1- LE VOCI SEMPRE PIÙ INSISTENTI DI POSSIBILI DIMISSIONI DI PAPA RATZINGER (85 ANNI SU SPALLE TRABALLANTI) HANNO INNESCATO L’ESPLODERE DEI VELENI NEI SACRI PALAZZI 2- L’AUTUNNO DI UN REGNO, CARATTERIZZATO DA UN PONTEFICE CHE SI SENTE PSICOLOGICAMENTE SICURO SOLO CON IL SUO BRACCIO DESTRO (BERTONE) EPPURE È CONSAPEVOLE DELLA SUA INCAPACITÀ A GUIDARE CON PUGNO DI FERRO LA MACCHINA CURIALE 3- INTORNO STA LA PLETORA DEI CURIALI IRRITATI E INSODDISFATTI, CHE MANDANO ALL’ESTERNO DOCUMENTI SEGRETI, IN UNA GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI, PER MANDARE ALL’ARIA LA GESTIONE BERTONESCA. MA C’È ANCHE CHI TEME CHE, ALLONTANATO LUI, SI FACCIA AVANTI UN UOMO FORTE, MOLTO CONSERVATORE, PER ORA QUIETO NELL’OMBRA: IL CARDINALE MAURO PIACENZA, CAPO MOLTO POTENTE DELLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

Marco Politi per Il Fatto

L'esplodere dei veleni in Vaticano è segno dello sfacelo. La guerra delle fotocopie testimonia l'autunno di un regno, caratterizzato da un monarca che si sente psicologicamente sicuro solo con il suo braccio destro eppure è consapevole della sua incapacità a guidare con pugno di ferro la macchina curiale.

Intorno sta la pletora dei curiali irritati e insoddisfatti, che mandano all'esterno documenti segreti come segnali di fumo per manifestare che così non si può andare avanti. Non si può leggere l'ultimo rapporto sulla "fine di papa Ratzinger" senza intrecciarlo alla penosa vicenda della cacciata di Viganò - colpevole di aver denunciato corruzione - e senza tornare con la mente ad un'altra minaccia di morte: quella del "corvo" contro Bertone.

È sempre il Segretario di Stato nell'occhio del ciclone. L' "appunto" segreto sul viaggio del cardinale Romeo in Cina, che come una bomba a grappolo semina astio e cattiverie contro figure chiave del pontificato ratzingeriano, porta brutalmente alla luce la crisi profonda che travaglia il governo di Benedetto XVI.

Una prima notazione: la missione del cardinal Romeo in Cina, i suoi commenti in una cerchia riservata, le sue possibili valutazioni sul disinteresse del pontefice per il governo quotidiano della macchina vaticana, le sue speculazioni sulla durata del regno di Benedetto XVI - intrecciati a elementi grandguignoleschi come una cospirazione assassina contro il romano pontefice - sono il pretesto per colpire due pezzi da novanta cari al Papa.

Romeo non è l'obiettivo: i missili sono diretti contro Bertone e il papabile numero 1, Scola. Dire che papa Ratzinger "odia letteralmente" Bertone è falso. Ma è il mezzo per ricordare che Benedetto XVI a più riprese si è sentito a disagio per la gestione del suo Segretario di Stato anche se a causa dell'età il pontefice si sente "sicuro" soltanto con il fidato Bertone, con cui stabilì un legame ultradecennale di totale sintonia psicologica quando era segretario della Congregazione per la Dottrina della fede.

Così la lettera, fatta uscire dal Vaticano, serve per rammentare che già nel 2009 i bene informati della Curia e della diplomazia internazionale erano al corrente (documenti Wikileaks) del mare di critiche rivolte a Bertone per la "debolezza di leadership" in Vaticano.

È nell'aprile 2009 che si tiene a Castelgandolfo una riunione tra il Papa e i cardinali Scola, Schoenborn, Bagnasco e Ruini in cui i porporati - assente Bertone - pongono esplicitamente il problema della funzionamento della Segreteria di Stato. Ma il Papa non vuole né sa come sostituirlo - l' "appunto" lo sottolinea bene - e così la macchina vaticana continua la sua marcia tra una panne e l'altra.

L'arcivescovo in carriera Scola è il secondo obiettivo da colpire. Una sferzata calcolatissima. Il suo spostamento da una sede patriarcale alla guida della diocesi di Milano è stato talmente contro le tradizioni e l'ansia di Ratzinger di presentarlo come suo delfino dottrinale è così evidente che l'anonimo estensore del documento comincia a chiamare a raccolta tutti i risentimenti contro un futuro papa già "annunciato" e contro la riconquista italiana del trono papale. Sarà farneticante lo stile del documento, come dichiara il portavoce papale Lombardi (che peraltro deve riconoscere l'esistenza del testo), ma gli avversari da danneggiare sono scelti con cura.

Egualmente i "dodici mesi" attribuiti al regno di Ratzinger sono un accenno obliquo alle difficoltà causate al pontefice dalla sua cardiopatia e da uno stress persistente curato con farmaci. Tale da farlo apparire un giorno in ottima forma e un giorno esausto. Un'altra annotazione: il tedesco del documento è eccellente, difficile che sia di Castrillón Hoyos, mentre l'italiano delle istruzioni sulle indagini da fare è zoppicante. Castrillón però sa il tedesco e ha buoni legami con ambienti cattolici ultraconservatori in Germania. Grazie a questi contatti ha già avvertito una volta Benedetto XVI di materiale calunnioso antiratzingeriano, che circolava in Germania.

L' "appunto" - che può avere trovato una sua prima ispirazione in ambienti lefebvriani - permette a Castrillón di rendersi di nuovo utile al Papa. Al Fatto risulta che il documento è stato "consegnato" (fisicamente) dal cardinale colombiano. "Castrillón-pasticcion", come l'ha chiamato il cardinale Re per il disastro combinato con la revoca della scomunica al vescovo negazionista lefebvriano Williamson, ha perso dopo la vicenda la guida della commissione Ecclesia Dei incaricata di negoziare con i seguaci di Lefebvre ed è uscito dal giro degli intimi ratzingeriani. Così ha sperato di rientrare nel gioco.

La cosa che colpisce di più in questa situazione è la frenetica attività di comunicazione all'esterno di varie gole profonde monsignorili. Sintomo di una voglia di mandare all'aria - in una guerra di tutti contro tutti - la gestione bertonesca considerata al tempo stesso poco efficiente e avventurista (vedi l'utopia del Polo sanitario incentrato sul San Raffaele). Ma c'è anche chi teme che, allontanato lui, si faccia avanti un uomo forte, molto conservatore, per ora quieto nell'ombra: il cardinale Mauro Piacenza, 67 anni. Capo molto potente della Congregazione per il Clero.

 

ubot67 fernando botero card dario castrilon hoyosJOSEPH RATZINGER TARCISO BERTONE_2casali17 tarcisio bertone mauro piacenza francesco rutellicasali20 tarcisio bertone enzo piacenzaemo 37 romeo veltroni piacenza ruiniJOSEPH RATZINGER TARCISO BERTONE_1k geo10 paolo romeo card roger etche garaycasali37 tarcisio bertone enzo piacenza rutelli palombellipapa neveMAURO PIACENZA RINO FISICHELLAkdc61 cossiga landolfi castrillon hoyosvaticano

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO