berlusconi gasparotti

“L’ITALIA È IL PAESE CHE AMO” – 30 ANNI FA LA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI COL VIDEO (AUTOPRODOTTO) CHE CAMBIO’ LA POLITICA – IL REGISTA ROBERTO GASPAROTTI PARLA DEL FILMATO CON LA FAMOSA CALZA SULLA TELECAMERA PER RENDERE PIÙ MORBIDA L’IMMAGINE: “SOLO A SILVIO POTEVA VENIRE IN MENTE UNA SIMILE GENIALATA. ERA METICOLOSO. CONTROLLAVA PERSINO L’ALTEZZA DEI MICROFONI. LO SCANDALO DELLE OLGETTINE? SILVIO AVEVA LE SUE FAN. NON CI HO MAI VISTO NULLA DI STRANO. LA FESTA PER I TRENT’ANNI, VOLUTA DA TAJANI? NON ANDRO’. NON MI HANNO MICA INVITATO” – VIDEO

 

1 - E FU BERLUSCONI I 30 ANNI DEL VIDEO CHECAMBIÒLAPOLITICA

Stefano Cappellini per “la Repubblica” - Estratti

 

Silvio Berlusconi guardò la telecamera, l’obiettivo velato da una calza di nylon per scaldare l’immagine e levigare la faccia meglio di un chirurgo. Il Cavaliere era pronto a registrare il video. Si stampò un sorriso berlusconiano sulla faccia e ripassò mentalmente l’incipit, “L’Italia è il Paese che amo”. 

SILVIO BERLUSCONI VIDEO DISCESA IN CAMPO

 

Alle 17,30 dello stesso giorno, il 26 gennaio 1994, il Tg4 di Emilio Fede è il primo a mandare in onda il video: «L’Italia è il Paese che amo, qui ho le mie radici…». In poche ore tutti gli altri tg mandano in onda la versione integrale o la sintesi dei nove minuti abbondanti in cui il Cavaliere spiega di non poter lasciare il Paese in mano ai comunisti.

 

Le elezioni sono imminenti, l’Italia è già divisa in due, anche se ancora non lo sa. Molti dicono: lo voto! Molti salgono sulle barricate: no pasarà.

 

Qualcuno esulta («Finalmente per la prima volta in vita so per chi votare», dirà qualche settimana dopo Raimondo Vianello in diretta tv, mentre conduce Pressing), qualcuno inorridisce per il modo più ancora che per i contenuti: un video autoprodotto e imposto a tutta la filiera mediatica, la fine di ogni mediazione giornalistica e politica.

 

Praticamente ciò che trent’anni dopo hanno fatto e fanno tutti, il blog di Grillo, i tweet di Renzi, le dirette Facebook di Salvini, Giorgia Meloni che trasforma la seduta del Consiglio dei ministri in una puntata pilota di Casa Meloni e suona la campanellina a favore di telecamera, din don, persino le quarte file di partito che registrano 15 secondi di dichiarazioni sul fatterello del giorno e le girano al caporedattore del tg che manda in onda com’è: buona la prima.

SILVIO BERLUSCONI VIDEO DISCESA IN CAMPO

 

Berlusconi, invece, quel discorso lo ha provato e riprovato nei giorni precedenti, ha aggiunto le correzioni di Paolo Del Debbio, ha segnato gli incisi suggeriti da Giuliano Ferrara, ha memorizzato i consigli di Gianni Letta.

 

Ora tutta Italia sa che è sceso in campo, è finito il teatrino, mi candido, non mi candido, lo faccio solo se costretto, non voglio bere l’amaro calice: Berlusconi chiede il voto per guidare «l’Azienda Italia», propone per il Paese «il modello Milan».

 

Qualcuno sa da tempo che tutto questo sarebbe accaduto. “E Forza Italia, che siamo tantissimi...”, c’è pure l’inno del partito pronto e senza inno che partito sarebbe?

 

(...)

IL DISCORSO DI SILVIO BERLUSCONI PER LA DISCESA IN CAMPO IN POLITICA NEL 1994

Lo sa il leader del Movimento sociale italiano Gianfranco Fini, cui Berlusconi ha dedicato una leggendaria dichiarazione di voto virtuale mentre il capo dei postfascisti italiani è impegnato a sfidare Francesco Rutelli per la guida del Comune di Roma («Se fossi romano, voterei Fini», dice il Cavaliere a novembre del 1993 da un centro commerciale di Casalecchio di Reno, location turboberlusconiana).

 

Lo sanno, ovviamente, i suoi collaboratori più stretti, Marcello Dell’Utri, che ha già trasformato un ramo della concessionaria di pubblicità, Publitalia, in una brigata di club di Forza Italia, ovvero cloeb nella indimenticabile pronuncia anglo-padana del Cavaliere;

 

berlusconi messaggio 1994

il meno noto geometra Edorardo Teruzzi, che nel tempo di un jingle ha messo in piedi la futura sede di Forza Italia a Milano, viale Isonzo 25; il sondaggista Gianni Pilo da Macomer, che sforna numeri su numeri sulla popolarità di Silvio, già autoproclamatosi «secondo solo a Gesù»; i direttori ingaggiati per le sue reti, programmi, giornali, Enrico Mentana, Indro Montanelli, ferocemente ostile all’idea e congedato dalla direzione del Giornale, Maurizio Costanzo, un altro dei pochi ad aver sconsigliato il passo. Ma chi conosce Berlusconi sa che c’è un momento preciso dopo il quale si è sentito davvero dentro la partita. 

