donald trump xi jinping

UN PECHINO DI RITORSIONE - L'ITALIA VUOLE BUTTARSI TRA LE BRACCIA DEL DRAGONE? DA FINMECCANICA A FINCANTIERI, MOLTE IMPRESE SONO PREOCCUPATE DALLE RAPPRESAGLIE ECONOMICHE DI CUI È CAPACE L'AMERICA (TRUMPIANA MA NON SOLO) - APPALTI, COMMESSE MILIARDARIE, ACCORDI INTERNAZIONALI: CHI SI ALLEA CON LA CINA, RISCHIA DI PERDERE LA FIDUCIA (E I SOLDI) DI WASHINGTON - SALVINI: ''NON CI SARA' LA COLONIZZAZIONE DELL'ITALIA'', E CITA GIORGETTI. BASTERA'?

SALVINI TRUMPIZZATO

ITALIA-CINA: SALVINI, NO A COLONIZZAZIONE ITALIA 

(ANSA) -  Giancarlo Giorgetti ha spiegato che il memorandum Italia-Cina dovrà tutelare gli interessi strategici dell'Italia e "questa è la posizione di tutta la Lega", ha sottolineato il vicepremier Matteo Salvini. "Se si tratta di aiutare imprese italiane ad investire all'estero siamo disponibili a ragionare con chiunque - ha aggiunto - Se si tratta di colonizzare l'Italia e le sue imprese da parte di potenze straniere, no. E il trattamento dei dati sensibili è interesse nazionale. Quindi il discorso delle telecomunicazioni e del trattamento dei dati non può essere meramente economico".

 

"Facciamo parte di un'alleanza che prevede che la difesa dei dati sensibili e della sicurezza dei singoli prevalga sul mero interesse economico", ha detto ancora il vicepremier leghista.

 

 

Francesco Grignetti per “la Stampa

 

Tra le parole dell' uomo della Casa Bianca, la minaccia di ritorsioni era più che evidente.

LUIGI DI MAIO IN CINA CON MICHELE GERACI

Chiari anche i possibili obiettivi: le industrie della Difesa. Il tutto in nome del sacro principio che non sarebbe possibile condividere segreti industriali e forniture militari con chi sceglie Pechino al posto di Washington. Di qui, gli improvvisi sudori freddi in Finmeccanica-Leonardo e Fincantieri.

 

Finmeccanica-Leonardo è la principale industria militare italiana. Fortissima nella produzione di elicotteri e aerei, la società italiana meno di un anno fa ha perduto proprio negli Stati Uniti la corsa a una gara multimiliardaria che avrebbe garantito allo stabilimento di Varese, ex Aermacchi, lavoro per i prossimi quindici anni: la commessa del Pentagono valeva 9,2 miliardi di dollari per consegnare 351 aerei da addestramento.

LUIGI DI MAIO IN CINA

 

Superata la delusione, gli italiani sono tornati in pista per gli elicotteri: hanno appena piazzato all' Aeronautica Usa 84 elicotteri AW139 (ribattezzato MH-139) per un valore di circa 2,4 miliardi di dollari, stavolta in tandem con Boeing. La chiave del successo si chiama Leonardo Drs, società di diritto statunitense, circa seimila dipendenti. Dallo stabilimento Finmeccanica-Leonardo nell' area nordest di Philadelphia, gli elicotteri verranno prodotti a partire dal 2021.

 

Un' altra gara in cui Leonardo è in lizza, riguarda la fornitura di elicotteri per addestramento alla Marina degli Stati Uniti: in ballo c' è un altro miliardo di dollari.

LUIGI DI MAIO A WASHINGTON CON L AMBASCIATORE VARRICCHIO

Finmeccanica-Leonardo è poi partner di Lockheed-Martin nella produzione del famoso F-35, l' aereo da combattimento più tecnologico e più caro al mondo. I velivoli destinati alla nostra aeronautica vengono assemblati nello stabilimento di Cameri (Novara) che è in capo alla società pubblica italiana. Gli americani sono già abbastanza irritati dalla scelta del governo italiano di procedere agli ordini con il contagocce. E qui l' uomo della Casa Bianca è stato chiarissimo: «Non è un prodotto americano o italiano, ma comune, e crea lavoro italiano». Ergo, più tagliate, più si riduce il portafogli di Cameri.

 

Altro capitolo è Fincantieri, seconda società partecipata dallo Stato, specializzata in grandi navi da crociera e navi da combattimento. Restando al settore militare, Fincantieri è stata appena battuta dalla concorrenza inglese in una maxi-gara in Australia (erano 25,7 miliardi di dollari per 9 fregate). La nuova sfida è per il 2020, quando giungerà a conclusione una gara per la costruzione di 20 fregate multiruolo per la Marina degli Stati Uniti, valore di 20 miliardi di dollari.

 

donald trump matteo salvini

Fincantieri ritiene di avere buone chance: un rapporto collaudato con le autorità Usa, la reputazione di Fincantieri Marine Group, la commessa per le Littoral Combat Ships che è stata siglata nel 2004 ed è tutt' ora in esecuzione. Il lavoro verrebbe affidato a cantieri in Wisconsin e Virginia.

 

Ecco, tutto questo ora potrebbe traballare se il governo giallo-verde sceglierà di spingere verso la partnership cinese? Finora il mercato cinese ha significato un buon contratto per Finmeccanica per la vendita di eliambulanze (ultimi venduti 15 velivoli, opzionati altri 160) e un memorandum d' intesa per lo sviluppo di un jet civile a lungo raggio, il CR929.

Buone anche le prospettive per Fincantieri: due navi da crociera saranno prossimamente costruite in joint-venture a Shangai (valore 1,5 miliardi di dollari) e c' è un' opzione per costruirne altre quattro. Ma questo è un mercato in piena esplosione.

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...