L’INCREDIBILE INTERVISTA DI NAPOLITANO CHE DA' CONSIGLI A BERLUSCONI SU COME SALVARSI DAI PROCESSI

Virman Cusenza per Il Messaggero

Puntiamo a portare avanti la barca tra i marosi, a dare fiducia al Paese». La voce di Giorgio Napolitano è serena, ma svanisce a tratti tra le gallerie mentre sfreccia sulla strada verso Genova. 
Lì lo attendono gli strazianti funerali degli otto lavoratori del porto travolti nella tragica notte della Jolly Nero. 
Momento difficile per il Paese, certo.

Ma il nuovo inizio dopo le spinte scomposte del dopo-elezioni almeno è arrivato.

Il Capo dello Stato ritiene «serio e sereno» l'avvio del governo Letta, anche grazie a un presidente del Consiglio che «non si lascia intimidire né da polemiche né da incidenti di percorso» che erano ragionevolmente prevedibili. Che la coabitazione fosse complicata era nelle cose, nella natura di «forze politiche che non rinunciano a reagire, ciascuna a modo suo».

In questo contesto, Napolitano racconta di aver trovato un Letta «molto misurato». Come richiedono la situazione interna, ma soprattutto il contesto economico europeo ed internazionale, lo stato dei conti e la necessità di risanamento che il Paese deve affrontare.

«Anche se ci sono quelli che non si rendono conto che siamo sul filo del rasoio con Bruxelles», su un margine strettissimo per assicurarci «la fuoriuscita dalla procedura di infrazione» per eccesso di deficit, in base alle regole canoniche volute dall'Europa.

È in questo passaggio angusto che l'Italia si trova, ecco - secondo Napolitano - il discrimine «tra il fare e il non abbandonare il rispetto degli impegni» che abbiamo con i partner dell'Unione.

Come dire: tra la necessità di far ripartire il Paese con misure all'insegna della crescita e il rigore necessario dei conti. Un percorso che vede «attentissimi tanto Letta quanto Saccomanni» nell'attesa che il 29 maggio la Commissione europea prenda atto dell'impegno italiano sul pareggio strutturale di bilancio «per liberarci dal debito eccessivo». Forche caudine, superate le quali il governo potrà rimettersi in marcia con più slancio e serenità sulla strada della risalita economica e dello sviluppo.

Naturalmente, tutto questo - secondo il Capo dello Stato - non deve autorizzare infondate chimere. «Serve moderazione nelle aspettative delle misure economiche» che arriveranno dal governo. Un messaggio chiaro che invita a non coltivare illusioni sull'entità di provvedimenti-panacea o su tagli fiscali oltre le più rosee aspettative proprio nelle ore in cui il governo mette a punto i decreti su Imu, Cig e lavoro.

Vista dall'osservatorio del Colle, qualcosa però si muove sulla strada della ripresa. «Spero che comincino a farsi sentire gli effetti del decreto che sblocca i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese», dice Napolitano confidando nel circolo virtuoso «dei nuovi investimenti che possono far ripartire l'economia del Paese».

Poche illusioni ma un ottimismo ragionato, dunque. Ostacoli politici e turbolenza della composita maggioranza permettendo, naturalmente. Il Quirinale è consapevole degli scogli nella navigazione e di quanto pesi il macigno giustizia. «Ce lo trasciniamo da anni, è sempre stato all'ordine del giorno. Tutti se ne facciano una ragione», commenta il Presidente.

La mente corre alle scene di questi giorni con la protesta del Pdl in piazza a Brescia: «Capisco chi si trova impigliato» in processi e vicende giudiziarie di rilievo. Uno scenario in cui, però, «meno reazioni scomposte arrivano, meglio è dal punto di vista processuale».

L'auspicio di un clima pacifico a cui però fa da contrappunto la battaglia politico-giudiziaria ripartita in grande stile anche nelle aule del Parlamento.

 

 

Napolitano - BerlusconiBERLUSCONI NAPOLITANO LETTA E napolitano BERLU E NAPOLITANO SACCOMANNISILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…