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AJO, OJO E CAMPIDOGLIO – LETTA, SASSOLI, GENTILONI: IL PARTITO DEMOCRATICO SOGNA UN BIG PER LA CANDIDATURA A SINDACO DI ROMA, MA NESSUNO VUOLE IMPELAGARSI NELLA CAPITALE – LA MOSSA DELLA RAGGI (E DI GRILLO) SPIAZZA BETTINI, CHE SECONDO I RENZIANI AVEVA GIÀ PRONTO IL PIANO: ZINGARETTI AL GOVERNO CON IL RIMPASTO E SPARTIZIONE DI REGIONE E COMUNE CON IL M5S – SALVINI RIPROVA CON CATTANEO, CHE HA GIÀ DECLINATO L’INVITO…

VIRGINIA RAGGI E LA PROBOSCIDE

1 - PRESSING DEM SU LETTA E SASSOLI OPPURE PRIMARIE ENTRO NATALE

Carlo Bertini per “la Stampa”

 

«Fino alle regionali è tutto sospeso», spiega chi ha voce in capitolo ai vertici del Pd, «perché potrebbero finire con una gran botta o con un successo. E in entrambi i casi le cose potrebbero cambiare. Magari anche a Roma».

 

Quel che oggi pare impossibile, un'alleanza capitolina tra i Pd e 5stelle, domani potrebbe trovare nuova linfa. Senza Raggi ovviamente. Non che i Dem ci sperino troppo, ma basta questo ragionamento per far capire il mare procelloso in cui si dimenano. Perché finora hanno ricevuto porte in faccia dai vari big. Ma domani chissà. «Prima o poi arriva il momento di misurarsi con la prova elettorale», dicono gli uomini di Nicola Zingaretti. Convinto che tutto si deciderà dopo il 20 settembre, a urne chiuse.

Bettini e Zingaretti

 

I big si chiamano fuori

Da un mese il concistoro del Nazareno è alla ricerca di un big disposto a sfidare la destra a Roma che possa mettere d'accordo tutti, dai grillini alla sinistra radicale. Racconta uno dei più influenti sherpa che finora hanno detto tutti di no e che così facendo si finirà col dover tenere le primarie entro Natale.

 

PAOLO GENTILONI DAVID SASSOLI

I pezzi grossi del Pd hanno infatti già provato a sondare le personalità più accreditate. Il nome di Paolo Gentiloni, è fuori dai giochi: non potrebbe mollare il prestigioso incarico di commissario Ue ad un anno dalla sua investitura. Diverso è per David Sassoli: il suo mandato di presidente del Parlamento europeo scade dopo due anni e mezzo e per candidarsi dovrebbe dimettersi sei mesi prima del termine.

 

MICHELA DI BIASE E DARIO FRANCESCHINI

Riflettori puntati, ma lui ha già fatto sapere che non vuole. «Per ora dicono tutti così», commentano al Nazareno. Dove pure il no di Enrico Letta viene considerato non definitivo. Chi lo conosce non si illude. «Faccio altre cose, non sono interessato e non sono romano», ha tagliato corto. Non sarà però per lui così facile sottrarsi, a sentire l'aria che tira dalle parti di Zingaretti.

 

Primarie entro Natale

Di fronte a sondaggi tutti negativi prendono corpo le primarie, che i vertici Dem escludono nel caso di discesa in campo «a furor di popolo» di qualche big. Viceversa, entro dicembre saranno aperti tavolini e gazebo e la parola passerà ai romani.

 

Già c'è una rosa di nomi: tra tutti spicca quello della consigliera capitolina Michela De Biase, moglie di Dario Franceschini. Segue Roberto Morassut, sottosegretario all'Ambiente vicino a Zingaretti. E la presidente del primo municipio, Sabrina Alfonsi. Spunta anche il leader dei ragazzi del Cinema America, Valerio Carocci.

 

ZINGARETTI CALENDA SIMBOLO PD EUROPEE

Carlo Calenda invece pare fuori dai giochi, «ne spara una al giorno contro di noi», notano i suoi ex compagni di partito. Malgrado tutto, Zingaretti e compagni non disperano. Il ballottaggio alle comunali consente una convergenza, «perché la sfida sarà tra noi e il centrodestra», scommettono i Dem, che danno i grillini in caduta libera sotto il 10%.

 

Ma poi c'è tutto un altro film che gira: i renziani sospettano un piano a opera di Goffredo Bettini per un accordo Pd-5Stelle così congegnato: Zingaretti entrerebbe nel governo con il rimpasto e Regione Lazio e Comune di Roma andrebbero insieme al voto in maggio. Con un candidato come la grillina Roberta Lombardi alla Regione e uno del Pd nella Capitale. «Se il Pd vuole accordarsi con i 5stelle auguri, noi non ci stiamo», dice Luciano Nobili. In tal caso ci sarebbe un fronte di liste civiche con Carlo Calenda candidato e qualcuno fa il nome del capo della Polizia, Franco Gabrielli...

 

VIRGINIA RAGGI MICHELA DI BIASE

2 - IL CENTRODESTRA STA SONDANDO L'IPOTESI CATTANEO

Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

 

Adesso l'occasione per il centrodestra diventa ghiotta. La ricandidatura di Virginia Raggi divide il fronte degli avversari e il Campidoglio sembra un obiettivo a portata di mano, se non fosse per un particolare: Lega, Fdi e Fi non hanno un candidato e tutto verrà deciso solo dopo le regionali, ovviamente anche sulla base dei risultati di quel voto.

IL FOTOMONTAGGIO DI SALVINI MELONI E TAJANI CON UN MALATO DI CORONAVIRUS

 

La questione, raccontano, era stata affrontata durante il vertice di qualche settimana fa tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, con Silvio Berlusconi in video-collegamento: definite le candidature per regionali e amministrative, si era deciso di tenere fuori Roma e Milano dalla trattativa.

 

giulia bongiorno matteo salvini

Mariastella Gelmini, capogruppo Fi alla Camera, non ha dubbi: «I romani alla notizia della ricandidatura della Raggi sudano freddo. I cittadini le notificheranno lo sfratto». Il punto, però, è capire a chi toccherà indicare il candidato. In Fi qualcuno vedrebbe bene proprio la leader di Fdi, ma Meloni non intende essere della partita, come ribadisce anche Ignazio La Russa: «Giorgia è totalmente impegnata alla guida di Fdi e, per quello che so, non potrà davvero farsi carico anche di questa responsabilità».

 

flavio cattaneo

Anche per questo fino a qualche mese fa Salvini puntava a mettere un suo nome al Campidoglio, magari Giulia Bongiorno, lasciando a Meloni il candidato per la regione Lazio. Ma Fdi è cresciuto tantissimo nei sondaggi e il voto di settembre potrebbe anche rafforzare la tendenza.

 

fabio rampelli

«Meloni vorrà esprimere il candidato a Roma», dice un dirigente del centrodestra. Fabio Rampelli, Fdi, vice-presidente della Camera, è uno dei nomi che girano, ma è ritenuto «troppo di destra» dagli alleati. Salvini avrebbe sondato Flavio Cattaneo, vicino alla Lega ma con buoni rapporti anche in Fdi: «Se accettasse, sarebbe un ottimo candidato», dice La Russa. «Ma magari lo vedo più per Milano che per Roma. In ogni caso decideremo dopo le regionali». Quando Meloni potrbebe avere ancora pià peso.

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