LECORNU MANGERÀ IL PANETTONE? – NUOVA CRISI PER IL TRABALLANTE GOVERNO FRANCESE: IL PARLAMENTO HA BOCCIATO LA TASSA SUI SUPER-MILIARDARI, CHE VENIVA CONSIDERATA “IRRINUCNIABILE” DAI SOCIALISTI – IL PREMIER HA OTTENUTO TEMPO CONCEDENDO L’AUMENTO DELLE PENSIONI E DEGLI AIUTI SOCIALI PER IL 2026, FOTTENDOSENE DELLA SITUAZIONE DISASTROSA DEI CONTI PUBBLICI. MA ENTRO NATALE VA APPROVATA LA LEGGE DI BILANCIO…
Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
L’ultimatum è scaduto, la famigerata tassa Zucman sui super-miliardari considerata come irrinunciabile dai socialisti è stata respinta, eppure al termine di una giornata di dibattiti furiosi in parlamento il premier Lecornu conquista ancora un po’ di tempo, concedendo l’aumento delle pensioni e degli aiuti sociali per il 2026.
Non è detto che basterà per calmare la rabbia della sinistra e approvare la legge di bilancio entro Natale, che è l’obiettivo minimo chiesto dal presidente Emmanuel Macron. Ma intanto il governo dovrebbe sopravvivere per un’altra settimana, e poi si vedrà.
EMMANUEL MACRON ALLE PRESE CON LECORNU - MEME BY EMILIANO CARLI
Di giornate drammatiche come quella di ieri il sistema politico dovrà sopportarne altre ancora, se l’unica, debole, relativa maggioranza parlamentare si forma solo nella volontà di evitare le elezioni anticipate. Il voto per una nuova Assemblea è invocato dalle ali estreme — la sinistra radicale della France Insoumise e l’estrema destra del Rassemblement national — a voce sempre più forte, e gli insoumis ripetono che «anche Macron se ne deve andare, votiamo pure per l’Eliseo, e subito».
Ma «sono pronti a tutto, i macronisti si venderanno pure la madre per non andare alle urne», dice con aria disgustata il presidente del partito lepenista Jordan Bardella, secondo il quale ormai «il vero premier è il segretario socialista Olivier Faure, non Lecornu» schiavo delle richieste del Ps (anche se la tassa Zucman è stata bocciata).
[…] Per settimane politici ed economisti si sono accapigliati sulla tassa Zucman, bandiera della sinistra, così chiamata dal nome del ricercatore che propone di tassare del 2% i patrimoni dei 1.800 francesi padroni di beni superiori a 100 milioni di euro.
[…] Ma proprio nel momento in cui lo stesso premier Lecornu invoca ancora di più una specie di approccio «tecnico», come nell’Italia di qualche anno fa, per salvare la Francia dal baratro economico, ecco paradossalmente il grande ritorno della politica e della tradizionale frattura tra destra e sinistra: alla tassa Zucman si chiedeva intanto di funzionare, e anche su questo non c’era accordo.
sebastien lecornu emmanuel macron
Ma è stata respinta anche e soprattutto per il grande ritorno dell’ideologia. Zucman ha insegnato alla London School of Economics, a Berkeley e adesso alla Normale di Parigi, e l’opportunità della sua tassa è sostenuta da sette premi Nobel per l’economia (Acemoglu, Akerlof, Banerjee, Duflo, Johnson, Krugman, Stiglitz).
Eppure la misura non solo è stata bocciata dalla destra — il che è ovviamente legittimo —, ma anche derisa, giudicata «una follia», «non funzionerà mai», «l’arrivo dei soviet a Parigi», «un esproprio controproducente». La nuova cultura del compromesso, formula magica evocata in ogni intervento in aula, sembra ancora molto lontana.



