marco furfaro elly schlein

L’ARMATA BRANCALEONE DI ELLY – SUL CARRO DELLA SCHLEIN ANCHE LENINISTI, ANTISIONISTI E LA SARDINA CHE VOLEVA IL PRIMO STADIO DEL FRISBEE A BOLOGNA – IN ASCESA IL NOME DI MARCO FURFARO, EX VENDOLIANO, CHE VORREBBE LA PREZIOSA DELEGA A TRATTARE PER CONTO DEL PD I POSTI IN RAI – LA CORSA AL RIPOSIZIONAMENTO PRO-SCHLEIN: DA SERRACCHIANI A EMILIANO...

1. LENINISTI E ANTISIONISTI L’ALLEGRA BRIGATA SCHLEIN

Estratto dell'articolo di Pasquale Napolitano per “il Giornale”

 

marco furfaro elly schlein

I compagni di Elly Schlein «sognano» un’Italia senza partiti di destra, con la canzone partigiana Bella Ciao nuovo inno nazionale, Lenin nel pantheon degli eroi nazionali, droghe libere per tutti e la cancellazione dello Stato d’Israele. La vittoria al congresso contro Stefano Bonaccini dell’ala radicale del Pd apre un ricambio generazionale. I giovani di Elly si fanno avanti. E portano in dote le loro «folli» idee. Idee da tradurre nel manifesto politico della nuova sinistra. Chi sono i fedelissimi nella squadra di Schlein?

 

Quali le proposte dell’allegra Brigata di Elly? 

 

(..)

RAFFAELE LA REGINA

 

Furfaro come primo atto della legislatura ha depositato, insieme al collega Stefano Vaccari, una proposta di legge per il riconoscimento di Bella Ciao come secondo inno nazionale dell’Italia. Per fortuna, non vuole abolire Fratelli d’Italia. Ma Furfaro però è netto: «Bella Ciao va cantata in tutte le feste nazionali (2 giugno, 25 aprile). Lo dobbiamo a chi ha lottato e ha sacrificato la propria vita per restituire libertà e democrazia al nostro Paese». E c’è da giurare che appena Schlein diventerà capo del governo lo farà.

 

Lo sponsor numero due (dopo Franceschini) della candidatura di Schlein è stato Peppe Provenzano. L’ex ministro del Sud non ha esitato a chiedere lo scioglimento di FdI, il primo partito italiano, che poi ha vinto le scorse elezioni politiche. 

(...)

POST ANTISEMITA DI RAFFAELE LA REGINA

In Basilicata Schlein può contare su un altro fedelissimo: Raffaele La Regina. Un nome già conosciuto al Giornale che prima della presentazione delle liste per le Politiche tirò fuori i post contro Israele. Una posizione negazionista in cui si metteva in dubbio l’esistenza dello Stato al pari degli alieni. Si scusò. Ma la polemica andò avanti. Alla fine fu costretto a lasciare la guida della lista Pd alla Camera: Parlamento sbarrato.

 

Ora ci riprova con Elly.

Meriterebbe un articolo a parte Mattia Santori, il leader del defunto movimento delle Sardine. Dalla guida contromano alle sue parabole incomprensibili sull’autismo. La più famosa e controversa delle proposte di Santori è quella lanciata nell'agosto 2021 quando l’allora candidato Pd alle elezioni comunali di Bologna aveva annunciato il suo «sogno», vale a dire «il primo stadio del frisbee a Bologna». Ora potrà chiedere alla segretaria di mettere il suo sogno nel manifesto del Pd.

 

2. DA NARDELLA A DEL RIO, I RIPOSIZIONAMENTI PER AVERE UN POSTO

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

mattia santori elly schlein

Altro che scissioni: nel Pd a guida Schlein è tempo di riposizionamenti e conversioni.

 

 

(...)

Pronti a collaborare con Elly sono anche grandi elettori di Bonaccini come il sindaco di Firenze Dario Nardella (accetterebbe volentieri un ruolo di vice in segreteria, e una candidatura da capolista alle prossime Europee del 2024); Debora Serracchiani (che gradirebbe assai la riconferma nel ruolo di capogruppo alla Camera); Michele Emiliano (che punta anche lui su un comodo seggio a Strasburgo come via di fuga dalla presidenza della Regione Puglia, assai malmessa).

 

Per il veltroniano Walter Verini, Schlein «può scrivere una pagina nuova», mentre lui potrebbe tornare al ruolo di responsabile Giustizia.

Movimenti frenetici sono in corso anche dentro la componente «schleiniana»: tutti i gruppetti e le correnti che si sono schierati per la neo-segretaria ora vogliono passare all’incasso e ottenere ruoli di visibilità e potere interno. Ragion per cui molti di loro sono contrari al coinvolgimento della minoranza bonacciniana, che farebbe ridurre i posti in palio.

 

marco sarracino

Il quarantenne Marco Furfaro, proveniente dalla vendoliana Sel, uno sfortunato passaggio da candidato per la Lista Tsipras (a fregargli il posto a Strasburgo fu l’ineffabile Barbara Spinelli, che si tenne il seggio anziché cederglielo come promesso: «Mi ha trattato come carne da macello», denunciò lui), poi arruolato da Zingaretti come «esterno», ora punta alla cabina di regia del Nazareno. Vorrebbe il ruolo di «coordinatore della segreteria», e soprattutto la preziosa delega a trattare per conto del Pd i posti in Rai.

 

POST ANTISEMITA DI RAFFAELE LA REGINA POST ANTISEMITA DI RAFFAELE LA REGINA.

(...)

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...