M5S-FARSA ITALIA ALL’ASSALTO DEL NAPOLITANISTAN – GRILLO: ‘RE GIORGIO? INCORONATO 2 VOLTE COL PORCELLUM, INCOSTITUZIONALE AL QUADRATO’ - IL PRESSING DEL BANANA PER VOTARE A MAGGIO…

Ugo Magri per "la Stampa"

Ma quale Parlamento illegittimo, non scherziamo... Napolitano prova a sopire sul nascere la polemica circa i presunti «abusivi», vale a dire i 148 deputati Pd-Sel che, se si desse retta a Grillo, andrebbero bloccati dai commessi sull'uscio di Montecitorio. Sono stati eletti grazie al premio di maggioranza giudicato incostituzionale dalla Consulta. E ciò giustificherebbe (pure secondo l'«azzurro» Brunetta) la loro decadenza da onorevoli. Prodi stesso ci vede qualche problema, la propaganda congiunta forzisti-Cinque Stelle può creare confusione, «evidentemente sono discorsi che turbano».

Ma Napolitano, in politica da 70 anni, non è personaggio da turbarsi per dei discorsi. Lasciando Milano per Roma, e interpellato sull'illegittimità del Parlamento, il Capo dello Stato si è rifatto agli interventi pubblici di Zagrebelsky e di Onida (avrebbe potuto citare giuristi altrettanto autorevoli, ma Napolitano si è limitato ai due che meno manifestano sintonia con il Colle e sono perciò al i sopra di qualunque sospetto): «Apprezzo molto la loro risposta. Gli argomenti dal punto di vista politico e istituzionale sono inoppugnabili e vanno nella direzione opposta». Opposta, è chiaro, ai desideri delle opposizioni.

Tempo un'ora, ed ecco Grillo divertirsi sul suo blog con un fotomontaggio, Napolitano nella veste candida di Papa Francesco e con una gigantesca tiara pontificale tra le mani. «Il pastore quirinalizio ha acquisito motu proprio l'infallibilità papale in materia elettorale e costituzionale...», se la ride Grillo, che in fondo è un comico; laddove un serioso Brunetta intima al Capo dello Stato di cucirsi la bocca in nome del galateo istituzionale («Non spetta al Quirinale interloquire, a forza di compensare sopperire e sostituirsi si sta completamente scardinando la Carta costituzionale»).

La conclusione di Grillo è coerente con le premesse: «Napolitano è stato incoronato due volte col Porcellum», dunque abbiamo «un presidente incostituzionale al quadrato». Niente di personale, solo un punto di vista radicalmente diverso. Invece il Cavaliere sì, che nei confronti del Presidente cova un certo risentimento...

Ieri si è fermato un attimo prima di dargli addirittura del golpista, alludendo pesantemente a quella volta in cui, lui ancora premier, Napolitano ricevette Monti e Passera già preparando la strada al governo tecnico. Sui 4 colpi di Stato di cui si considera vittima, Berlusconi è portato ad addebitarne almeno un paio agli inquilini del Colle. E quando nel comizio evoca Scalfaro, un uragano di fischi e insulti accoglie il nome del compianto ex-presidente: segno che il Cavaliere vuole trovarsi in buona compagnia nell'inferno della «damnatio memoriae».

Con il suo pressing nei confronti del Colle, Silvio che cosa spera di ottenere? Che Napolitano non si accanisca a tener vivo il governo Letta nel momento in cui Renzi, preso dall'euforia da vittoria, dovesse decidere di staccargli la spina. Berlusconi ancora è persuaso di poter votare a maggio, insieme con le Europee.

Per cui sul piatto del neo-segretario Pd deposita una proposta bocciata da Cicchitto come «impraticabile», che solo un leader particolarmente avido troverebbe allettante: «Mettiamo in campo un nuovo governo con tutte le forze politiche in Parlamento, anche con Sel e Cinque Stelle, che faccia la legge elettorale nel rispetto del bipolarismo». E poi si vada a votare...

Alfano, che sta con Letta, vede l'insidia. E per mettere Renzi in condizione di scegliere la stabilità, rilancia un'offerta di patto che dovrebbe suonare come musica per le orecchie di Matteo: «Stop a due Camere vengono pagate il doppio per fare la stessa cosa», e legge elettorale sul modello «del Sindaco d'Italia». Non sarà il Nuovo centrodestra a offrire pretesti per far cadere il governo.

