1. LIBRO MADRON/BISIGNANI, ATTO QUARTO. LE TIRCHIERIE DI AGNELLI, LE AMICIZIE DI LADY FINI CON I GHEDDAFI, CUCCIA E IL GOVERNATORE DI BANKITALIA IN VERSIONE HOT 2. “BERLUSCONI INCONTRÒ SLIM E FECE IL BAUSCIA. SOGNA UN RUOLO PER ALFIO MARCHINI” 3. “CUCCIA DA GIOVANISSIMO SI FECE PORTARE IN UN BORDELLO POLACCO, L’EX GOVERNATORE DI BANKITALIA BAFFI SI ERA INFILATO IN UN TAXI CON UN TRAVESTITO FILIPPINO” 4. “I PREZIOSI REGALI RICEVUTI DA PRODI PREMIER FINIRONO NELLA SEDE DEI SERVIZI SEGRETI” 5. “MONTI CERCAVA DISPERATAMENTE ENTRATURE IN VATICANO TRAMITE FEDERICO TONIATO” 6. “MAURO MASI IL PIÙ TALENTUOSO SCIUPAFEMMINE. IN RAI COME UN TOPO NEL FORMAGGIO” 7. “LA TULLIANI ERA AMICA DI GHEDDAFI JR. IL RAISS SI INVAGHÌ DELLA PRESTIGIACOMO”

Franco Bechis per "Libero"

Faccendiere. Piduista. Piquartista. Uomo dei servizi. Promotore di carriere ovunque: politica, finanza, forze armate, perfino Vaticano. Certamente giornalista. Di Luigi Bisignani - Luigino per i potenti della prima Repubblica, Gigi per gli amici che gli sono rimasti - si è scritto, detto e intercettato di tutto. Paolo Madron, direttore di Lettera 43, ha trovato una chiave nuova, azzeccata: L'uomoche sussurra ai potenti, e ne ha fatto uno straordinario libro-intervista (324 pp, Chiarelettere, 13 euro) per raccontare «trent'anni di potere in Italia fra miserie, splendori e trame mai confessate ».

Un racconto ricco di inediti, di ritratti al curaro e di retroscena passati e quasi presenti che si beve di un fiato. E che sta già facendo tremare molti potenti. Libero ne anticipa oggi le pillole essenziali

IL DIVO
Di Giulio Andreotti sono molti i ricordi. Come quelli della sua mania sulla puntualità: fissava sempre i consigli dei ministri alle 8,59 del mattino. Solo che gli davano buca Gianni De Michelis, Claudio Martelli e Renato Altissimo, che facevano le ore piccole in discoteca. Così al divo Giulio venne un'idea: mettere al primo punto dell'ordine del giorno le nomine «tanto a loro interessano solo quelle». Gustoso il racconto dello stomaco rivoltato di Andreotti dopo una colazione all'alba da Giovanni Paolo II: «Fagioli, zuppa di cipolla e frittata di patate. Lui era abituato a un cappuccino e mezzo cornetto. Wojtyla, da vecchio minatore polacco, pretese che assaggiasse tutto».

BERLUSCONI INEDITO
C'è anche un Silvio Berlusconi segreto nei racconti di Bisignani. Come quello dell'incontro combinato a palazzo Chigi con l'uomo più ricco del mondo, il messicano Carlo Slim, azionista di Telecom: «Arrivati nel salottino che faceva da anticamera alla stanza del premier, vedemmo uscire Luisa Todini (...) Slim, piuttosto compiaciuto, bisbigliò: «Gran chica guapa». Davanti all'uomo più ricco del mondo Berlusconi volle fare il classico baùscia.

Si fece portaredauncommesso un libro fotografico e disse: «Questa è l'ultima villa che ho costruito ai Caraibi, la consideri sua quando ci vuole andare, ci sono una ventina di stanze». Il ricchissimoSlim chenonviveva da ricco, rispose: «Grazie, ma per me è troppo grande, tranne che con figli e nipoti non saprei proprio come riempirla». Del Berlusconi attuale Bisignani dice che «in questo momento gli piace moltissimo l'imprendi - tore Alfio Marchini, pupillo di Gianni Letta e candidato sindaco di Roma, cui vorrebbe affidare un ruolo nel centrodestra contro il parere di tutti».

I CONGIURATI
Feroce il ritratto dell'attuale vicepremier Angelino Alfano, inserito in un elenco di «piccoli uomini creati da Berlusconi dal nulla e improvvisamente convinti di essere diventati super uomini. Il primo che mi viene in mente è Renato Schifani, avvocato della provincia di Palermo. Con Alfano, altro siciliano, lavoravano alla costruzione di una nuova alleanza senza Berlusconi (...) Una volta incoronato nell'estate 2011 contro il parere di tanti, Alfano ha pensato soprattutto a costruire un monumento a se stesso.

