LAMPREDOTTO CONNECTION - LOTTI METTE LE MANI SULLA MACCHINA DI PALAZZO CHIGI: ISOLATO L’UOMO DI DELRIO (BONARETTI) LA SQUADRA SARÀ PIÙ TOSCANA E PIÙ FEDELE - DA FIRENZE ARRIVA UN “FACILITATORE”

Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano

 

LUCA LOTTILUCA LOTTI

Ci sono questioni e carriere che si dispiegano e si spiegano anche con le camicie pulite, stirate e di solito bianche. Ai tempi di Firenze, a pochi minuti da un’apparizione pubblica, Matteo Renzi s’accorse di non avere neanche una camicia disponibile. Non passarono più di dieci minuti e Franco Bellacci, detto Franco, due mandati a Palazzo Vecchio e dipendente al Comune di Reggello, rientrò in Municipio con quattro modelli: aderente, a righe, a quadri, a tinta unica. Adesso a Bellacci, assistente e facilitatore di Renzi fu sindaco, stanno per allestire una stanza a Palazzo Chigi.

 

E ci saranno nuove stanze per nuovi consulenti, collaboratori, esperti – inutile specificare che saranno in gran parte toscani – per ricreare l’ambiente ideale (e fiorentino) di Renzi e Luca Lotti, il sottosegretario che estirpa o innesta le trattative politiche, che combina i piani e i patti con Denis Verdini, che fa nominare Giovanni Legnini al Csm e risolve gli incastri per le società di Stato, che comanda assieme al comandante.

 

renzi e delrio renzi e delrio

Lotti non è un tipo che gioca per il pareggio e, seppur la macchina di Palazzo Chigi sia poco funzionale e molto caotica, insiste per ottenerne il controllo totale. L’ex vigilessa Antonella Manzione, che gestisce l’ufficio legislativo di Palazzo Chigi con imperizie che lasciano sgomenti i tecnici del Quirinale, non sarà abbandonata a se stessa. Lotti ha arruolato un ex collega di Manzione: Giovanni Palumbo, già dirigente della polizia locale di Firenze, ex capo di gabinetto in Provincia, promesso capo di segreteria.

 

MAURO BONARETTIMAURO BONARETTI

Ormai Mauro Bonaretti, segretario di Palazzo Chigi, è accerchiato, dotato di un potere che esercita a fatica: o scopre un’inopinata sintonia con la Mazione oppure sarà trasferito altrove. Bonaretti viene da Reggio Emilia, è uomo di Graziano Delrio, sottosegretario come Lotti, non impetuoso come Lotti.

 

Che Delrio fosse il politico istituzionale e Lotti il Gianni Letta di Renzi s’è capito quando ha conquistato la delega al Cipe, il comitato interministeriale che gestisce miliardi di euro in appalti. Anche per interrompere brutalmente la tenzone con il Tesoro, Renzi s’affida a Lotti: il ragazzo di Empoli vuole trasformare i regolamenti Cipe e limitare la supervisione di via Venti Settembre: così potrà aprire o chiudere la borsa di Stato con più efficienza e discrezione.

Yoram Gutgeld Yoram Gutgeld

 

Quando Renzi ha conosciuto Lotti (su suggerimento di un politico locale, Paolo Londi), consigliere comunale di Montelupo, l’attuale europarlamentare (più votata in assoluto) Simona Bonafé aveva da poco terminato, da addetto stampa, la campagna elettorale per le provinciali del rutelliano Matteo.

 

La Bonafé (e tanti altri discepoli) hanno attraversato periodi diversi perché diversa era la simpatia del Capo, “il Lotti” no, sempre il preferito, sempre in fase di scalata, sempre più aderente al renzismo da poterne divulgare il verbo.

 

Quando il capo ha distribuito gli incarichi di governo e di partito, Lotti appariva ridimensionato, o quantomeno non premiato. Era soltanto tattica. Lotti a Palazzo Chigi, su carta intestata, si occupa di fondi pubblici, di sussidi ai quotidiani. Questo gli consente di vantare ottima stampa e di poter conquistare la critica stanziando 52 (preziosi) milioni di euro per gli stati di crisi dei giornaloni. E anche per questa abilità – è Lotti che incontra gli editori – non ha bisogno di un portavoce.

 

Antonella  Manzione Antonella Manzione

Al Nazareno, il “biondo” o il “lampadina” – questi sono i suoi soprannomi – figura in segreteria come responsabile “organizzazione”. Quando in Sardegna fecero ritirare l’indagata Francesca Barracciu, era il momento dei democratici non garantisti, Renzi spedì Lotti ad azionare l’aspirapolvere con una doppia mossa: Francesco Pigliaru candidato e Barracciu recuperata (poi) al governo, ai Beni culturali. A Lotti non è mai piaciuto Giorgio Gori (ora i rapporti sono un po' migliorati) e neanche il modenese Matteo Richetti, ritiratosi prontamente dalle primarie in Emilia e non tanto per l’inchiesta sui rimborsi pubblici.

 

Simona Bonafe Simona Bonafe

Inaugurata con Bonaretti in quota Delrio, la squadra di Palazzo Chigi di Renzi sarà presto più folta, più toscana, più ubbidiente a Lotti. Il sottosegretario vuole mettere ordine lì dove Renzi (rapido e confusionario), che spesso s’arrende ai suoi impulsi, ai suoi improvvisi cambi di umore, ha creato disordine. Non è assicurato il successo: è garantita la protezione. Lotti non deve spingere la burocrazia di Palazzo Chigi, che produce testi di legge a rilento o sbagliati: no, deve sorvegliare ogni angolo, ogni anfratto, inclusi quelli dove s’annidano i funzionari dei vecchi governi.

 

A sette mesi da quel grigio scampanellio di Renzi, mentre Enrico Letta sfilava con una cinematografica espressione rancorosa, Palazzo Chigi è un cantiere. E i cantieri radunano gente, ma non è chiaro il progetto. Ci sarà la pattuglia degli economisti, il controcanto al Tesoro: Marco Fortis, Yoram Gutgeld, Roberto Perotti (deve decidere), Tommaso Nannicini, Carlotta De Franceschi e Veronica De Romanis (moglie del fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, ex Bce), Luigi Marattin (finanza locale).

VERONICA DE ROMANISVERONICA DE ROMANIS

 

Riccardo Luna di Repubblica (ex Wired) sarà “digital champion”, il rappresentante italiano in Europa per la diffusione della tecnologia. Non sarà ammodernato, o forse sì perché sarà ancora più evidente e ancora più invadente, il ruolo di Luca Lotti, la scatola nera del renzismo, che conserva i tracciati, gli errori e un vasto elenco di nemici (o ex amici).

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO