consip romeo tiziano renzi carlo russo

UN'INCHIESTA APPESA A MARRONI – CONSIP: LA CASSAZIONE HA NELLA SOSTANZA AZZERATO L’INDAGINE DI WOODCOCK. ALFREDO ROMEO NON DOVEVA FINIRE IN GALERA, E LE INTERCETTAZIONI SONO STATE ACQUISITE IN MODO ILLEGALE – SI SALVANO, PER IL MOMENTO, I “PIZZINI”. LOTTI E DEL SETTE ANCORA NEI GUAI

 

Giacomo Amadori per La Verità

 

CASSAZIONECASSAZIONE

Gli avvocati degli indagati dell' inchiesta Consip stanno scartabellando le pandette pronti ad affondare l' indagine più mediatica degli ultimi mesi a colpi di cavilli per rendere inutilizzabili tutte le intercettazioni più scabrose. A dar loro il la è stata la Suprema corte di Cassazione che ha rispedito al Tribunale del Riesame il provvedimento che ha tenuto in carcere l' imprenditore Alfredo Romeo dal 22 marzo scorso al 13 giugno.

WOODCOCKWOODCOCK

 

Ora i magistrati della Libertà dovranno rileggersi tutti i decreti esecutivi dei pm di Napoli, Henry John Woodcock e Celeste Carrano, e i decreti di autorizzazione concesse dal gip Gaspare Sturzo, per capire se esistessero i profili di reato dell' associazione per delinquere o, meglio ancora, mafiosa, indispensabili per richiedere l' utilizzo di virus spia; dovranno anche verificare se i reati indicati nel registro delle notizie di reato coincidessero con quelli inseriti nei decreti di autorizzazione e proroga delle intercettazioni.

 

Infatti per i giudici supremi i software che hanno «bucato» i cellulari di Romeo e del suo consulente Italo Bocchino sono strumenti estremamente invasivi e si giustificano solo se sono contestati reati associativi. Se non ci sono, non ci può essere nemmeno il cosiddetto Trojan, la microspia digitale.

 

Alfredo Romeo Alfredo Romeo

Con questa spada di Damocle sulla testa non è impensabile che il Riesame decida di rimettere in libertà Romeo e di seppellire con una pietra tombale tutte le intercettazioni contestate dai difensori di Romeo e con queste buona parte dell' inchiesta Consip. Infatti se cadessero le conversazioni tra Romeo e Bocchino resterebbero solo le dichiarazioni di Marco Gasparri, il dirigente Consip che avrebbe fatto da informatore di Romeo e che per questo avrebbe ricevuto 100.000 euro.

 

INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEOINCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO

Mentre gli avvocati di Romeo, Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge e Giovanni Battista Vignola, festeggiano, gli inquirenti della Capitale non commentano e restano in attesa della nuova decisione del Riesame, prevista tra una decina di giorni. I pm aspettavano da settimane con ansia le motivazioni della Corte Suprema sulla bocciatura dell' ordinanza del Tribunale della Libertà. Temevano che la decisione di scarcerare l' avvocato napoletano fosse legata alle intercettazioni. E in parte quel timore si è rivelato fondato.

 

INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEOINCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO

La Verità aveva scritto a giugno: «I magistrati della Procura di Roma che conducono le indagini si dicono preoccupati (). Infatti se a convincere la Cassazione fosse stata la richiesta di inutilizzabilità delle intercettazioni, l' inchiesta per traffico di influenze illecite di cui sono accusati Tiziano Renzi e il suo collaboratore Carlo Russo, potrebbe perdere la pietra angolare che la sostiene: le intercettazioni ambientali con impresse le chiacchiere in libertà di Russo nell' ufficio di Romeo».

 

INCHIESTA CONSIP - IL PIZZINO STRAPPATO INCHIESTA CONSIP - IL PIZZINO STRAPPATO

Sono state proprio le registrazioni di Russo a inguaiare babbo Renzi laddove il giovanotto parla di accordi quadro da perfezionare, di contratti da 30.000 euro (la presunta consulenza-tangente per Tiziano) e di bistecchine da mangiare in Toscana. È vero che le intercettazioni sono state realizzate con le microspie tradizionali e non con i virus spia, ma utilizzando i decreti autorizzativi dei Trojan.

 

«Non poteva essere diversamente perché ai pm di Napoli per chiedere la collocazione fisica di microspie a Roma mancava la competenza territoriale», spiega l' avvocato Sorge, autore dei motivi di ricorso presso la Cassazione. Dunque potrebbero essere nulle anche le registrazioni nell' ufficio della Capitale?

 

CARLO RUSSOCARLO RUSSO

«A mio avviso sì», conclude il legale. Quel che è certo che è iniziata la corsa a ricostruire la genesi delle intercettazioni più scivolose per cercare di tagliarle fuori dal processo. Ma se le registrazioni ambientali sono a rischio anche i famosi pizzini che sarebbero stati compilati da Russo e da Romeo nell' ufficio di via Pallacorda a Roma sono sub iudice.

LUCA LOTTI E TIZIANO RENZILUCA LOTTI E TIZIANO RENZI

 

In effetti, seppure i magistrati della Cassazione ritengano corrette le modalità di acquisizione della documentazione in una discarica dell' Ama, non sono altrettanto convinti della decisione del Riesame di prendere in considerazione solo la consulenza tecnica depositata dai pm sulla grafia contenuta nei foglietti e non lo studio del grafologo ingaggiato della difesa che giunge a conclusioni diametralmente opposte rispetto a quelle dell' accusa, negando che la scrittura sia riconducibile a Romeo.

DEL SETTEDEL SETTE

 

In conclusione se, grazie ai difensori di Romeo e alla Cassazione, Carlo Russo e Tiziano Renzi si augurano di uscire velocemente dall' inchiesta, non possono al momento contare sul soccorso degli ermellini di piazza Cavour altri indagati eccellenti, come il ministro dello Sport, Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, e il comandante della Legione Toscana, Emanuele Saltalamacchia.

luigi marroniluigi marroni

 

Tutti loro sono sotto inchiesta per favoreggiamento e rivelazione del segreto d' ufficio non a causa delle intercettazioni, ma sulla base di precise testimonianze, in particolare quella dell' ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni. Le cui dichiarazioni non sono state (ancora) messe in discussione dalla Cassazione.

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…