L’UE ASSOLVE VISA, MASTERCARD E AMERICAN EXPRESS PER AVER BLOCCATO I PAGAMENTI VERSO WIKILEAKS: NON C’è STATA VIOLAZIONE DELLA CONCORRENZA - IL BOICOTTAGGIO SAREBBE COSTATO AL SITO 50 MLN $ - ASSANGE, CHE COMUNQUE VIENE CRITICATO ANCHE DAI SUOI PER LA GESTIONE NON TRASPARENTE DEI FONDI DI WIKILEAKS, ACCUSA LA DESTRA AMERICANA DI AVER FATTO PRESSIONE SULLE AZIENDE DELLE CARTE DI CREDITO…

Claudia Leonardi per "La Stampa.it"

Una prima dichiarazione che arriva dall'Unione Europea sembra assolvere Visa, Mastercard e American Express per il blocco delle donazioni verso Wikileaks. Nel dicembre 2010, le filiali europee delle principali fornitrici di carte di credito, strumento quasi indispensabile per chi voglia effettuare pagamenti online, avevano unanimemente interrotto il flusso di denaro verso il sito spiffera segreti, dopo la pubblicazione di migliaia di documenti diplomatici riservati. Un boicottaggio che sarebbe costato 50 milioni di dollari e avrebbe bloccato il 95% degli introiti dal Vecchio Continente, secondo il fondatore di Wikileaks, Julian Assange.

La società DataCell, che si occupava di raccogliere fondi per il sito, denunciò i tre gruppi nel luglio 2011, per violazione delle regole comunitarie in materia di concorrenza. Stando però alle affermazioni di un portavoce della Commissione europea, riportate dall'agenzia Reuters, l'Europa non ravvisa gli estremi per sanzioni e il "reclamo non merita ulteriori indagini in quanto è improbabile che si possa stabilire una violazione delle regole di concorrenza". Non è ancora una sentenza definitiva, secondo il portavoce, ma certamente ne ha tutta l'aria.

Se il dolo da parte delle società di carte di credito non c'è stato, è fuori di dubbio che per Wikileaks ci sia stato il danno. Il sito di Assange non ha potuto raccogliere donazioni con carte di credito fino a questa estate, quando, grazie all'intermediazione della francese Carte Bleu, che opera tramite Visa e Mastercard a livello globale, le è stato possibile aggirare la cortina intorno a sé.

A dire il vero, negli ultimi tempi sono sorte numerose polemiche, anche tra i sostenitori, sul modo in cui Wikileaks usa i propri finanziamenti. Il gruppo di hacker Anonymous, da subito al fianco di Assange, ha recentemente preso le distanze, accusando il fondatore del sito di scarsa trasparenza e di usare il denaro raccolto per le cause penali a suo carico.

In ogni caso, il fondatore di Wikileaks ha già reagito a modo suo alle dichiarazioni europee. Sul sito sono apparsi documenti che proverebbero, secondo Assange, il ruolo di esponenti della destra statunitense nella decisione delle carte di credito di chiudere i rubinetti. Si tratterebbe di Joseph Lieberman, senatore indipendente, e del rappresentante repubblicano Peter King.

"Non c'è sovranità senza sovranità economica" ha dichiarato il fondatore di Wikileaks, che ha aggiunto: "è preoccupante il fatto che elementi di estrema destra negli Stati Uniti siano stati in grado di fare pressione su Visa e MasterCard, che detengono il monopolio sul mercato europeo, per l'introduzione di un blocco che il Tesoro degli Stati Uniti ha, invece, giustamente respinto". Secondo Assange, saremmo di fronte a un'autentica interferenza "con le libertà politiche ed economiche dei consumatori dell'UE", un pericoloso "precedente per la censura politica dei mezzi di comunicazione del mondo".

 

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