Passava più tempo coni giornalisti,Facebook eTwitter che non con i parlamentari, la base del partito e gli esponenti del mondo imprenditoriale, bancario e culturale. Inoltre ha una vera mania per i giochini sul cellulare, che non smette di fare nemmeno durante le riunioni. E poi è tutto preso dal regolare le giornate in base a quel che dice il suo oroscopo. il suo astrologo di riferimento è uno solo: Branko, «l'uomo delle stelle». Alfano va molto fiero di essere dello Scorpione. Lo stesso segno, ricorda sempre, di Bill Gates e Leonardo Di Caprio...».

MARIO POCO SUPER
Di Mario Monti Bisignani racconta di come cercasse di avere entrature in Vaticano grazie a un funzionario del Senato, Federico Toniato, che Marcello Pera anni fa mandava da Joseph Ratzinger per fare correggere le bozze di un libro scritto a quattro mani. Dopo la nomina di papa Francesco «lo sa che Toniato si è fatto in quattro con tutto l'apparato Vaticano per esaudire una richiesta di Monti? Siccome il Papa si è insediato il 19 marzo, giorno del suo compleanno, voleva che Bergoglio gli facesse pubblicamente gli auguri. Cosa che è avvenuta...»

IL TESORO DI ROMANO
Di Romano Prodi e di sua moglie Flavia si racconta che «avevano fatto allestire al primo piano di palazzo Chigi una stanza blindata per custodire i regali che ricevevano.I più generosiovviamentegli amici arabi, che gli avevano dato collane preziose, un fucile Winchester tempestato di gioielli, sciabole rare. Dopo qualche polemica si scoprì che i doni non erano mai stati riposti nella camera blindata, ma comparvero improvvisamente nelle stanze ovattate del Cesis, dove a capo c'era un fedelissimo di Prodi, il generale Giuseppe Cucchi».

BANCHIERI OSÉ
Nel libro ci sono anche - del tutto inediti - racconti di avventure semi osè di insospettabili protagonisti della finanza italiana. Come quello dell'allora governatore della Banca d'Italia, Paolo Baffi, a Manila: «Baffi, noto per il rigore e la galanteria, si avviò verso il taxi con una signora. Ercolani e Battaglia, che l'avevano già osservata prima, avevano capito che si trattava di un travestito (...) Stammati mi disse: "Bisignani, provveda a richiamare il governatore".

Baffi si stava già accomodando nel taxi, gli feci cenno indicando il mio pomo d'Adamo. Lui capì subito e uscì dall'auto». E ancora più insospettabile su Enrico Cuccia, per decenni custode del capitalismo italiano: «Carlo Bombieri, simpaticissimo ex amministratore delegato della Banca commerciale, raccontava che da giovanissimo riuscì a portare il suo grande amico Enrico Cuccia in un bordello a Varsavia. Mentre Bombieri era già all'opera, si presentò al suo cospetto il giovane Enrico chiedendogli: "Ma non è che si saprà in Italia?"».

AVVOCATO BRACCINO CORTO
Qualche episodio anche sul Gianni Agnelli, noto per non dare da mangiare ai suoi ospiti. Bisignani pranzò da lui a Roma con il ministro del Tesoro Gaetano Stammati: «La colazione con Agnelli fu brevissima e molto parca: un uovo sodo in un minuscolo letto di spinaci, quattro ma proprio quattro paccheri al sugo di pesce e un piattino di frutta cotta composto da due prugne e mezza pesca sciroppata ». Usciti di lì tutti al bar a farsi un toast...

LE TRAME DI VIA SOLFERINO
Molto risentito il ritratto che Bisignani fa di Ferruccio De Bortoli, che per anni lo ha chiamato e usato come fonte (come prima accadde ad Eugenio Scalfari: «Ogni volta che lo aiutavo a fare uno scoop mi mandava una bottiglia di champagne»), e poi si è vergognato di quel rapporto una volta esploso lo scandalo P4: «Quella con De Bortoli è una storia personale che mi ha umanamente amareggiato. Sempre compassato, dotato di una camaleontica capacità di infilarsi tra le pieghe del tuo discorso e di non avere quasi mai un'opinione troppo discorde da quella dell'interlocutore: democristiano con i democristiani, giustizialista con i giustizialisti, statalista o liberista a seconda di chi ha davanti.

