stati uniti proteste in strada dopo la morte di george floyd

L'AMERICA SI È STUFATA DELLA DEMOCRAZIA – IL SISTEMA POLITICO È COSÌ TRAVOLTO DALL'ODIO CHE ANCHE LE PIÙ SEMPLICI FUNZIONI DI GOVERNO DIVENTANO IMPOSSIBILI. LA DESTRA NON HA PIÙ FIDUCIA NEL GOVERNO, E LA SUA POLITICA È SEMPRE PIÙ SPESSO QUELLA DELLE ARMI. LA SINISTRA È PIÙ LENTA A CAPIRE CHE IL SISTEMA STA COLLASSANDO, E SI PERDE NELLE SUE LOTTE INTESTINE. UNA SITUAZIONE CHE NON NASCE CON TRUMP: È STATA SOPRATTUTTO L'ELEZIONE DI OBAMA, CON LA MINACCIA DI UNA DEMOCRAZIA MULTIRAZZIALE…

Costanza Rizzacasa per "la Lettura - Corriere della Sera"

 

How Civil Wars Start. And How to Stop Them, di Barbara F. Walter

«Siamo sull'orlo di una nuova guerra civile?». Se lo chiedeva, in un editoriale, il direttore del «New Yorker» David Remnick, sottolineando come, per la prima volta in 246 anni, l'America si trovi sospesa tra democrazia e autocrazia. L'anocracy, così si chiama questo stato di profonda incertezza, aumenta radicalmente, secondo gli esperti, le probabilità di episodi di sangue come il tentato colpo di Stato del 6 gennaio 2021, quando frange estremiste trumpiane invasero il Campidoglio per sovvertire il risultato elettorale, e perfino il rischio di una nuova guerra civile. 

 

Trump - Assalto al Congresso

È la tesi del saggio How Civil Wars Start. And How to Stop Them , di Barbara F. Walter (Crown, 2022), studiosa di guerre civili e terrorismo dell'Università della California a San Diego, consulente delle Nazioni Unite e del Pentagono e già membro della task force della Cia che studia le radici della violenza politica in vari Paesi del mondo. 

 

Anocracy

Citando dati del Center for Systemic Peace della Virginia, cui la task force si appoggia, Walter osserva che è la Svizzera, oggi, seguita dalla Nuova Zelanda, la democrazia più antica del mondo. «Gli Stati Uniti, attraversati da correnti illiberali e da instabilità crescente, non sono neanche nello stesso campionato del Canada, della Costa Rica e del Giappone». 

 

Gretchen Whitmer

E certo una guerra civile, oggi, avrebbe poco in comune con i campi di battaglia dell'Ottocento. Walter prevede attentati terroristici continui, attacchi dinamitardi, assassinii politici. «Dal Ku Klux Klan al tentato rapimento, nel 2020, della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer da parte di un gruppo armato di ultradestra: sono fatti che dimostrano come la democrazia in America - dice - non sia mai stata una condizione stabile. Ma se le istituzioni democratiche non verranno rafforzate, episodi come quello del 6 gennaio 2021 saranno sempre più probabili». 

il raid dell fbi contro i complottisti che volevano sequestrare gretchen whitmer 1

 

Un dato su tutti: solo un terzo degli elettori repubblicani oggi si fiderebbe del risultato di un'elezione qualora il proprio candidato dovesse perdere. Una situazione che non nasce con Donald Trump ma arriva da lontano. Segnale precoce di quanto stiamo vedendo era stato, per esempio, l'attentato suprematista di Oklahoma City del 1995, con 168 morti. 

