LELE MORA IN LIBERTÀ - DOPO 13 MESI SCARCERATO PER “GRAVE STRESS PSICOFISICO, È DEPRESSO E HA PERSO 50 CHILI” - PER IL GIUDICE “NON PUÒ REITERARE IL REATO, ESSENDO UN UNICUM NELLA SUA CARRIERA DEVIANTE” - MORA: “VITTIMA DEL MIO STILE DI VITA, MI IMPEGNERÒ A RISARCIRE PER COME POSSO I CREDITORI DEL FALLIMENTO” - SARÀ AFFIDATO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI…

1 - INCHIESTA MORA: TALENT SCOUT SCARCERATO
(ANSA) - Lele Mora, il talent scout arrestato il 20 giugno dell'anno scorso per bancarotta, è stato scarcerato oggi con un provvedimento del giudice di sorveglianza che ha accolto una richiesta della difesa formulata in base alla cosiddetta legge Simeone che ha regolamentato le misure alternative.

Il giudice della Sorveglianza di Milano Roberta Cossia nello scarcerare Lele Mora, ha accolto un'istanza di affidamento in prova ai servizi sociali richiesta in via d'urgenza in base alla legge Simeone dai difensori del talent scout, gli avvocati Gianluca Maris e Nicola Avanzi.

Il provvedimento preso oggi dal magistrato è di fatto anticipatorio della decisione di affidamento in prova ai servizi sociali, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, e prevede la sospensione della pena e la rimessa in libertà. Inoltre il provvedimento richiede la sussistenza di un grave pregiudizio che il giudice ha individuato in una grave situazione di stress psicofisico in quanto il talent scout, in carcere da oltre un anno, è dimagrito 50 chili ed è depresso.

2 - GIUDICE, GRAVE STRESS PSICOFISICO
(ANSA) - Il giudice di sorveglianza di Milano Roberta Cossia, che oggi ha scarcerato Lele Mora accogliendo un'istanza avanzata dalla difesa in base alla legge Simeone, ha condiviso una consulenza medica nella quale è stato evidenziato che il talent scout è in una grave situazione di stress psicofisico. Situazione che ha indotto il magistrato a rimettere in libertà l'ex agente dei vip il quale da quando è entrato a Opera è dimagrito di 50 chili e ora è anche depresso.

Il giudice Cossia ha rilevato, in base a un parere medico di parte, "una situazione di evidente compromissione delle condizioni fisiche del condannato", che da quando è stato arrestato è dimagrito di 50 chili, "siano soprattutto psicologiche" a causa di disturbi di tipo depressivo. Inoltre, il magistrato di sorveglianza ha condiviso il parere medico di parte in base al quale Mora è affetto da severe patologie che non possono "non essere compromesse dalla situazione di indubbio stress emozionale rappresentato dalla prosecuzione della detenzione carceraria" destinata a peggiorare la situazione.

E pertanto ha bisogno di cure specialistiche adeguate "in un ambiente idoneo". Il giudice lo ha quindi rimesso in libertà ritenendo che "la protrazione della detenzione possa arrecare grave pregiudizio" a Lele Mora, che inoltre "appare" non essere in grado di reiterare il reato "visto il contesto in cui è stato commesso, essendo peraltro un unicum" nella sua "carriera deviante".

3 - L'EX AGENTE, IO VITTIMA DEL MIO STILE DI VITA
(ANSA) - Lele Mora, il talent scout scarcerato oggi, nel colloquio avuto ieri in carcere a Opera con il giudice di sorveglianza Roberta Cossia, si è assunto "totalmente la responsabilità dell'illecito commesso" attribuendolo come lui stesso ha spiegato, "'ad un modo di vivere e ad un mondo di cui io stesso sono stato, alla fine vittima'". E' un passaggio del provvedimento del giudice Cossia che oggi ha rimesso in libertà Mora accogliendo l'istanza di sospensione dell'esecuzione della pena avanzata dalla difesa assieme alla domanda di affidamento in prova ai servizi sociali.

Ieri l'ex agente dei vip ha inoltre dichiarato al magistrato di sorveglianza di essere "intenzionato (...) a predisporre (...) un piano risarcitorio allo scopo di soddisfare - si legge nel provvedimento - per quanto possibile i creditori del fallimento". Oltre a ciò come era già emerso tempo fa, Mora ha intenzione di svolgere attività di volontariato presso la comunità Exodus "avendo ricevuto la disponibilità di don Mazzi in tal senso, attività che avrebbe la valenza - scrive il giudice - di integrare e soddisfare le sue esigenze di cambiamento di vita". L'ex agente è stato condannato definitivamente per bancarotta fraudolenta a 4 anni e 3 mesi di reclusione ed ha una pena residua da espiare inferiore ai 3 anni. E' inoltre imputato, insieme a Emilio Fede e Nicole Minetti, nel processo milanese sul caso Ruby.

 

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