 

(...)

 

2 - ROBERTO GASPAROTTI

Concetto Vecchio per “la Repubblica” - Estratti

 

Roberto Gasparotti, cosa faceva trent’anni fa?

«L’operatore tv Mediaset. Coppia fissa con Paolo Brosio e Andrea Pamparana, che seguivano Tangentopoli. Non so quante volte ho dormito davanti a San Vittore».

 

berlusconi 1994 5

E poi un giorno la chiama Berlusconi?

«No, Mity Simonetto».

La mitica addetta all’immagine del Cavaliere.

«Lei. Con Berlusconi facevano a gara a chi fosse più meticoloso».

 

E cosa voleva?

«Mi disse che bisognava allestire un set perché il presidente doveva registrare un video-annuncio».

La discesa in campo del 26 gennaio 1994.

«Quel giorno ci ritrovammo in una saletta di una dépendance della villa di Macherio in quattro: Berlusconi, io, Mity e un’assistente».

 

Perché mise la famosa calza sulla telecamera?

«Per rendere più morbida l’immagine, più patinata, creando l’effetto skin tone ».

 

Chi ebbe l’idea del video?

«Penso proprio Berlusconi. Poteva venire in mente solo a lui una simile genialata. Ricordo l’emozione che si respirava durante la registrazione».

ROBERTO GASPAROTTI SILVIO BERLUSCONI

 

L’Italia è il Paese che amo.

«Provammo una sola volta, poi Berlusconi andò giù liscio. Quindi il filmato venne girato ai media, anche alla Rai».

 

(...)

Non servivano più le domande.

«Eh, sì, ora buona parte dei servizi tg vengono confezionati così. E col video in un certo senso anticipammo la comunicazione oggi imperante sui social».

 

Dura più di nove minuti. Oggi non sarebbero troppi?

«Può darsi. Ricordo che Mentana, che dirigeva il Tg5, non lo mandò in onda integrale».

ROBERTO GASPAROTTI SILVIO BERLUSCONI

Pochi giorni dopo Berlusconi tenne un comizio a Roma.

«E ci chiese un palco tutto bianco e impose il karaoke per cantare tutti insieme l’inno di Forza Italia. Un altro inedito».

 

Cosa accadde quando Berlusconi vinse le elezioni?

«Con Mity andammo a salutarlo. E lui mi disse: “Ma dove pensi di andare?

Verrai con me a Roma”».

 

A palazzo Chigi?

«Sì, mi mise sotto contratto col governo. Una cosa incredibile!».

 

Come fu l’impatto?

«Quando vide com’era conciata la sala stampa di palazzo Chigi, piccola, con poltrone enormi, del tutto inadeguata ad accogliere i giornalisti da tutto il mondo mi chiamò».

 

Per dirle cosa?

«Di rimetterci mano».

ROBERTO GASPAROTTI SILVIO BERLUSCONI

 

(...)

Berlusconi pagava bene?

«Secondo contratto, direi. Invece era generoso con chi si trovava nel bisogno».

 

Berlusconi era ossessivo?

«No, meticoloso. Controllava persino l’altezza dei microfoni».

Altre manie?

«Non voleva l’acqua sul tavolo. E nemmeno i fiori alle conferenze stampa: “Poi li calpestano”, diceva».

 

Come ha vissuto lo scandalo delle Olgettine?

«Aveva le sue fan. Non ci ho mai visto nulla di strano».

 

Lei l’ha seguito ovunque?

«Sì, fino al 2020, poi mi sono autoescluso da quel mondo, l’unico che sento ancora è Francesco Giro».

 

ROBERTO GASPAROTTI SILVIO BERLUSCONI

È contento di avergli dedicato la vita?

«Caspita! Mi ha fatto dirigente di palazzo Chigi».

Oggi com’è il rapporto con la sua memoria?

«Non c’è giorno che non affiora nei miei pensieri».

Il miracolo italiano però non l’ha realizzato.

«Non gliel’hanno permesso! Dai, gliene hanno combinate di tutti i colori».

 

Perché metà Italia lo odiava?

«Noi italiani non sappiamo odiare».

Era divisivo.

«Era lui che l’aveva voluto, scatenando il qua o il di là. Ma è la democrazia».

 

Andrà alla festa per i trent’anni, voluta da Tajani?

ROBERTO GASPAROTTI

«Ma no!».

Come no?

«Non mi hanno mica invitato».

