delrio conte piersanti mattarella

CONTE, SI CHIAMAVA PIERSANTI! DELRIO A 'CIRCO MASSIMO' ATTACCA IL PREMIER CHE IN AULA HA OMESSO IL NOME DEL FRATELLO DI MATTARELLA ASSASSINATO DALLA MAFIA: "DIMENTICANZA INTOLLERABILE" - "LEGA-M5S? UN’ALLEANZA DI POTERE, SOLITAMENTE NON REGGE - LA FLAT TAX? REGALA AI RICCHI UNA SETTIMANA IN PIU’ ALLE MALDIVE - MOSE? NON SI PUO' FERMARE OPERA AL 97%" – E SU SALVINI…

emanuele fiano enrico borghi delrio

Da Circo Massimo - Radio Capital

 

"Piersanti! Si chiamava Piersanti!" ha urlato Graziano Delrio, alla Camera, durante la discussione per la fiducia al governo Conte. Il capogruppo del PD a Montecitorio ha attaccato il premier, che nell'esprimere vicinanza al presidente Mattarella per gli attacchi subiti nei giorni scorsi ha omesso il nome del fratello del Capo dello Stato, assassinato dalla mafia quando era presidente della regione Sicilia: "Non si può dimenticare che questa democrazia e tutte le libertà che ci siamo conquistate sono dipese dal nome e dal cognome di uomini e donne che hanno fatto la resistenza, che hanno scritto la Costituzione, e che sono morte combattendo la criminalità organizzata", ricorda Delrio a Circo Massimo, su Radio Capital, "Noi siamo debitori a queste persone, essere generici per delle scuse generiche è sembrato un gesto intollerabile. Ma deve far riflettere: se dimentichiamo le persone e le cose che ci hanno preceduto forse non abbiamo un grande futuro.

 

luigi di maio e giuseppe conte

Le cose che ha detto", continua, "hanno sconcertato tutti, al di là delle tifoserie. Anche il fatto che si definisca difensore del popolo: difensori del popolo sono le istituzioni repubblicane, non una persona". Il deputato dem parla di "governo Salvini-Di Maio": "Hanno scritto il programma a Conte, che lo tiene sulla scrivania come se fosse il Vangelo, e gli hanno scelto i ministri. Così", aggiunge, "il presidente del Consiglio rischia di essere non la figura che prevede la Costituzione, colui che dirige la politica del governo, che tutela e protegge l'esecutivo dall'ingerenza dei partiti. Siamo usciti dalla partitocrazia e non vorrei che ci tornassimo. Se uno è un pupazzo nelle mani dei partiti, rischia di non essere più libero per fare l'interesse del paese".

 

DELRIO

Nei primi discorsi pubblico del premier, il capogruppo del PD evidenza la "mancanza delle priorità": "Non credo che i 5 stelle siano contenti di partire dalla flat tax, classica misura di destra". L'ex ministro dei trasporti ammette che bisogna pagare meno tasse, ma si chiede: "allora perché non tagliamo le tasse alle aliquote più basse? Noi scegliemmo la strada di ridurre la strada a imprese e lavoratori, la strada per produrre sviluppo e innovazione. Rimuovere le tasse a un ricco vuol dire consentirgli di fare una settimana in più alle Maldive".

 

sergio mattarella e il fratello piersanti ucciso dalla mafia

Prima della flat tax, però, Salvini ha annunciato la "pace fiscale": "Per finanziare il loro programma ci vogliono 120 miliardi di euro, che non si possono recuperare da un condono fiscale che sana le piccole cose", annota Delrio, "Per recuperare soldi veri bisognerebbe fare un condono fiscale sbagliato, perché diseduca un paese che deve essere più fedele dal punto di vista fiscale". Attacco diretto anche al ministro dell'Interno: "L'unica cosa che Salvini è riuscito a fare nei suoi primi giorni al Viminale è stata quella di farci litigare con uno dei pochi paesi che collabora ai rimpatri, la Tunisia. Per ora abbiamo sentito solo chiacchiere.

 

DELRIO BICICLETTA

L'immigrazione? Si può governare in tante maniere. Si può fare la lotta agli scafisti senza fare la lotta alle ONG. I partiti populisti di destra mirano a demolire l'Europa, e pensano che l'interesse nazionale si faccia solo se chiudiamo i confini - si fa, invece, solo restando collegati all'Europa". Nel suo discorso, Conte ha definito "deludenti" i risultati dell'Autorità Anticorruzione: "Bisogna che il premier non venga in aula a dire che il codice appalti è un fallimento, come gli avrà detto qualche palazzinaro", dice Delrio, "Ne deve parlare con il presidente Cantone. Con lui abbiamo costruito il codice, recependo direttive europee e lavorando peraltro molto con i 5 stelle".

Piersanti Mattarella

 

Delrio non esprime giudizi su Danilo Toninelli, suo successore al ministero delle infrastrutture e dei trasporti: "Lo giudicheremo dai fatti. Ma non si dica che si parte con l'analisi costi-benefici oggi. Non è l'anno zero. Noi abbiamo fatto più di 40 miliardi di revisione progettuale". Toninelli ha parlato in termini critici del Mose e della TAV: "Il Mose è completato al 95%, abbiamo lavorato con Cantone per sradicare la corruzione, non è che si può fermare un'opera quasi finita", risponde Delrio, "sull'Alta Velocità, ora lui ha il dossier sul tavolo: deve decidere se continuare o interrompere i lavori per il tunnel, interrompendo così anche un accordo internazionale, i fondi che ci arrivano dall'Europa e la possibilità di avere uno sviluppo sostenibile. Se mi dimostrerà che sto sbagliando, cambierò volentieri idea. Ma per ora faccio un po' fatica".

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

Fra l'altro, sul Mose e sulla Pedemontana i due partiti di governo hanno posizioni opposte: "Hanno impostazioni completamente diverse. La loro è un'alleanza di potere, che solitamente non regge".E Alitalia? "Abbiamo detto che non deve essere svenduta. L'importante è fare in modo che cresca. Devono trovare un alleato", dice Delrio, "perché in un mercato competitivo come quello degli aerei chi rimane da solo rimane morto. Lavorino sul piano industriale di Alitalia, e non sulla statalizzazione. E certamente bisogna salvaguardare i lavoratori e avere un piano che rilanci l'occupazione".

giuseppe conte

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)