Quando veniva a Roma alle cene della mitica Maria Angiolillo, non mancava mai di salire nel mio vecchio ufficio. Quando invece mi trovavo a Milano, era mio ospite al Westin Palace». Stoccata finale: «Mi sono sempre chiesto come mai il destino abbia voluto che in nessun giornale sia mai uscita una sola conversazione o un sms tra me e il direttore De Bortoli».

TOGHE AL MICROSCOPIO
C'è un ritratto dei magistrati con cui Bisignani si è imbattuto da indagato. Il primo è Ilda Boccassini, «che non ti guarda mai negli occhi, sorride poco e parla in napoletano con i sottufficiali che la assistono. Mi contestò la grande intimità con un generale della finanza che mi sembrava di non avere mai incontrato. "No", ribattè, "ho la prova". E tirò fuori una vecchia foto di una tavolata all'hotel Hassler. In effetti il generale era da una parte del tavolo e io dall'altra. Replicai: "Se è per questo allora ho più intimità con lei...".

Calò il gelo». Bisignani ricordò allora alla Boccassini un episodio di anni prima alle Terme di Casamicciola: «Stavo facendo l'idromassaggio, quando l'ho vista che aspettava il suo turno. "Prego, si accomodi", dissi, avendola riconosciuta. Lei prese il mio posto e con un grande sorriso scostò il costume per massaggiarsi la pancia con il forte getto d'acqua. Se qualcuno ci avesse fotografato avrebbe pensato che noi fossimo davvero molto intimi... ».

Dopo sette ore di interrogatorio John Henry Woodcock «scattò in piedi come fulminato, interruppe di colpo l'interro - gatorio. "Maronna santa, aggio lassato ‘o cane into bagagliaio". E io di rimando: "Ma perché non lo porta qui ad assistere? Sempre meglioche in un bagagliaio".E il pm: "Sì, accussì bbusco n'ata dinunzia e finisco ‘nnanzi ‘o Csm". E io: "Meglio una denuncia per avere fatto assistere un cane a un interrogatorio che una per abbandono di animali"».

MAMMA RAI
Ci sono poi altri ritratti spot, come quelli su personaggi Rai. L'ex dg, Mauro Masi «il più talentuoso sciupafemmine che abbia mai conosciuto». Bisignani disse a Berlusconi di non nominarlo in quel posto: «Caro Silvio, Mauro potrebbe essere un grande ministro, ma ti prego non metterlo in Rai. Lì, con tutte quelle donne, sarebbe come un topo nel formaggio ». Del dg successivo, Lorenza Lei, Bisignani dice invece che «ha anche delle gambe bellissime, che vennero subito notate dal Cavaliere».

GHEDDAFI E FINI
Un capitolo a sé riguarda i viaggi di MohammarGheddafi, con la rivelazione di un inedito inquietante: «Di recente molti sospetti sono circolati attorno a uno degli archivi di Gheddafi scoperto dopola sua morte, e finitoprobabilmente nelle mani di collaboratori di 007 italiani. Potrebbe contenere indicazioni chiave sui finanziamenti elargiti dal regime ai governi europei. Credo che della questione si sia interessato anche Monti durante la sua blindatissima visita a Tripoli del 2012».

L'ultima volta a Roma del colonnello nell'agosto 2010 fece scalpore per un incontroconsole donne all'Audi - torium, fra cui tre ministre del governo Berlusconi: Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo. Il colonnello quasi si invaghì di quest'ultima: «tentò invano di invitare la Prestigiacomo a Tripoli per siglare un importante accordo sull'ambiente, ma lei si rifiutò». Bisignani poi racconta che il figlio del Colonnello «era amico di Elisabetta Tulliani», conosciuta quando era compagna di Luciano Gaucci. Gheddafi era anche intimo di Massimo D'Alema, la cui foto campeggiava a Tripoli.

I due si videro in Libia quando D'Alema era a palazzo Chigi: «Gheddafi fece notare al premier che poteva essere discendente della famiglia Ben Halima, proveniente dalla città cirenaica di al-Beida, la stessa di sua moglie. D'Alema, maestro nell'afferma - zione dei ruoli, confermò la propria origine araba, ma disse di non aver mai considerato quella cirenaica. Gheddafi lo riteneva l'unico interlocutore internazionale del quale aveva una certa soggezione».

 

BerlusconiMARIO MONTI CON IL SUO PETTINE ALFIO MARCHINI enrico cuccia x GHEDDAFIROMANO PRODI jpegGIANNI AGNELLI IN CORSICA PAOLO BAFFIFINI ELISABETTA TULLIANI FERRUCCIO DE BORTOLI A BAGNAIA Mauro Masi FEDERICO TONIATO pzfal23 gianni demichelis

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....