L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - QUANDO CIAMPI ACCETTÒ LA “RETROCESSIONE” A MINISTRO DELL’ECONOMIA, POI DIVENTÒ PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. SE MONTI DICE NO A BERSANI, RISALGONO LE QUOTAZIONI DI AMATO AL COLLE. PER IL QUALE ANNI FA FU ADDIRITTURA PENSATO UN CAMPO DA TENNIS NEL GIARDINO DEL QUIRINALE - A ROMA MARCHINI È STATO GIÀ BENEDETTO DA LUCIA ANNUNZIATA E D’ALEMA, MA COLPITO DALL’ “ESPRESSO” COME IL NONNO. SOLO CHE ALLORA TUTTO IL PCI DIFESE LA DINASTIA DEI PALAZZINARI ROSSI…

Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Cena importante in un circolo esclusivo della città antica. Giornalisti, scrittori, direttori di giornali e di tg, vecchie e giovani volpi della politica, dell'impresa e delle ex partecipazioni statali festeggiano un avvocato aristocratico molto liberal. Tutti i presenti, senza eccezioni, hanno votato e voteranno centrosinistra. Curioso dettaglio: nessuno parla così bene di Monti, sembra quasi di essere ad una cena del Pdl.

Gli viene rimproverato di avere già detto "no, grazie" alla generosa offerta di Pierluigi Bersani: il prossimo ministero dell'Economia. "Non ha la stessa passione civile di Ciampi - osserva un commensale molto informato - lui aveva accettato con spirito di servizio la retrocessione, dopo avere guidato il governo nel 1993". Un ticket formato dal segretario pd vincitore alle primarie e dall'ex premier sarebbe stato una garanzia anche per i mercati, annuiscono saggiamente i presenti.

Peccato, rievoca qualcuno che grazie a quel gesto, umile e responsabile, Ciampi volò diretto sul Colle. Stavolta, a parte colpi di scena - un successo di Beppe Grillo, ora considerato meno amato dai media, potrebbe sconvolgere i conteggi a favore perfino di un rientro di Romano Prodi - tutti gli ospiti si augurano e prevedono l'incoronazione di Giuliano Amato. Dopo tante candidature a vuoto, potrebbe davvero essere la volta buona. Una fonte molto attendibile ricorda che anche vent'anni fa, poi ancora successivamente... Spunta un aneddoto curioso.

Prima dell'attacco I privilegi della casta, qualcuno del cerimoniale, al Quirinale, pensava di preparare un campo da tennis per le ore libere dell'appassionato futuro presidente. Altri tempi, altre atmosfere. Il giro delle previsioni non può tralasciare la successione al Campidoglio. Da queste parti sembra molto amato Alfio Marchini, per via dell'amicizia collettiva per la mamma Milly, adorabile e molto ospitale.

Alfio, benedetto da Lucia Annunziata, da Massimo d'Alema e da tutte le autorità religiose e civili presenti nella capitale, ispira simpatia. Anche un po' di tenerezza, dal momento che l'Espresso lo ha attaccato moltissimo (ma pochi leggono, ormai, i settimanali), dopo avere attaccato il nonno alcuni decenni fa. Solo che allora a difendere la dinastia di Alfio e Alvaro, i due costruttori di Roma sud ex partigiani, amici di Togliatti e dei papi, si muoveva la grande macchina del Pci. Da Nilde Iotti ad Antonello Trombadori, dagli intellettuali che gravitavano attorno alla galleria d'arte Nuova Pesa - di Alvaro e Simona - fino ai tifosi della Roma, squadra mito, tutti erano con i palazzinari rossi.

Oggi il Pd cittadino, ombra del partito che fu, si muove alla larga dalle aspirazioni di Alfio (soltanto Goffredo Bettini lo avrebbe voluto alle primarie, e chissà che alla fine...). Resta D'Alema, potrebbe convincere Alfio a cambiare strategia. Lui, il leader ombra del partito, con Bersani candidato premier, esce di fatto dalla corsa per le poltronissime nazionali e c'è chi lo immagina già in giro per il mondo.

La cena si conclude, si va verso le auto e i taxi in una Roma gelida e spettrale. Nonostante il natale e gli addobbi luminosi, la città sembra chiudersi in se stessa. E' la settimana dell'Imu, si va più dal commercialista e in banca a pagare che a fare regali. Fra poco di nuovo manifesti orrendi, volantini per terra e sulle auto. Il fastidio per la politica, anche nella sua capitale, sta crescendo moltissimo. Si pensa con orrore alla montagna di schede che dovremo compilare e infilare nelle urne. Per continuare a consegnare ad altri, alla Germania, all'Europa, il nostro incerto futuro.

 

 

OSCAR LUIGI SCALFARO E CARLO AZEGLIO CIAMPI MASSIMO GIULIANO AMATO E MARIO MONTIQUIRINALE jpegMassimo Dalema ALFIO MARCHINI

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…