 

Ma è stata soprattutto l'elezione di Barack Obama, con la minaccia di una democrazia multirazziale, a scatenare i suprematisti bianchi. Quando Obama si insediò, nel 2009, gli Stati Uniti contavano circa 43 gruppi armati di ultradestra: tre anni dopo erano più di 300. Vero, ogni anno, solo nel 4% dei Paesi in cui si verificano le condizioni per una guerra civile questa scoppia davvero, ma Walter e i colleghi hanno individuato certi fattori di rischio secondo cui gli Stati Uniti si trovano già in zona pericolo. 

trump e obama

 

Il primo, il polity score o indice dell'ordinamento politico, valuta su una scala da +10 a -10 se un Paese vada verso la democrazia o se ne allontani. «Qui, i Paesi di mezzo, cioè quelli con un punteggio tra +5 e -5, né piene democrazie né piene autocrazie ma appunto anocracy , tra cui gli Usa, scesi in pochi anni da +10 a +5, corrono due volte più delle autocrazie e tre volte più delle democrazie il rischio di instabilità politica o di guerra civile». 

 

Un altro fattore è la faziosità ( factionalism ), che si verifica quando un partito si fonda non sull'ideologia politica ma su questioni come la religione e la razza. Per gli esperti, la coesistenza di anocracy e faziosità è l'indicatore più certo di una guerra civile. 

 

Trump - Assalto al Congresso

Walter non è sola nelle sue conclusioni, tanto che dalla Svezia l'International Institute for Democracy and Electoral Assistance di Stoccolma classifica oggi gli Stati Uniti come una «democrazia in regressione». Si spinge oltre il giornalista canadese Stephen Marche nel saggio The Next Civil War. Dispatches from the American Future (Simon & Schuster, 2022). Due libri che non potrebbero essere più diversi, quello di Walter, analitico, e di Marche, apocalittico, ma che delineano quadri simili. 

Libri sulla regressione della democrazia Usa

 

«La prossima guerra civile americana - scrive Marche - è già qui. Solo che ci rifiutiamo di vederla». Due cose stanno accadendo, osserva. La destra americana non ha più fiducia nel governo, e la sua politica è sempre più spesso quella delle armi. La sinistra è più lenta a capire che il sistema sta collassando, e si perde nelle sue lotte intestine. 

 

guerra civile Usa

Marche traccia un parallelo con la vigilia della «prima» guerra civile americana, quando anche le menti più intelligenti e informate del Paese, scrive, non riuscirono a prevedere il conflitto. «Anche quando, nell'aprile 1861, i confederati bombardarono Fort Sumter, nel Sud Carolina, bombardamento che si concluse con la resa dell'esercito americano e l'inizio della guerra civile, nessuno credeva ancora che la guerra fosse inevitabile. Il Nord era così impreparato a un conflitto che non aveva munizioni». 

 

Trump - Assalto al Congresso

Ora come allora, gli Stati Uniti fingono di non accorgersi, dice il giornalista canadese. Tuttavia gli elementi ci sono tutti. Il sistema politico è così travolto dall'odio che anche le più semplici funzioni di governo diventano impossibili. La fiducia nel Congresso è ai minimi storici. Chi dovrebbe tutelare l'ordine a livello locale si ribella all'autorità federale. 

Stephen Marche - The Next Civil War

 

Intanto la polizia del Campidoglio registra un aumento del 107% nelle minacce a membri del Congresso, e minacce di morte sono all'ordine del giorno per chiunque sia coinvolto nella gestione delle elezioni. Dopo il voto del 2020, un terzo degli scrutatori dichiarava di non sentirsi al sicuro. 

 

Soprattutto, l'estrema destra si è infiltrata nelle forze dell'ordine, al punto che è in discussione la loro capacità di contrastare il terrorismo di matrice nazionale. Certo, dice Marche, gli Stati Uniti hanno vissuto il Vietnam, gli assassinii di John Fitzgerald Kennedy e di Martin Luther King, il Watergate. Ma non hanno mai avuto una crisi istituzionale come quella attuale. 

JOHN F KENNEDY SULLA LIMOUSINE POCHI ISTANTI PRIMA DI ESSERE UCCISO

 

Inoltre, mentre il Paese diventa sempre più eterogeneo, la politica lo riflette sempre meno. Nel 2040, il 50% degli americani vivrà in soli otto Stati. Il 30% dei cittadini controllerà il 68% del Senato, e la cattiva ripartizione premierà in modo schiacciante elettori bianchi senza un'istruzione superiore. «Il sistema è rotto. Gli Stati Uniti devono reinventarsi o morire».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”