zelensky ucraina

L'UE SI SPACCA PURE SULLA GITA DEI TRE PREMIER A KIEV - I LEADER DI POLONIA, REPUBBLICA CECA E SLOVENIA SONO ANDATI IN UCRAINA PER INCONTRARE IL PRESIDENTE ZELENSKY, MA BRUXELLES NON L'HA PRESA BENE: NON C'ERA ALCUN MANDATO E IL CONSIGLIO UE AVEVA SUGGERITO DI EVITARE IL VIAGGIO - INTANTO MOSCA SBATTE LA PORTA IN FACCIA A BIDEN E TRUDEAU, VIETANDO AI DUE L'INGRESSO IN RUSSIA - PUTIN SANZIONA ANCHE "SLEEPY JOE", SUO FIGLIO, LA CLINTON E BLINKEN...

1 - TRE LEADER UE ENTRATI A KIEV «LA VOSTRA LOTTA È LA NOSTRA». MA BRUXELLES RESTA FREDDA

Manila Alfano per “il Giornale

 

Mateusz Morawiecki

I momenti drammatici e la tensione che emerge anche nelle questioni che potrebbero essere le più semplici: quello dei premier in visita a sostegno dell'Ucraina doveva essere un segnale da inviare ma sta diventando l'ennesimo caso di spaccatura interna alla Ue.

 

Il premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, si sono recati ieri a Kiev per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa «andranno a Kiev come rappresentanti del Consiglio europeo, per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro Denys Chmygal», si legge nella nota del governo polacco. «La tua lotta è la nostra lotta e insieme vinceremo» ha detto Jansa.

 

Petr Fiala

«Lo scopo della visita è confermare l'inequivocabile sostegno dell'intera Unione Europea alla sovranità e all'indipendenza dell'Ucraina e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini».

 

«Dobbiamo fermare questa tragedia al più presto» ha aggiunto Morawiecki. Il vicepremier polacco, Yaroslav Kaczynski, ha proposto di inviare una missione Nato o una missione internazionale più ampia in Ucraina «per portare aiuti e pace» ma che sia «in grado di difendersi».

 

Janez Jansa

Eppure la Ue resta fredda sul viaggio a Kiev dei primi ministri partiti in treno. Obiettivo dei tre leader: rendere visibile anche sul piano personale il sostegno alla popolazione ucraina. Il premier polacco aveva indicato che la visita era stata concordata con la Ue e che l'iniziativa era in rappresentanza dell'Unione. In realtà il Consiglio è stato informato dell'iniziativa, ma non c'è alcun mandato europeo affidato ai tre leader nazionali. Di qui la freddezza del Consiglio.

 

ursula von der leyen e charles michel

Un alto funzionario del Consiglio Ue ha indicato che il presidente Charles Michel era stato informato la settimana scorsa da Morawiecki del viaggio a Kiev e che aveva fatto presente i rischi per la sicurezza.

 

Anche il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, è giunto in visita a Kiev, mentre il commissario europeo all'Ambiente, il lituano Virginijus Sinkevicius, si è recato a Leopoli in Ucraina in solidarietà con la popolazione.

 

maria zakharova

«Sono in Ucraina perché non ho paura. Uomini e donne in Ucraina non hanno paura dei ricatti e delle minacce del Cremlino, lituani ed europei non ne hanno paura. Psicologicamente l'Ucraina ha già vinto questa guerra. Ora dobbiamo aiutarla tutti a vincere sul campo», ha scritto il commissario in un post.

 

Intanto si combatte anche con le sanzioni. La nuova lista nera arriva a 370 nomi in più, se si includono una ventina di politici, funzionari e figure del business bielorussi. E porta a oltre 1000 il totale d'individui, entità, aziende e filiali russe colpite dal governo Tory di Boris Johnson dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina.

 

putin zelensky biden

Fra i russi, entrano a far parte dell'elenco dei sanzionati britannici pure il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, e quella del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, bollati come megafoni della «disinformazione» e della propaganda del «regime di Putin»; oltre a familiari di oligarchi e politici «alleati» del presidente russo.

 

justin trudeau

Colpita inoltre la Internet Research Agency, che Londra definisce «famigerata fabbrica russa di troll». Liz Truss, ministra degli Esteri di Johnson, ha formalizzato l'iniziativa precisando che la corsa alle sanzioni, calibrata di concerto con gli alleati, non si fermerà qui grazie agli strumenti normativi resi disponibili dall'approvazione finale al Parlamento di Westminster della riforma legislativa del cosiddetto Economic Crime Act.

 

Sono 15 persone in più e 9 entità i nuovi soggette inclusi nelle sanzioni Ue sull'invasione russa all'Ucraina pubblicate ora nella Gazzetta ufficiale europea. L'agenzia Tass riferisce che Mosca ha vietato al presidente degli Starti Uniti Joe Biden di entrare in Russia e vieta l'ingresso anche al premier canadese Justin Trudeau.

 

2 - ZELENSKY: AMMETTIAMOLO, NON ENTREREMO NELLA NATO. E MOSCA IMPONE LE SANZIONI ANCHE A BIDEN E BLINKEN

Estratto dell'articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera

 

«È chiaro che l'Ucraina non è un membro della Nato. Lo capiamo questo. Per anni abbiamo sentito parlare di presunte porte aperte, ma abbiamo sentito dire che non possiamo entrarci. E questo è vero, e dobbiamo ammetterlo».

 

volodymyr zelensky al congresso usa 1

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky interviene in video collegamento all'incontro della Uk Joint Expeditionary Force (Jef), il gruppo di lavoro guidato dal Regno Unito lanciato al vertice Nato in Galles nel 2014, composto dalle forze armate britanniche e da nove nazioni partner: Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Islanda.

 

[…]

 

joe biden

La Nato anche ieri ha confermato il sostegno all'Ucraina attraverso «equipaggiamento militare e assistenza finanziaria e umanitaria» e ha ribadito il «diritto fondamentale all'autodifesa» di Kiev. Per ora sono le sanzioni e le contro-sanzioni a prevalere sul dialogo tra Russia e Occidente. Il quarto pacchetto dell'Ue è entrato in vigore ieri così come quello della Gran Bretagna.

 

Anthony Blinken

Mosca ha risposto al pacchetto di misure del G7 sanzionando il presidente Usa Joe Biden, il segretario di Stato Antony Blinken e il capo del Pentagono Lloyd Austin, il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, la portavoce Jen Psaki, il capo della Cia William Burns e il capo degli Stati Maggiori Riuniti, Mark Milley. Anche il figlio Hunter Biden e Hillary Clinton sono finiti nella lista.

 

«Nessuno di noi sta programmando viaggi in Russia o ha conti correnti bancari in Russia, quindi andiamo avanti», ha risposto Psaki a una domanda sulle misure russe. Il presidente Biden verrà invece in Europa la prossima settimana per partecipare giovedì a Bruxelles al vertice Nato straordinario e al Consiglio europeo con l'obiettivo di riaffermare l'impegno «ferreo» degli Stati Uniti verso gli alleati. E annuncerà anche aiuti militari per 800 milioni di dollari all'Ucraina. Nella lista nera di Mosca ci sono anche 313 cittadini canadesi tra cui il premier Justin Trudeau e le ministre degli Esteri e della Difesa, Melanie Joly e Anita Anand.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO