LA SCALATA DELLA FELPA ROSSA – LANDINI PUNTA A PRENDERE IL POSTO DELLA CAMUSSO NEL 2018 – PER CONQUISTARE LA CGIL CAMBIERÀ LE REGOLE, ALLA RICERCA DI UN PLEBISCITO DEI LAVORATORI

1. MOVIMENTI E NUOVE REGOLE: ECCO IL PIANO DEL LEADER FIOM PER DARE LA SCALATA ALLA CGIL

Roberto Mania per “la Repubblica

 

Scalare la Cgil. Maurizio Landini, 53 anni, leader della Fiom, promuoverà sì la “coalizione sociale” per dare rappresentanza politica al lavoro e aggregare un’area del dissenso sociale di sinistra, ma il suo vero obiettivo è diventare il segretario generale della Cgil nel 2018, quando scadranno sia il suo mandato tra i metalmeccanici sia quello di Susanna Camusso al vertice della confederazione. Ecco perché continua a ripetere che intende fare il sindacalista. Nel 2018 sono previste anche le elezioni politiche ma questa potrebbe, alla fine, essere solo una coincidenza.

 

felpa fiom landinifelpa fiom landini

Tra tre anni Landini se ne andrà, per statuto, dalla Fiom, non prima. Ma intanto dovrà cominciare a giocarsi la partita per salire al quarto piano del palazzo di Corso d’Italia 25, dove c’è l’ufficio del segretario generale della Cgil. Partita lunga e difficile perché nei prossimi due anni cambieranno molti dei grandi elettori cigiellini. Ci sarà un riassetto del gruppo dirigente con il ricambio del segretario generale in molte categorie, dalla scuola ai trasporti; dagli edili alla scuola. Un turnaround, anche generazionale, che potrebbe, ma non è scontato, favorire la scalata di Landini.

 

Di certo, al netto dei prevalenti meccanismi di cooptazione, cambierà la geografia della Cgil rispetto a quella disegnata più o meno un decennio fa. E, visto che entro l’anno dovrebbe tenersi la conferenza d’organizzazione, potrebbero essere modificate anche le regole per l’elezione del segretario generale: oggi lo fanno i gruppi dirigenti, domani potrebbe esserci un qualche coinvolgimento diretto degli iscritti, oppure dei delegati di base eletti dai lavoratori.

 

felpa fiom camusso landinifelpa fiom camusso landini

Escluso che la Cgil possa introdurre le primarie che Landini aveva proposto. Certo se lo facesse spianerebbe la strada al leader della Fiom che non avrebbe rivali, come ammettono in molti anti-landiniani dell’apparato sindacale. A parte la Camusso, Landini è l’unico altro leader della Cgil. Venerdì scorso, lui metalmeccanico, è stato invitato a Mestre in un’assemblea in vista delle prossime elezioni per le Rsu nel pubblico impiego. È finita con gli impiegati pubblici a fare i selfie con Landini e a chiedergli gli autografi. Sergio Cofferati, che dopo l’uscita dal Pd sta dando vita a un’associazione politica molto compatibile con il progetto della “coalizione sociale” sostiene che già oggi Landini dovrebbe fare il segretario della Cgil.

 

felpa fiom  landinifelpa fiom landini

L’insistenza con cui Landini chiede il rinnovamento del sindacato con maggiore trasparenza, partecipazione e democrazia ha natura politica e strategica ma è anche tattica. Perché una semplificazione delle regole affidando un ruolo pure agli iscritti favorirebbe la sua scalata di sindacalista con venature populiste.

 

In tutti i casi molto dipenderà dal ruolo che vorrà giocare Susanna Camusso: scegliere il suo successore come fecero sostanzialmente Cofferati con Guglielmo Epifani e quest’ultimo con la Camusso oppure fare un passo indietro e lasciare “libertà di voto”, come fece a suo tempo Bruno Trentin? Ad oggi si dice che la Camusso abbia qualche preferenza per Serena Sorrentino (classe 1978), napoletana, segretaria confederale dal 2010, responsabile delle politiche del lavoro, rigorosa, ma assai meno carismatica di Landini e senza l’esperienza di aver guidato una categoria della Cgil.

 

Nella sua scalata, Landini cercherà di mantenersi all’interno della maggioranza della Cgil. Era minoranza al congresso dello scorso anno. Perse. Ma proprio l’arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi e la sfida che da lì è partita al sindacato ha ricomposto l’unità della Cgil. I Direttivi della confederazione ormai si concludono sempre con un voto pressoché unanime, salvo qualche distinguo nel dibattito e quegli equilibrismi conclusivi che solo i sindacalisti sono in grado di inventare. Per esempio tutta la Cgil è a favore della raccolta delle firme per una legge per un Nuovo Statuto dei lavoratori, non tutto il gruppo dirigente è favore del referendum abrogativo sul Jobs Act, che invece chiede la Fiom di Landini. È passata la linea che “non esclude” il ricorso al referendum.

landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10

 

Landini intanto continuerà a far politica. Perché la sua Fiom, nella quale pesa non poco il pensiero del suo predecessore Gianni Rinaldini, è un sindacato-movimento, un ibrido di sinistra, un ircocervo sociale che sta insieme ai movimenti di base, ai No Tav, ai difensori dei beni comuni, alla Rete degli studenti. E che già da tempo collabora con l’associazionismo che va da Libera di Don Ciotti ad Emergency di Gino Strada.

 

All’ultimo congresso per loro e Stefano Rodotà è stata standing ovation. Ed è a partire da loro che l’assemblea dei circa 600 delegati di fabbrica della Fiom venerdì e sabato getterà le basi a Cervia della “coalizione sociale” evoluzione dal basso dell’appello “La via maestra” a difesa della Costituzione firmato nel settembre del 2013 oltre che da Landini dalla costituzionalista Lorenza Carlassare, da Don Ciotti, da Rodotà e l’ex giudice costituzionale Gustavo Zagrebelsky. La Fiom sarà il soggetto promotore, l’aggregatore. Non precisamente il mestiere del sindacato.

 

 

2. ALTRO CHE TSIPRAS IL PARTITO DI LANDINI SERVIRÀ SOLTANTO A RENZI

Vittorio Feltri per “il Giornale

 

Landini fonda o non fonda un nuovo partito alla sinistra del Pd? Un giorno sembra di sì e il giorno dopo sembra di no. In attesa di capire cosa succederà, ricordiamo al capo della Fiom che dai ruderi di un sindacato difficilmente può nascere una fresca iniziativa politica e in grado di intercettare i malumori dei ceti meno abbienti. Però un tentativo non è vietato, a patto che l'animatore del progetto tenga presente un particolare: esistono già movimenti che occupano l'area rossa senza saperla sfruttare. Ci riferiamo al Sel di Vendola e ai rimasugli di Rifondazione comunista che faticano a sopravvivere.

MAURIZIO LANDINI operai delle acciaierie terni in corteo a roma, feriti in scontri con polizia 31 MAURIZIO LANDINI operai delle acciaierie terni in corteo a roma, feriti in scontri con polizia 31


Ormai la sinistra meno disastrata si aggira nelle vicinanze di Renzi a cui cerca, talvolta riuscendoci, di rompere le scatole. Landini è depositario di vecchie idee, di nicchia, ma sempre di moda in alcuni ambienti. Egli poi è personaggio, sa stare in tivù con disinvoltura, buca il video e si fa notare anche per mancanza di buona educazione: quando prende la parola non gliela toglie più nessuno, non fa pause e sovrappone la propria voce a quella di altri ospiti, soffocandola. Non gli mancano prontezza di riflessi e faccia di tolla. Insomma, ha le caratteristiche per essere apprezzato da una discreta fetta di pubblico.
 

Però esistono molti però. Gli estremisti di sinistra, tanto per cominciare, nel loro piccolo sono nella stessa situazione della destra. Hanno potenzialmente un vasto elettorato, ma non ce la fanno ad acchiapparlo per colpa loro: si sono spezzettati e hanno perso credibilità. La coalizione berlusconiana invece è stata affettata. La prima fetta l'ha tagliata Casini, la seconda Fini, la terza Alfano e la quarta è in procinto di tagliarla Fitto. Cosicché il salame è quasi esaurito. A Forza Italia è rimasto il culetto. Renzi dispone ancora di un salamone, per ora. Ma c'è qualche dem che già affila i coltelli. Ad esempio Civati e Cuperlo, per citare due nomi. Se Landini fosse all'altezza di persuaderli a dare inizio all'affettamento, e lui stesso persuadesse la base, la più nostalgica della falce e martello, a seguirlo qualcosa di serio accadrebbe di sicuro.
 

crozza in versione landini e camusso dimartedicrozza in versione landini e camusso dimartedi

Con una valutazione un tanto al chilo, la sua creatura avrebbe l'opportunità di aggiudicarsi un dieci per cento di voti. Non è poco, sufficiente a raggrumare sotto una unica sigla tutti i massimalisti di risulta. Non c'è dubbio: si tratterebbe di una operazione-chiarezza di cui si gioverebbe l'intero schieramento oggi genericamente di sinistra. Ma attenzione: se si realizzasse, il più felice sarebbe proprio Renzi, che si leverebbe dai piedi un gruppo di scocciatori e avrebbe facoltà di aprire le porte del Pd a un numero imprecisato di moderati attualmente senza tetto perché la casa delle libertà, edificata da Berlusconi, è stata danneggiata dai suddetti Casini, Fini, Alfano.

Landini Maurizio Landini Maurizio


A questo punto la mappa dei partiti sarebbe così composta: un Pd socialdemocratico tra il 30-35 per cento; un centrodestra restaurato (previsione ottimista) intorno al 20-25 per cento; una Lega circa del 15; un Landini con la dote del 10 e il resto mancia, per i pentastellati declinanti. È evidente che per costituire una maggioranza Renzi e Berlusconi sarebbero poi obbligati ad accordarsi, altrimenti scoppierebbe il caos. Comunque il segretario della Fiom avrebbe il suo partito di incazzati e raggiungerebbe l'orgasmo, come è avvenuto in passato a vari sindacalisti saltati in politica per ragioni alimentari: Cofferati, D'Antoni, Marini, Epifani, Damiano e perfino Polverini.


Non attribuiamo a Landini la forza di aggregare consensi bastanti per diventare il leader di un movimento del tipo di Podemos (Spagna) e di Tsipras (Grecia): non ci pare che l'Italia sia in condizioni di farsi trascinare in avventure simili. Ma non si sa mai.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...