2. DOPO IL PORCELLUM S'AVANZA IL DUO IMPOSSIBILE B&G

Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

L'assalto finale al sistema del Napolitanistan è cominciato. Così grillini e berlusconiani fanno come elfi e nani nella trilogia del Signore degli Anelli, quando una Compagnia variegata si radunò per abbattere Sauron. E oggi il novello Sauron si chiama Giorgio Napolitano, garante ombrello e protettore di governi (prima Monti, poi Letta) che hanno sospeso la democrazia.

Elfi e nani, nella saga di Tolkien, non si sopportano ma si alleano contro il Male. Appunto. Elfi grillini e, non può essere diversamente, nani berlusconiani, che addirittura potrebbero convergere presto per un Aventino comune: dimissioni di massa per favorire il voto anticipato con il Mattarellum. In attesa di un altro potenziale alleato nella guerra al Napolitanistan: il neosegretario del Pd Matteo Renzi.

Sono tre giorni, ormai, che gli elfi a 5 Stelle e i nani azzurri si scambiano insistenti segnali di fumo. Complice anche l'interlocuzione tra il mondo di B. e il professore Paolo Becchi, ideologo del movimento che Napolitano ha escluso dal nuovo arco costituzionale. Il primo terreno comune d'incontro è l'ipotesi di impeachment del Colle proposta dal M5S. Falchi forzisti come Augusto Minzolini e Daniela Santanchè si sono detti disponibili a votare la messa in stato d'accusa del capo dello Stato.

Un altro step ieri, dopo che il Quirinale ha "decretato" la legittimità dell'attuale Parlamento, considerato abusivo in virtù della sentenza della Consulta che azzera il Porcellum. L'uscita di Napolitano ha fatto leva su un'intervista di Repubblica al giurista Gustavo Zagrebelsky, proprio in funzione antigrillina: "Lo Stato deve sopravvivere, il Parlamento è legittimo".

Sul suo blog, Grillo, che quando fa il comico e non il manganellatore è strepitoso, ha vergato un post capolavoro sul dogma Napolitano, visto che ieri si celebrava quello dell'Immacolata Concezione. Vale la pena riportarlo il passo finalle: "Napolitano è un dogma.

Propongo per legittimare la sua posizione, per ora auto conferita solo da lui stesso medesimo, una proposta di legge: ‘Noi pertanto dogma da dio rivelato, annunciamo che Napolitano Pontifex Maximus, quando parla ex Cathedra, per la sua suprema autorità definisce una dottrina sulle leggi, debba godere di infallibilità e pertanto tali leggi essere per se stesse e non pel consenso dei cittadini, irreformabili.

Se alcuno poi, tolgalo Iddio, osasse contraddire a questa nostra definizione, sia anatema, monito, altolà dal Colle". Da Forza Italia sono arrivati altri due segnali, nonostante la richiesta dei grillini di togliere la scorta a Berlusconi. Il primo da Brunetta, capogruppo alla Camera: "Napolitano sta scardinando la Costituzione". Il secondo dallo stesso Cavaliere che ha parlato all'Auditorium della Conciliazione, a Roma. Pretesto: la convention dei club intitolati Forza Silvio.

Il Condannato, nel suo lungo intervento, in cui ha condensato "cinque colpi di Stato" negli ultimi venti anni non ha attaccato frontalmente il Quirinale (dicono i suoi: "È ancora presto, bisogna aspettare le motivazioni della Consulta") ma ha aperto a un governo di scopo, pure con Sel e M5S, per fare la legge elettorale, salvare il bipolarismo e andare a votare nel 2014, insieme con le Europee.

Qui si innesta la tentazione degli elfi grillini e dei nani berlusconiani di fare un clamoroso atto di forza per costringere il Napolitanistan, indebolito dal Pd di Renzi, alla resa: dimissioni congiunte di massa da Camera e Senato per impedire alla legislatura di proseguire.

L'accordo sulla riforma elettorale prevede il Mattarellum e a pesare sarà quello che accadrà mercoledì prossimo sulla fiducia al governo Letta, provocata dalla scissione del Nuovo Centrodestra di Alfano. Proprio per preparare il colpo finale, B. ha confidato ai suoi che "forse sarebbe meglio rinviare la fiducia". Ma in questo caso il pallino non è nelle sue mani. Il futuro della nuova Compagnia dell'Anello dipende dal possibile alleato proveniente da Firenze.

 

 

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