L’INCHIESTA FILOBUS TRAVOLGE ALE-DANNO: “MA CHE SIETE SCEMI, MA CHE CAZZO C’AVETE NEL CERVELLO, ME LA PRENDO IN CULO, CAPITO?” - I MAGISTRATI CERTIFICANO IL RAPPORTO DELL’EX AD EUR RICCARDO MANCINI COME “FIDATISSIMO COLLABORATORE” DI ALEMANNO - MANCINI ARRESTATO PERCHÉ ANCORA UOMO FORTE DELLA GIUNTA - OBIETTIVO DELLA TANGENTE DA 500MILA €: ENTRARE NELL’APPALTONE DELLA METROPOLITANA

1 - INCHIESTA BUS: GIP, MANCINI SUBORDINATO AD ALEMANNO
(ANSA) - Il gip Stefano Aprile spiega nel provvedimento che oggi ha portato in carcere Riccardo Mancini, che in una conversazione telefonica tra il manager e il sindaco Alemanno, Mancini ''dimostra di essere in totale subordinazione''. Per il gip ''la telefonata in questione conferma, in definitiva, che Mancini e' un 'uomo di Alemanno' al quale risponde direttamente e nei confronti del quale e' in totale soggezione''.

''In tale conversazione il Sindaco chiede conto a Mancini dei suoi comportamenti tenuti nella gestione dell'ente Eur e lo rimprovera in maniera aspra e decisa, dimostrando la subordinazione dell'interlocutore'', e' scritto. Nell'ordinanza si fa riferimento ad una conversazione intercorsa tra il manager e Alemanno il 20 settembre dello scorso anno che viene definita ''significativa'' dal gip. Mancini ''dimostra di essere in totale subordinazione'' e da Alemanno ''viene redarguito duramente per le azioni dallo stesso Mancini intraprese nella gestione della società in house (l'Eur Spa, posseduta al 90% dal Mef e per il 10% dal Comune di Roma) di cui è il vertice''.

''La circostanza - è detto nel provvedimento - appare di per sé del tutto impropria poiché Mancini sembra rispondere, fuori dal contesto istituzionale proprio, del proprio operato amministrativo ad un personaggio - di certo autorevole ma che non rappresenta l'azionista di maggioranza e, soprattutto, che dimostra di poter direttamente e personalmente condizionare le scelte discrezionali del vertice della Eur Spa''.

Per il gip ''la telefonata in questione conferma, in definitiva, che Mancini è un 'uomo di Alemanno' al quale risponde direttamente e nei confronti del quale è in totale soggezione''. Per il magistrato ''si tratta di un fidatissimo collaboratore che il sindaco ha portato con sé dalla politica per passare direttamente alla amministrazione attiva, affidandogli non solo ufficiali incarichi in enti pubblici, ma anche importanti ruoli nell'ambito del Comune di Roma''.

2 - INCHIESTA BUS:TANGENTE ANCHE PER INFLUIRE SU APPALTI METRO
(ANSA) - Creare una ''provvista necessaria per pagare una tangente a Riccardo Mancini'' utile anche per tentare di aggiudicarsi gli ''appalti relativi alla metropolitana'' di Roma. E' un passaggio dell'ordinanza che ha disposto la custodia cautelare in carcere per Riccardo Mancini. ''In sostanza Cola (ex consulente Finmeccanica) afferma che fu studiato il modo per pagare una 'tangente' per l'appalto di Roma e in particolare per retribuire Mancini ''uomo forte della nuova amministrazione comunale'', si legge nell'ordinanza.

3 - INCHIESTA BUS/ GIP: A MANCINI UNA MAZZETTA DA 500MILA EURO
(TMNews) - Riccardo Mancini, l'ex amministratore delegato dell'ente Eur arrestato oggi, avrebbe ricevuto una mazzetta da 500mila euro. La circostanza è contenuta nell'ordinanza emessa dal gip Stefano Aprile per l'inchiesta sull'appalto per la fornitura di 45 filobus per il cosiddetto corridoio di Laurentina. Altri 100mila euro sarebbero invece andati al commercialista Marco Iannilli. Il gip ha contestato per la tangente a Mancini il reato di concussione, riconoscendone la figura di pubblico ufficiale.

Nell'ordinanza di arresto si fa riferimento all'emissione di una fattura di 300mila euro per una operazione inesistente da parte di una società riconducibile a Iannilli. Contestate inoltre l'emissione di altre tre fatture sempre per operazioni ritenute inesistenti da parte di un'altra società riconducibile al manager Edoardo D'Incà Levis. Gli altri indagati nell'ambito dell'inchiesta sono il dirigente dell'Ati, Patrizio Monaco, e gli ex dirigenti della Breda Manarinibus, Luca D'Aquila e Giuseppe Comes.

"In sostanza Cola (ex consulente Finmeccanica ndr) afferma che fu studiato il modo per creare la provvista necessaria a pagare una 'tangente' per l'appalto di Roma ed in particolare per retribuire Mancini, uomo forte della nuova amministrazione comunale". Così si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dell'ex ad dell'Ente Eur Riccardo Mancini.