BERLUSCONI 1994BERLUSCONI 1994ROBERTO GASPAROTTI SILVIO BERLUSCONI BERLUSCONI 1994silvio berlusconi nel 1994

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…

roberto vannacci - giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

GIORGIA MELONI OSSERVERÀ CON MOLTA ATTENZIONE I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN TOSCANA, LA PROSSIMA SETTIMANA. NON PERCHÉ SPERA DI STRAPPARE LA REGIONE ROSSA AL CENTROSINISTRA (LA VITTORIA DI GIANI È QUASI CERTA), QUANTO PIUTTOSTO PER “PESARE” LA LEGA DI SALVINI – LA TOSCANA È DIVENTATA TERRA DI CONQUISTA DELLE TRUPPE DEL FASCIO-LEGHISTA VANNACCI. DAL NUMERO DI VOTI CHE PRENDERÀ L’EX PARA' DELLA FOLGORE DIPENDONO LE SORTI DI SALVINI ALLA GUIDA DEL CARROCCIO, E DI CONSEGUENZA IL FUTURO DEL GOVERNO CHE SENZA L'8% DELLA LEGA NON REGGE NON SUPERANDO IL 40%  – FIN QUANDO LA STATISTA DELLA SGARBATELLA NON HA DAVANTI I NUMERI DELLA REALE CONSISTENZA DEL FU TRUCE DEL PAPEETE, CONTINUERA' A SCHIERARSI CON TRUMP E NETANYAHU PER COPRIRSI A DESTRA DALLE MATTANE DEL "CAPITONE" (SI SA CHE GLI ANIMALI FERITI SONO I PIU' PERICOLOSI...)... 

a lume di candela andrea giambruno pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PER L’EX SIGNOR MELONI, L'ARZILLO ANDREA GIAMBRUNO, SI AVVICINA IL RITORNO IN VIDEO ALLA CONDUZIONE DI "STUDIO APERTO" – UN BEL PASSO INDIETRO PER IL FANATICO DELL'AMMUCCHIATA CHE ORA SARÀ BEN "INGABBIATO", LIMITANDOSI A LEGGERE LE NOTIZIE SUL "GOBBO, EVITANDO COSI' QUEI COMMENTI E OPINIONI PERSONALI A CUI CI AVEVA SOLLAZZATO DURANTE LA CONDUZIONE DI "DIARIO DEL GIORNO" - IL CASO "TG2POST" CHE AFFONDA IL PRIME TIME DI RAI2  – ENZO MICCIO E IL VECCHIO POST DI GIORGIA MELONI DEDICATO AL NUOVO CO-CONDUTTORE DI "DOMENICA IN" - BOLLE IN RAI IL RITORNO DI FLAVIO INSINNA - INDOVINELLO: IL GIORNALISTA LUDOPATICO HA ACCUMULATO DEBITI PER IL POKER. DI CHI SI TRATTA? - VIDEO

benjamin netanyahu donald trump hamas

DAGOREPORT: BYE BYE “BIBI” – I CEFFONI RIFILATI DA TRUMP A NETANYAHU SONO IL SEGNALE CHE IL PREMIER ISRAELIANO È AL CAPOLINEA POLITICO: COME I MILIZIANI DI HAMAS, OTTERRÀ UN SALVACONDOTTO (LA GRAZIA DAI SUOI PROCESSI) E POI SARÀ SPEDITO AI GIARDINETTI. NON SARÀ LUI A GESTIRE IL LUNGO PROCESSO DI PACE CHE SEGUIRÀ AL CESSATE IL FUOCO – L’ERRORE DI “BIBI” È STATO BOMBARDARE IL QATAR, CHE HA PRETESO DAGLI USA UN SIMIL-ARTICOLO 5 (CHI COLPISCE DOHA, COLPISCE L’AMERICA) – I PRESUNTI DOSSIERINI SU TRUMP BY EPSTEIN, IN MANO A ISRAELE? DISINNESCATI DAL TYCOON: DI FRONTE ALLA PACE, COS’È MAI UN’AMMUCHIATINA DI TRENT’ANNI FA? – IL SÌ DEI PAESI MUSULMANI, CHE SOGNANO UN PEZZO DELLA RICCA TORTA DEGLI INVESTIMENTI SU GAZA, IL RITORNO DEGLI USA SULLA SCENA MEDIORIENTALE, LE RICHIESTE DI HAMAS E I CONSIGLI DI TRUMP A NETANYAHU: “VOGLIONO BARGHOUTI? DAGLI BARGHOUTI. AL MASSIMO, L’AMMAZZI DOPO…”

donald trump zohran mamdani

FLASH – TRUMP HA VISTO I SONDAGGI SULLE ELEZIONI PER IL SINDACO DI NEW YORK ED È TRASECOLATO. IL MILLENNIAL ZOHRAN MAMDANI, CHE HA TRIONFATO ALLE PRIMARIE DEMOCRATICHE E VELEGGIA SERENO VERSO LA VITTORIA (SECONDO I SONDAGGI, SFIORA IL 50% E DOPPIEREBBE L’EX GOVERNATORE ANDREW CUOMO). IL TYCOON NON SI È PERSO D’ANIMO: HA SGUINZAGLIATO L’FBI PER SCAVARE A FONDO SUL PASSATO DEL SOCIALISTA MUSULMANO. COME PER IL FINTO CERTIFICATO DI NASCITA DI OBAMA, QUALCOSA SI TROVA SEMPRE. ALTRIMENTI SI CREA…