salvini

L'OBIETTIVO DI SALVINI? “FAR USCIRE LA SINISTRA DALLA STANZA DEI BOTTONI” – GLI RISPONDE SABINO CASSESE: “SE QUELLA STANZA C'È, VI È ORA SEDUTO SALVINI, AL VIMINALE, CON IL CONTROLLO DEI SERVIZI SEGRETI” – “QUANTO ALL'ÉLITE E AI ‘’POTERI FORTI’’, SE SALVINI SI RIFERISCE AL VERTICE DELLO STATO, SI AUTOACCUSA, PERCHÉ ORA CI STA LUI...."

sabino cassese

Sabino Cassese per il “Corriere della Sera”

 

Il ministro dell' Interno ha dichiarato il 31 dicembre scorso al Corriere della Sera : «Per me, il grande nemico è la cosiddetta sinistra, che negli ultimi anni ha difeso soltanto le élite , i poteri forti, banche e finanza. L' obiettivo è far uscire la sinistra dalla stanza dei bottoni».

 

Dunque, per Salvini c' è una «stanza dei bottoni» nella quale sono asserragliati élite , «poteri forti», banche e finanza, difesi dalla sinistra. Stupisce che un politico avvertito (qualcuno direbbe oggi «scafato») sia prigioniero di tanto rozze mitologie e luoghi comuni.

 

matteo salvini su facebook

Già quando il leader socialista Pietro Nenni adoperò per la prima volta l' espressione «stanza dei bottoni», il suo collega di partito Lelio Basso gli fece osservare che quella stanza non esiste. Più tardi molti studiosi, tra cui il maggiore storico del fascismo, Guido Melis, hanno osservato che l' espressione è frutto di una concezione semplicistica dei meccanismi decisionali del potere. Aggiungo che, se quella stanza c' è, vi è ora seduto Salvini, al Viminale, con il controllo dei servizi segreti.

 

Quanto all' élite e ai «poteri forti», se Salvini si riferisce al vertice dello Stato, si autoaccusa, perché ora ci sta lui (salvo non voler abbandonare la forma statale e ritornare alle forme prestatali di potere pubblico, la tribù e il clan). Se, invece, si riferisce a quel migliaio di persone che vengono chiamate «servitori dello Stato» e che collaborano alla guida della complessa macchina della nostra società (per intenderci, quella élite alla quale hanno dedicato studi Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Roberto Michels, Richard Wright Mills), Salvini dovrebbe non criticarla «tout court» (infatti, è indispensabile, come un ministro dell' Interno dovrebbe aver capito), ma chiedersi piuttosto se essa è chiusa, invecchiata, sclerotica, al servizio della nazione o dei propri interessi, animata dallo spirito di corpo o dall' interesse comune.

BANKITALIA

 

Allora, prendiamoli uno per uno questi «poteri forti», queste élite (per tradizione, Consiglio di Stato, prefetti, grandi banche) e chiediamoci se sono aperti, come vi si accede, quanti sono i giovani e quante le donne, quale è la loro dedizione al servizio pubblico.

 

Il Consiglio di Stato, un corpo di un centinaio di giuristi, è tutt' altro che chiuso. Ha tre porte di accesso, dai tribunali amministrativi, da un concorso diretto, da nomina governativa. In ogni caso, occorre aver superato un concorso per merito, aperto a tutti; in alcuni casi, due concorsi. A seconda delle porte di accesso, vi si entra, in media, a meno di 40 o di 50 anni. Quasi il 20 per cento è composto da donne.

SABINO CASSESE

 

Il ministro dell' Interno non dovrebbe dubitare della dedizione dei consiglieri di Stato al servizio pubblico, visto che l' attuale governo è ricorso, molto più di quello precedente di sinistra, al loro ausilio come capi di gabinetto e degli uffici legislativi. Il corpo prefettizio è composto di circa duecento persone, anch' esse provenienti da concorsi aperti a tutti, nei quali si è selezionati sulla base delle conoscenze e delle qualità personali, e si arriva al vertice dopo aver salito i gradini della carriera di consigliere di prefettura. La metà dei prefetti sono oggi donne.

 

PALAZZO SPADA CONSIGLIO DI STATO

Un terzo dei questori promossi nel 2018 era anch' esso costituito da donne. Ogni volta che c' è un grande problema, una situazione di crisi, si fa ricorso ai prefetti: non è questo il segno che lo Stato riconosce in essi fedeli e motivati servitori dell' interesse collettivo?

Al vertice delle due più grandi banche sono oggi due cinquantenni, uno dei quali proviene dalle due più prestigiose ed egualitarie scuole francesi; l' altro, dopo ottimi studi e aver «fatto la gavetta», ha al suo attivo molte esperienze professionali e ha salito tutti gli scalini dell' azienda.

Insomma, il contrario di una élite sclerotica; l' esempio, invece, di una forte mobilità.

 

la nuova sede dei servizi segreti a roma piazza dante foto del sito degradoesquilino

Poi, al vertice di quei grandi istituti vi sono due personalità insigni, che ci invidiano all' estero, uno proveniente da quella grande «pépinière de grands commis» (vivaio di grandi amministratori) che è la Banca d' Italia, l' altro dall' università, ambedue arrivati ai vertici dopo aver fatto mille esperienze, in Italia e all' estero.

 

Ritengo che il ministro dell' Interno farebbe bene a non agitare il drappo rosso fuori dalla finestra e a porsi altre domande. Ad esempio, dove la società italiana è chiusa e settoriale (come in alcune professioni), o svantaggiata (come nel Mezzogiorno), perché l'«ascensore sociale» è tanto lento, perché non riusciamo ad avere altre élite , come si potrebbe assicurare maggiore circolazione tra di loro, che altro può farsi per assicurare l' eguaglianza dei punti di partenza.

MUSTIER MESSINA

 

matteo salvini a bormio con la polizia alpina

Per contribuire a questa sua ricerca - che temo non lo arrovellerà nei prossimi giorni - gli vorrei segnalare che un modo per evitare sclerosi burocratiche è quello di consentire l' accesso solo mediante prove aperte a tutti, in competizione: la nostra Costituzione dispone che agli uffici pubblici si accede mediante concorso. Ora, il ministro dell' Interno ha appena firmato una legge di bilancio nella quale per ben sei volte ricorre la parola «riservato». Significa che si fanno concorsi, ma che una parte dei posti è «riservata» a particolari categorie, che sono quindi favorite rispetto agli altri concorrenti, i quali si vedono precluso l' accesso a quei posti.

 

BANCA ITALIA

Se il ministro dell' Interno vuole sollevare un problema di organizzazione della nostra vita collettiva, deve farlo non agitando slogan sbagliati, che non fanno parte della tradizione della parte politica di cui è esponente e che non contribuiscono a negoziare il patto tra governo, forze politiche, istituzioni, associazioni del lavoro e dell' impresa, necessario a rimettere in moto il Paese, auspicato l' altro ieri dal direttore di questo giornale.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?