"Ciò si era reso necessario perché a seguito di contatti ai massimi vertici tra la conglomerata Finmeccanica e i vertici politico-amministrativi del comune di Roma era emersa la necessità di retribuire illecitamente componenti dell'amministrazione i quali erano in grado di influire in maniera determinante sull'assegnazione degli appalti relativi ai trasporti pubblici della capitale, con particolare riferimento alla realizzazione della metropolitana e, nell'immediato, anche quale 'cavallo di troia' per far entrare le consociate Finmeccanica nel settore degli appalti comunali, alla realizzazione del corridoio di mobilità".

4 - INCHIESTA BUS/ GIP: INTERA PROCEDURA NON HA PRODOTTO RISULTATI
(TMNews) - "Se si esamina l`appalto dal punto di vista della pubblica amministrazione appaltante, si scopre che l`intera procedura, costata ai contribuenti diverse decine di milioni di euro, non ha ancora prodotto alcun, lecito, risultato". Così afferma il gip del tribunale di Roma, Stefano Aprile, nell'ordinanza di arresto dell'ex ad di Ente Eur spa Riccardo Mancini.

"I filobus, per i quali è stata pagata una 'tangente' - si legge nell'ordinanza - collaudati in un`altra città per consentire di procedere agli 'urgenti' pagamenti dei fornitori che hanno versato la 'tangente', non sono ancora in servizio a distanza di cinque anni dal bando di gara". "Infatti - continua il giudice Aprile - nella città di Roma dove dovevano entrare in funzione i moderni filobus, non esistono, né risultano essere incorso di realizzazione, le opere infrastrutturali ed elettriche necessarie alla loro circolazione: i veicoli, costati 40 milioni di euro, sono parcheggiati del tutto inutilizzati ed abbandonati al prevedibile destino di un rapido deprezzamento e una inevitabile decadenza tecnologica e manutentiva. Tutto il lavoro svolto dalle imprese coinvolte e dall`amministrazione e i denari versati dai contribuenti sono unicamente serviti, finora, a creare fondi neri e a pagare 'tangenti'".

5 - APPALTI BUS: GIP, PER MANCINI PERICOLO REITERAZIONE REATO
(AGI) - L'ex ad di Ente Eur, Riccardo Mancini, deve andare in carcere perche sussiste il pericolo di reiterazione del reato. E' quanto spiega il gip del tribunale di Roma, Stefano Aprile, nell'ordinanza di arresto del manager nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la fornitura di 45 filobus per il Comune di Roma. "Esiste concreto pericolo - scrive il gip Aprile - che l'indagato commetta delitti della stessa specie di quello per cui si procede. Un pericolo ribadito dalla circostanza che simili condotte s'inseriscono in un contesto istituzionale al quale egli non e per nulla
estraneo".

6 - APPALTI BUS: ALEMANNO, NON SO NULLA E FIDUCIA IN MAGISTRATURA
(AGI) - "Non so nulla di questa vicenda. Esprimo piena fiducia nella magistratura e vedremo cosa verra fuori dall'inchiesta". Cosi il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato l'arresto dell'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i filobus forniti dalla Breda-Menarinibus.

7 - LA RABBIA DI ALEMANNO
Da "Corriere.it"

Alemanno rimproverò duramente Riccardo Mancini all'epoca delle perquisizioni nell'ambito dell'inchiesta che lo ha poi portato in carcere. La circostanza emerge da un'intercettazione di una telefonata intercorsa tra i due il 29 settembre scorso in seguito alla nomina dello stesso Mancini ad amministratore delegato della nuova società Roma Convention Group da parte del Consiglio di amministrazione di Eur Spa. Secondo il sindaco la nomina di Mancini alla guida della società - partecipata al 50% da Eur Spa e Fiera di Roma Srl - era intempestiva e per questo il sindaco di Roma andò su tutte le furie.

«Nell'occasione - si legge nel provvedimento cautelare che ha portato in carcere Mancini - il sindaco stigmatizzava proprio i tempi dell'operazione, così vicini alle perquisizioni che Mancini aveva subito» e rimproverava l'indagato «in maniera aspra e decisa».

«NON SI POTEVA EVITARE?» - Nella conversazione, sottolineano gli inquirenti, «Alemanno chiedeva se la cosa si sarebbe potuta evitare. Mancini rispondeva che aveva insistito Borghini per l'assemblea. Alemanno si alterava in maniera forte nei confronti di Riccardo Mancini: 'Il giorno dopo quel casino vi mettete in questo casotto. Ma che siete scemi, non si poteva evitare? ...perché non m'hai chiamato?'».

Riccardo Mancini diceva più volte che aveva ragione, poi Alemanno riprendeva: «...che siete cretini tutti... veramente io non ho parole... ma che cazzo c'avete nel cervello, me lo spieghi che cazzo c'avete nel cervello? non c'è un cazzo da fare ... uno vi aiuta non c'è niente da fa' ... non c'è niente da fa' capito siete scemi».

NESSUNA TELEFONATA - Riccardo Mancini ripeteva ancora che aveva ragione. Alemanno continuava ad arrabbiarsi con Riccardo Mancini, dicendogli ancora una volta che non aveva ricevuto nessuna telefonata di avviso e continuava dicendo che non riuscivano a capire «le ovvie conseguenze»: la cosa ovvia, a suo avviso, era rimandare l'assemblea. Mancini non faceva altro che dire all'interlocutore che aveva ragione, ma Alemanno rispondeva: «Me la prendo in c... capito?». Poi cadeva la linea.

 

 

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