la Stampa

 

Il senatore Rand Paul chiama Clinton un predatore Il senatore Rand Paul chiama Clinton un predatore

I risultati delle elezioni Midterm non sono ancora arrivati, ma la Casa Bianca è già in fermento, per almeno due motivi: primo, cosa fare negli ultimi due anni di presidenza, se come prevedono i sondaggi i repubblicani conquisteranno il Senato; secondo, con quali uomini, visto che una sconfitta potrebbe accelerare le uscite dei collaboratori di Obama, a partire dal consigliere John Podesta, che da gennaio dovrebbe andare a lavorare per la campagna presidenziale di Hillary Clinton.
 

Negli ultimi due anni ogni presidente è un’anatra zoppa, perché l’attenzione si rivolge alla successione. Una pesante sconfitta però acuirebbe il problema, per un capo della Casa Bianca che anche col pieno mandato del 2008 e 2012 ha faticato a lavorare con l’opposizione e ottenere risultati, oltre la riforma sanitaria e gli interventi per evitare il collasso dell’economia.
 

John PodestaJohn Podesta

Il capo di gabinetto, Denis McDonough, ha già chiesto agli uomini del presidente di fargli sapere cosa intendono fare: chi vuole andare via deve dirlo subito, perché chi resta fino all’estate poi dovrà impegnarsi a rimanere per l’intero mandato.

 

Fonti ben informate assicurano che il primo a partire sarà Podesta, il consigliere speciale di Obama, che dopo il discorso sullo stato dell’Unione di gennaio passerà a gestire la campagna presidenziale di Hillary, a meno che lei non abbia un clamoroso ripensamento sulla sua candidatura. Podesta era già stato capo dello staff della Casa Bianca con Bill Clinton, e poi aveva fondato la think tank democratica Center for American Progress. È «in prestito» con Barack, ma tutti si aspettano che se Hillary correrà, lui tornerà a lavorare con la dinastia a cui deve la carriera.
 

Ben rhodes and Denis McDonough with Barack ObamaBen rhodes and Denis McDonough with Barack Obama

In partenza vengono dati anche altri collaboratori chiave del presidente, come il consigliere politico Dan Pfeiffer, che aveva preso il posto occupato in origine da David Axelrod e David Plouffe; il vice consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes, che in pratica è la voce della Casa Bianca sulla politica estera e aspetta con la moglie il primo figlio; e Jennifer Palmieri, direttrice delle comunicazioni.

 

ben rhodesben rhodes

Lo stesso McDonough però potrebbe finire in discussione, se il risultato del voto Midterm fosse disastroso. Come successori si fanno i nomi di Ron Klain, zar anti Ebola, e Jeffrey Zients, che ha gestito il soccorso all’esordio fallimentare della riforma sanitaria. Per il posto di Pfeiffer, invece, si parla di David Simas e Katie Fallon.
 

Una volta cambiata la squadra, il problema sarà cosa fare. Obama sembra deciso a usare il suo potere esecutivo per cambiare l’immigrazione, con una probabile amnistia. Poi potrebbe cercare l’accordo con i repubblicani su tre punti: espandere i commerci internazionali, semplificare il sistema fiscale per le aziende, investire nelle infrastrutture da ricostruire, come strade e ponti. L’interrogativo è se i parlamentari repubblicani e democratici, già concentrati sulla campagna del 2016, avranno alcun interesse a fare compromessi.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…