elly schlein pina picierno

DIPARTITO DEMOCRATICO – LA LINEA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO AL RIARMO) GETTA NEL CAOS I DEM: ELLY NON SA CHE PESCI PRENDERE SULLA RISOLUZIONE PRO-UCRAINA CHE IL PARLAMENTO UE DOVRÀ VOTARE DOMANI – LA SEGRETARIA PD E’ ORIENTATA AL "NO", ALCUNI DIRIGENTI (ZINGARETTI IN TESTA) SPINGONO PER L'ASTENSIONE AL FINE DI EVITARE LO STRAPPO CON IL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO (FAVOREVOLE AL TESTO) – I DEM SONO GIA’ SPACCATI: I RIFORMISTI PINA PICIERNO, GIORGIO GORI, PIERFRANCESCO MARAN VOTERANNO SI’ A PRESCINDERE – A GODERSI LO SPETTACOLO DI UN PD IMBELLE CI SARA’ CONTE CHE TUONA: “BASTA SOLDI PER LE ARMI” (CON QUESTA OPPOSIZIONE, LA DESTRA GOVERNA 20 ANNI) - DAGOREPORT

Niccolo' Carratelli per lastampa.it - Estratti

 

elly schlein alla direzione del pd foto lapresse

Linee roventi fra il Nazareno e gli uffici del Pd a Strasburgo. Gli eurodeputati dem aspettano un segnale da Elly Schlein, ma la segretaria ancora non ha deciso quale indicazione dare ai suoi, in vista della seduta del Parlamento Ue di domani.

 

C’è da votare una risoluzione di maggioranza sul tema del sostegno militare all’Ucraina, nella quale però si parla molto dell’obiettivo della Difesa comune e, alla fine, c’è un passaggio sul piano di riarmo proposto da Ursula von der Leyen.

 

Anzi, viene chiaramente detto che il Parlamento «supporta il piano a cinque punti del Re-Arm EU», definito un «primo passo importante». È la formula usata da Paolo Gentiloni e Romano Prodi, da Lorenzo Guerini e da quasi tutti i riformisti Pd. 

 

pina picierno

(...) L'istinto di Schlein la porterebbe verso un voto contrario, per certi versi clamoroso. Alcuni dirigenti a lei vicini, a cominciare dal capo delegazione in Europa Nicola Zingaretti, spingono per astenersi ed evitare di strappare sulla prospettiva della Difesa comune.

 

 

 

Del resto il testo è largamente condiviso, tutti gli altri partiti socialisti sono favorevoli. Il gruppo S&D ha lavorato a lungo ieri per presentare quattro emendamenti sul tema del riarmo, proprio per andare incontro alle richieste del Pd, che ha la delegazione più numerosa, ma rischia l’isolamento.

 

L’invito alla Commissione a favorire progetti e investimenti comuni, il no all’utilizzo dei Fondi di coesione, nessuna corsia preferenziale per le spese militari rispetto a quelle sociali.

elly schlein

 

Tutte cose che Schlein ha ribadito nei giorni scorsi, un modo per consentirle di dire che ha ottenuto quello che voleva. Nulla di concreto, in realtà, solo un minimo riconoscimento politico. Nessuno ancora sa se sarà sufficiente per convincere la segretaria a dare il via libera. Gli eurodeputati Pd torneranno a riunirsi questa mattina. «Dobbiamo trovare una posizione comune e penso che ce la faremo», dice con uno sforzo di ottimismo Dario Nardella.

 

È uno di quelli che spera che dal Nazareno arrivi il timbro per approvare la risoluzione, così da evitare l’ennesima spaccatura nella delegazione dem. Difficile. Mentre c’è chi ha già deciso di votare sì, a prescindere: Pina Picierno, Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran, tanto per citarne tre sicuri.

 

schlein mattarella

Ma non sarebbero gli unici. Non è la prima volta che il Pd a Strasburgo vive questo psicodramma, già altre volte si è presentato in ordine sparso al voto su armi e Ucraina. «Ma stavolta si tratta di un tema politico enorme come la Difesa comune, dobbiamo avere il coraggio politico di dire sì o no – spiega un parlamentare dem che comprensibilmente vuole restare anonimo – spero che Elly non ci chieda di nasconderci dietro l’astensione».

giorgio gori al parlamento europeo

 

 

A osservare queste convulsioni, seduto bello comodo in tribuna al Parlamento europeo, ci sarà anche Giuseppe Conte. Il presidente 5 stelle è arrivato ieri sera a Strasburgo, con al seguito una cinquantina di suoi deputati e senatori. Questa mattina seguiranno dagli spalti il dibattito sul piano di riarmo, con Von der Leyen presente in Aula, anche se non ci sarà nessun voto perché la presidente della Commissione ha chiesto la procedura d’urgenza per bypassare il Parlamento. Poi Conte si concederà ai giornalisti e metterà in scena un flash mob nel cuore delle istituzioni Ue con cartelli del tipo «basta soldi per le armi». Secondo l’ex premier, questo è «un piano sbagliato e privo di razionalità politica e militare. Aumentare l’arsenale – dice – è una logica folle».

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